Oggi leggevo del Presidente Macron che ha intimato a Trump di non immischiarsi negli affari Francesi. La sua colpa, secondo il presidente francese, intendo colpa di Trump, è di aver detto – senza formalmente schierarsi con i gilet gialli – quello che tutti pensano, ossia che c’è una buona dose di ragionevolezza nelle richieste dei manifestanti francesi, soprattutto alla luce dell’impoverimento progressivo della classe media locale registrato negli scorsi anni:
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Traduzione: “L’accordo di Parigi non sta funzionando così bene per Parigi. Proteste e rivolte in tutta la Francia. Le persone non vogliono pagare grosse somme di denaro, molto in paesi del terzo mondo (che sono gestiti in modo discutibile), al fine di proteggere forse l’ambiente. Cantando “We Want Trump!” Love France, “Trump ha twittato sabato mattina presto”
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La verità è che – effettivamente – la classe media è sotto pressione, in tutto il globo, soprattutto nel mondo occidentale. Lo stesso occidente fino a pochi anni fa ricchissimo, almeno rispetto al resto del mondo. Ciò sta alimentando la proteste che nemmeno i media cooptati riescono più a contenere (anche Trump è frutto di tale stress, un risultato diciamo democratico in quanto venuto fuori dalle urne). All’uopo faccio notare come la EU stia – guarda caso – discutendo la famigerata tassa sui link, ossia chiedere di far pagare per ogni link esterno inserito nei pezzi di informazione, ad esempio alternativa. Immaginate un caso tipico: se ad es. la stampa cd. mainstream (o anche sussidiata, come succede in Italia, con contributi statali) riportasse una notizia parzialmente o totalmente falsa, una fake news, o più semplicemente tacesse aspetti fattuali importanti riportati in detta notizia, il fatto di stigmatizzare da parte di un terzo tale contenuto informativo diciamo incompleto proponendo un link a supporto costerebbe dei soldi, per chi volesse farlo. Certo, Goebbels era tedesco e questa legge EU – quella che fa pagare per i link – sembra un’opera di contropropaganda, che alla fine è una forma di controspionaggio di basso livello.
Il problema in tutto questo è che quelli come Trump, con i loro tweet, stanno bypassando l’informazione tradizionale mettendo letteralmente spalle al muro i media tradizionali. Chiaro, se c’è qualcuno che ha molto da nascondere, la strategia “twitter”- mutuata dai sovranisti di mezzo mondo – rischia di far saltare il banco. Immaginate cosa potrà succedere in caso di successo delle politiche economiche e geopolitiche trumpiane, atte a far ritornare la ricchezza verso gli USA….
Sappiate che a chi scrive NON piace il termine sovranista, preferisco non guardare alle etichette ma ai fatti concreti: ad esempio, la Francia ha molto da nascondere ai suoi cittadini, pochi si stanno arricchendo a dismisura – non solo oltralpe – mentre chi paga è il 99% della popolazione, o giù di lì. Idem in EU, ma in termini macro: ci sono pochi paesi che guadagnano dalla moneta unica, Germania in primis, tutti gli altri ne subiscono le conseguenze. E via discorrendo in termini continentali.
Il trucco è abbastanza semplice: controlla i media e controlli le masse, almeno fino all’arrivo di twitter e dell’informazione alternativa, che non a caso si vuole imbavagliare. Ma anche questo secondo chi scrive è un dettaglio: per questo preferisco il vecchio e caro follow the money! Infatti dare false percezioni alla gente è finalizzato, come sempre, a guadagnare. Ma come? Da mille rivoli: guardate ad esempio alle energie alternative: se scoprissimo domani che, per ipotesi, la litania sul riscaldamento climatico fosse una bufala, cosa avrebbe comportato tale bugia in termini macroeconomici? Semplice, scopriremmo che un fiume di denaro è andato verso le tecnologie verdi, sebbene in assenza di ragioni economiche. Voi direte, ma fanno bene all’ambiente… A parte che non è detto che sia così, nel caso ad esempio che non vengano considerati effetti ambientali molto negativi (leggasi, smaltimento dei pannelli solari fotovoltaici, non solo in termini di costo), il problema è che tale shift è stato comunque pagato dai consumatori, che si sono guarda caso impoveriti, mentre chi ha deciso a tavolino il cambiamento si è arricchito a dismisura (anche se tale shift è stato eventualmente giustificato solo da bugie), spesso i grandi potentati.
Senza pretendere di perorare l’ipotesi che la rivoluzione cd. verde/elettrica sia stata una bufala – sebbene i segnali si stanno moltiplicando – vi voglio spingere a stare ai fatti concreti, fare di calcolo, con due conti della serva: ogni anno in Italia si pagano da 12 a 14 miliardi di euro ai produttori cd. verdi di energia elettrica (pagati con accise e componenti di costo caricati sui consumi di tutti i cittadini italiani). In 10 anni la spesa sarà da 120 a 140 miliardi di euro pagati ai produttori di energia verde. Un fiume di denaro, ossia di tasse, non oso pensare quanti ponti o aeroporti si potrebbero costruire….
Prendiamo ora il caso di un impianto fotovoltaico: per installare 10 kW sul tetto di casa vostra il costo è di circa 15-20mila euro, tutto incluso. Senza contare le sovvenzioni e gli effetti del discounted cash flow (ipotesi assai cautelativa per i fini preposti), tale impianto produce diciamo 1.3 MWh/kW ossia 13 MWh annui per 10 kW. In 10 anni trattasi di 130 MWh. Al prezzo attuale di 70 euro/MWh, siamo ad un controvalore prodotto di poco più di 9000 euro in 10 anni (contro i 15-20mila spesi per l’installazione). E senza contare il costo di smaltimento, oggi semplicemente non considerato – mi direte a fine vita utile dopo 25 anni quanto costerà smaltire i pannelli fotovoltaici… -. Non c’è altro da aggiungere, capite che senza sovvenzioni non si va da nessuna parte. Ossia qualcuno deve pagare per tale “transizione verde”. E quel qualcuno siete voi. Nel mentre ci sono anche degli sprovveduti che ancora credono alla favola stile Babbo Natale, per cui l’energia verde dovrebbe salvare il mondo….
Appunto: forse sì, ma chi paga il conto?
E poi vi stupite del perchè la gente francese – leggermente più attenta che gli ignavi italiani – protesti per l’impoverimento generale…
La verità fattuale è che la transizione verde – basata su bugie o meno – è stata fortemente voluta dai paesi che non hanno accesso al petrolio, infatti il nord Europa – sebbene con pochissimo sole – è ricoperto di pannelli fotovoltaici. E di pale eoliche, certamente più sensate, quanto meno con un prezzo superiore a circa 40euro/MWh dell’elettricità. Ossia, per capire la battuta di Trump a Macron sui gilet gialli bisogna capire cosa ci sta dietro. Non è che forse tutto ruota attorno alla volontà del mondo occidentale di emanciparsi dagli USA, che il petrolio controlla sia direttamente (è il primo produttore di petrolio mondiale) che indirettamente (con Israele “supervisiona” il Medio Oriente)? Ossia, non è che l’Europa franco-tedesca, di cui Macron è il portavoce, sta usando tutte le armi per svincolarsi da Washington? E quindi crea i propri megatrends (mobilità elettrica ad esempio, ma anche energie rinnovabili tout court) non giustificati economicamente e che dunque vanno pagati dai consumatori? Che guarda caso si dissanguano, a fronte dei grandi potentati che si arricchiscono a dismisura? E alla fine protestano, come in Francia ed Italia.
Non è proprio questo il combustibile del cd. sovranismo?
E dunque arriviamo ai gilet gialli in piazza….
Basta solo un po’ di attenzione per capire il giro del fumo, di norma le informazioni sono tutte davanti a noi, ma è normale sbagliare a dare i pesi. Proprio perchè “in mezzo” c’è qualcuno che ha il ruolo di confondere chi sta pagando il conto….
Mitt Dolcino
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