Come ingegnere non sono mai voluto entrare nel merito delle cd. scie chimiche: troppi dubbi, troppo complottismo fine a se stesso e forse troppe reticenze nel voler indagare seriamente tale fenomeno.
Negli scorsi giorni mi sono però imbattuto in una recente pubblicazione della prestigiosa rivista Environmental Research Letters (ERL), scritta da due eminenti scienziati di Harvard, in cui clamorosamente emerge un collegamento con molte delle teorie cd. complottiste sulle scie chimiche: in soldoni, viene ipotizzato un intervento OPERATIVO con aerei da trasporto per irrorare l’altissima atmosfera con sostanze chimiche, nel caso per modificare la temperatura terrestre. Ossia proponendo uno schema teoricamente efficace per combattere il riscaldamento climatico da CO2.
Sempre basandomi rigorosamente su pubblicazioni scientifiche riconosciute, sono tenuto a ricordare un’altra recente pubblicazione, quella della Astrophysical Review Letters (vedasi sotto), paper tra i più prestigiosi in materia, che introduce una variabile tutto sommato inattesa (fino a 2 o 3 anni fa) nell’evoluzione del clima (come indicato in precedenti interventi): il crollo del numero di macchie solari, che rappresentano un indice di emissione di energia verso la terra, sembrano implicare con ragionevole certezza che nei prossimi 10 anni ci sarà un abbassamento della temperatura terrestre e non un innalzamento. Tale aspetto potrebbe mettere in dubbio il fine ultimo del paper scientifico pubblicato da ERL sopra, quanto meno nei fini, ma certamente il metodo resta valido e soprattutto sdoganato (…).
Tornando all’oggetto dell’intervento, quello che emerge dal paper di ERL è che, sì, risulta tecnicamente possibile modificare il clima terrestre usando uno spray (nel caso di solfati) nell’alta atmosfera, nel caso per ridurre il riscaldamento climatico, ossia compensando l’effetto serra della CO2 in atmosfera (non ho detto necessariamente riducendo la temperatura, si noti bene). Non commento sull’effetto della CO2 come gas serra, sebbene ritenga che oggi esistono – vista anche la pervasività nel loro uso – gas come il metano che sono molto più dannosi dell’anidride carbonica in termini di riscaldamento terrestre (…).
Resta però il fatto che il paper di ERL, oltre a sdoganare la fattibilità di una modifica del clima attraverso l’irrorazione in altissima atmosfera di sostanze chimiche, di fatto fa una proposta tecnica plausibile ed operativa ipotizzando quali risultati verrebbero raggiunti utilizzando un determinato componente chimico (solfati e carbonati soprattutto, con due effetti distinti) immesso con jet appositi in altissima atmosfera nell’arco di 15 anni. Ossia, con il fine di poter modificare il clima.
BANG!
A buttare benzina sul fuoco della strategicità ed attualità della “guerra del clima” con intervento umano, va ricordata un’altra interessante lettura, quella di un famoso articolo del generale Fabio Mini che in una famosa intervista di qualche tempo fa ha chiarito senza mezzi termini come le modifiche del clima sono effettivamente un’arma già oggi utilizzata dalle potenze mondiali per avvantaggiarsi rispetto ai loro avversari (…).
Fino ad ora ho presentato solo evidenze, si noti bene. devo ammettere che dopo tali letture, in aggregato, mi sono reso drammaticamente conto che il mio principio “a prescindere” di non prendere in considerazione le teorie complottistiche sulle scie chimiche potrebbe essere stato un errore. Nel senso, che potrebbe non essere un complotto (…). Leggasi, cartesianamente, in presenza di un paper scientifico di una rinomata rivista scritta da scienziati di Harvard in cui viene predisposto lo schema attuativo per un intervento del tutto simile a quello che sono le evidenze delle cd. scie chimiche, utilizzando uno spray chimico per ridurre la temperatura del pianeta terra, effettivamente tutto ciò costringe una persona curiosa ad approfondire l’argomento. Ben sapendo che la teoria sull’uso di solfato per compensare l’effetto della CO2 in atmosfera nella modellizzazione dell’evoluzione delle temperatura è vecchia di circa 20 anni; essendo stata utilizzata per altro letteralmente per giustificare – correggendoli – i modelli matematici di correlazione tra temperatura terrestre vs. CO2 in atmosfera, altrimenti inconsistenti.
Fonte: “Searching for the Catastrophe Signal”, Bernie Lewin, GWPF, 2017, pg. 273
Per estensione, ipotizzando uno schema del tutto simile a quello proposto dai tanti che sostengono l’esistenza di scie chimiche irrorate da aerei supersonici in alta atmosfera sui cieli nel caso europei, la domanda da porsi è se le ipotesi cd. complottistiche sulle scie chimiche possano essere almeno parzialmente realistiche. Come vedete sono stato estremamente cartesiano nelle mie considerazioni.
Ora, sdoganato il metodo scientifico, aerosol in altissima atmosfera, cerchiamo di capire le ragioni dei sostenitori delle scie chimiche, alla luce di quanto letto sul paper scientifico sopra citato.
Prima di tutto il punto debole dei cd. complottisti delle scie chimiche sta secondo chi scrive nel non aver chiarito le ragioni di tale irrorazione, avendo descritto solo le condizioni al contorno come ad esempio gli strumenti ipoteticamente utilizzati (aerei commerciali e/o militari) in alta atmosfera.
D’altro canto è vero che soprattutto in Europa abbiamo rilevato negli scorsi anni una evidente modifica del clima rispetto al recente passato, con estati sempre più calde ed inverni anomali, a volte freddi, a volte molto caldi. E soprattutto scarse e concentrate precipitazioni. Al riguardo è corretto evidenziare che esiste anche un altro interessante e recente paper del MIT – Massachussets Institute of Technology, in cui è stato dimostrato che, con artifizi di vario tipo (che vanno dai metodi statistici “taroccati”, al posizionamento truuffaldino di sonde in prossimità di fonti di calore) gli effetti dell’ipotetico riscaldamento climatico sono stati resi (apposta?) più evidenti in certe zone piuttosto che in altre, potendo ipotizzare – anche in relazione a dati storici esistenti – che il cd. riscaldamento climatico in realtà NON sia un fenomeno uguale in tutto il pianeta ma più evidente – in quanto percepito da una gran massa di persone – soprattutto in certe aree geografiche, soprattutto nell’emisfero nord. Il paper in questione è il seguente:
“On the validity of NOAA, NASA, Hadley CRU Global Average Surface Temperature Data & the validity of EPA’s CO2 Endangerment Findings”, June 2017
Fatte queste dovute considerazioni cerchiamo di trarre alcune conclusioni: da una parte, abbiamo visto come sia possibile utilizzare uno spray in altissima atmosfera per modificare il clima, nel caso per compensare la CO2 che dovrebbe essere coimputata dell’innalzamento della temperatura. Dall’altra possiamo – per estensione – ugualmente ipotizzare che utilizzando altre sostanze invece dello spray di solfati si possa modificare il clima terrestre, magari intervenendo anche solo in alta atmosfera (e non in stratosfera come da ipotesi di ERL), ossia dove operano i jet commerciali. E non solo per abbassare la temperatura terrestre, ma anche per alzarla.
Ad esempio, se invece di antagonisti della CO2 si usasse uno spray, vado a tentoni, di metalli pesanti tipo soprattutto alluminio, ma anche manganese, bario, stronzio ecc. (magari a base solfato), quale sarebbe l’effetto sul clima?
In tale caso, spray di metalli pesanti in alta (e non altissima) atmosfera, la prima considerazione che si può fare è che tali sostanze tenderebbero ad ossidarsi abbastanza facilmente per poi precipitare (il paper di ERL studia infatti l’effetto di aerosol irrorato in stratosfera come metodo per garantire un maggiore tempo di residenza rispetto allo spray in troposfera/alta atmosfera, ossia oltre al livello dove viaggiano gli aerei di linea per intenderci, dove invece il tempo di residenza dei vari aerosol eventualmente utilizzati è molto più limitato, con necessità di interventi ripetuti nel tempo).
La seconda considerazione che posso fare è che uno spray di metalli pesanti in atmosfera difficilmente avrebbe un effetto di raffreddamento: in termini molto generali uno spray di aerosol sembrerebbe avere come effetto, confermato dalla NASA, di ridurre le precipitazioni (causa riduzione delle dimensioni delle particelle di acqua nelle nubi), guarda caso l’effetto più evidente degli scorsi 15 anni in Europa. Con risultante, probabile innalzamento delle temperatura terrestre.
Parimenti, introdurre metalli in aerosol in alta atmosfera indurrebbe probabilmente la formazione di cirri, le nubi alte (che si formano alle nostre latitudini precisamente alla stessa altezza dove di norma volano i voli commerciali, attorno a 10’000 metri, ndr), nubi per altro guarda caso indiziate di effetto serra ossia di riscaldamento del pianeta (i cirri evitano che l’irradiazione “esca” dalla terra, ma non che entri l’irradiazione solare, causando un riscaldamento planetario, ndr).
In questo quadro va anche dunque inserito il famoso servizio sul tema di una delle testate TV più importanti di America, la NBC, quando nel 1980 ipotizzava guarda caso una irrorazione di spray in alta atmosfera per aumentare il clima del pianeta.
Or dunque, senza la necessità di arrivare ad una conclusione definiva sull’argomento, possiamo concludere affermando che da una parte l’introduzione si aerosol in atmosfera può effettivamente cambiare il clima. Parimenti, la sostanza immessa come spray in atmosfera può causare sia una riduzione della temperatura che un suo aumento, a dipendenza della sua natura.
La scienza sembra confermarci che l’effetto serra può essere effettivamente compensato (o anche enfatizzato e/o modificato, soprattutto localmente) immettendo diverse sostanze in atmosfera, ad esempio utilizzando vettori aerei opportuni. Restano da valutare gli effetti soprattutto economici di una eventuale “azione pro-attiva” umana nel cambiare del clima terrestre (leggasi anche, senza cambio climatico l’auto elettrica, inefficiente e costosa oltre che decisamente inquinante, non avrebbe alcun senso, …).
Fine 1. parte
Mitt Dolcino
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