Parliamoci chiaro: l’Italia non è un paese indifferente, anzi è un paese economicamente e culturalmente molto importante per il mondo. Nessuno, forse ad eccezione di francesi e tedeschi (che da secoli la vogliono conquistare) ha interesse a che imploda. Dunque, va salvata, come si salvò il soldato Ryan, addirittura per principi secondo me abbastanza simili, ossia certamente non per motivi materiali.
Dunque, che fare? Il primo punto da considerare è che l’Italia la possono soltanto salvare gli italiani, che stanno sia a nord che a sud, uniti.
Non si può infatti delegare ad altri il lavaggio dei propri panni, anche mia moglie quando discutiamo me lo rinfaccia (e quando lo fa non è bello, anche perchè spesso ha ragione). Sono stato recentemente a Napoli per seguire da vicino – con grande curiosità – le sorti di un movimento a cui tengo molto, Riscossa del Sud. Questo perchè da una parte credo nell’Italia Unita (sappiate che sono profondamente nordista di origine); dall’altra più pragmaticamente ritengo che il sud Italia sia l’unico mercato emergente rimasto nel mondo diciamo avanzato, un’occasione unica. Certo, a condizione che lo Stato non sia d’impiccio, con la sua burocrazia fine a se stessa, anzi troppo spesso atta a perpetrare il potere di amministrativi e giudici, che troppo spesso vivono di entropia ossia di litigi e incombenze che troppo spesso potrebbero essere evitati. Pensate che anche i napoletani si lamentavano di questo – li ho sentiti io! -; ricordando la protesta “in solidarietà” coi gilet gialli dei molti nordisti che conosco quando si limitavano ad osservarli – arrabbiatissimi – in TV.
Il sud rappresenta certamente una risorsa inesplorata, enorme. E credetemi, non voglio arrivare alla solita tiritera, dire che bisogna far sviluppare il sud per vincere la sfida anche con l’EU, innescando crescita (questo è corretto), visto che l’EU non vuole che l’Italia si risollevi in quanto spera imploda prima o poi, per poi conquistarla per quattro soldi (…).
No, la mia ricetta è MOLTO PIU’ SEMPLICE: ho maturato la convinzione che ci sia un modo semplice per risolvere gran parte dei problemi italiani. Come? SPOSTARE GRAN PARTE DEI MINISTERI DA ROMA, trasformando l’Italia in un paese veramente federale, sulla falsa riga di quanto fatto dagli americani in Germania. Che so, il ministero dell’Interno a Napoli dove forse più esistono tensioni criminali; il ministero della giustizia a Trieste, onde imprimere un ordine filo-asburgico al diritto; quello dell’economia e finanze a Milano, la capitale economica; quello della difesa a Palermo, la nostra partaerei nel mediterraneo; quello delle politiche sociali e del lavoro a Bologna, e via discorrendo.
Tale soluzione sarebbe indolore, anzi permetterebbe di creare sviluppo diffuso in altre città, invece che concentrare tutto nella Capitale. Inoltre renderebbe meno agevoli gli inciuci, dove i romani sono maestri millenari, mantenendo a Roma comunque la Presidenza della Repubblica e la Corte Costituzionale, in attesa di un Papa che difenda come sempre ha fatto la città eterna (a Bergoglio, primo in duemila anni, sembra importare poco di tale aspetto).
Diciamolo: la questione meridionale l’hanno creata a Roma in quanto il nord ha sempre pagato – al contrario di quanto fa la Germania con l’EU periferica – per aiutare il Meridione, infatti in tale modo un insegnante di Palermo prende lo stesso stipendio di uno di Milano nonostante chiare differenze di costo della vita. Ossia, gli italiani tutti hanno contribuito di tasca propria allo sviluppo del Meridione, peccato che le risorse siano state dilapidate grazie alla malagestio romana.
Esagero? Non ritengo proprio: Roma corrompe, è bellissima, tutti i politici del nord quando ci arrivano sembrano cedere a tutte le tentazioni. Evitiamo appunto di creare cotante tentazioni, spezziamo il governo in vari ministeri distribuiti nei capoluoghi italiani, così aiuteremmo anche le regioni lontane dal centro a crescere. E possibilmente instillando un po’ più di ordine!
Dico questo con grande rispetto per gli amici romani. Sono sicuro anche loro si rendano contro della sussistenza del problema….
Mitt Dolcino
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