Come sapete, da tempo sto facendo divulgazione sul troppo che non torna nella trama mediatica del “riscaldamento climatico”; molto non quadra, sembra quasi esista “prima di tutto” un intento a piegare la realtà ad interessi particolari, ad esempio confondendo le cause di fenomeni – per altro dubbi – per giustificare contromisure assurde, su tutte l’auto elettrica (come risposta all’ipotesi di riscaldamento globale), la cui imposizione, per lo stato della tecnologia attuale, non è altro che una tassa mirata ad arricchire soprattutto “qualcuno in particolare” (leggasi, la filiera produttiva franco-tedesca, a cui il complesso delle leggi Comunitarie nel merito di fatto ormai sembra rispondere).
Or dunque, visto che per chi scrive la Questione del Metodo (di cartesiana memoria) è irrinunciabile, per completezza informativa ho deciso di invitare uno scienziato (italiano) a contribuire a far chiarezza sull’argomento “Global Warming”:
il dr. Vincenzo Zappala’, a cui ho chiesto un’analisi indipendente sull’argomento. In breve, visto che le interazioni planetarie e gli effetti solari sul clima terrestre la faranno da padrone nei prossimi lustri, chi meglio di un astronomo professionista può illuminarci sul tema? Sottolineo, nessuna modifica è stata fatta alla sua analisi, che è rimasta tal quale. Lo scopo dello scrivente infatti è di informare in modo corretto ed indipendente, ricordando a tutti che dentro la nostra zucca c’è un strumento di comprensione meraviglioso, il cervello!
Vincenzo Zappala’
Astronomo Ordinario presso l’Osservatorio Astronomico di Torino ha al suo attivo più di 250 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali quali Nature, Science, Astronomical Journal, Icarus, MNRS, Astronomy and Astrophysics, ecc. ed è stato per un triennio Presidente della Commissione 15 (fisica dei piccoli corpi del Sistema Solare) dell’Unione Astronomica Internazionale. E’ stato uno dei pionieri dello studio fisico degli asteroidi e ha permesso di definire la loro classificazione in famiglie, secondo un metodo oggi universalmente riconosciuto come ufficiale. Ha svolto conferenze invitate nei maggiori Centri Universitari e Istituti di ricerca astrofisica mondiali, oltre a tenere un corso di Planetologia all’Università di Rio de Janeiro. Presidente di molti Congressi internazionali si è visto assegnare, quale segno di stima, l’asteroide 2813 che ora porta il suo nome.
Editore del blog: https://www.infinitoteatrodelcosmo.it
Ecco dunque il suo intevento, da non perdere!
La verità sui cambiamenti climatici
I ghiacciai si ritirano, la Groenlandia si riempie di fiori, il ghiaccio dell’artico sta sparendo, il livello dei mari sta salendo… Fermate il riscaldamento globale o la Terra morirà!
Innanzitutto, limitiamoci a parlare di “estinzione” della specie umana (ricordiamo che non esistono le razze umane, dato che esiste una sola specie) e non certo di morte di un pianeta e nemmeno di vita biologica in generale. La nostra Terra ha circa quattro miliardi e mezzo di anni e ha visto cambiamenti climatici di tale portata che quello attuale (sempre che sia reale) assomiglia alla puntura di un microscopico moscerino. No, la Terra non può né morire né ammalarsi per colpa dell’uomo… non illudiamoci. Ci crediamo potenti e imbattibili e invece siamo in completa balìa dei fenomeni della Natura che nemmeno si accorge della nostra presenza e,comunque, se ne cura ben poco.
Pensiamo allo splendido sviluppo dei dinosauri, evolutisi per circa 180 milioni di anni e falcidiati per la caduta di un asteroide, un piccolo oggetto di soltanto 10 km di diametro. E perfino peggiori sarebbero gli effetti di una normale esplosione di una stella gigante a distanza non troppo elevata dal nostro Sole. Tra parentesi, ricordiamoci che quando i dinosauri erbivori erano cresciuti un po’ troppo in numero, il pianeta stesso non ha avuto bisogno di creare Commissioni dell’ONU, movimenti ecologisti, tasse speciali e cose del genere, ma si è limitato a inserire una certa quantità di veleno nelle foglie del cibo preferito dagli enormi erbivori e la riduzione è avvenuta in modo molto naturale. Potrebbe sembrare una severa punizione, eccessivamente drastica? No, è meglio che l’uomo non critichi la Natura, visti gli eccidi compiuti per pure ragioni di dominio, ricchezza e religione nei confronti di individui della stessa specie. Se diventassimo troppo pericolosi, basterebbe un bel virus resistente a tutti i nostri antibiotici e via, si ricomincerebbe da capo, magari con migliori risultati.
No, la Terra non è moribonda e nemmeno malata e continua la sua esistenza molto avventurosa, mai uguale a se stessa e pronta, nel caso, a ricominciare ad accudire la vita (lo ha già fatto parecchie volte). Sarà il Sole l’unico capace di distruggere per sempre la sua creatura. Noi, uomini, siamo capaci di costruire macchine stupefacenti? Bene, bene… ma, comunque, rimaniamo animali con tutti i problemi che ne derivano. Un albero può vivere centinaia di anni, una cellula singola come il lievito è riuscita a sopravvivere nei tempi in cui l’atmosfera terrestre non aveva ossigeno. Insomma, non siamo niente di veramente speciale… Diamoci una calmata… siamo, in realtà, capaci solo di autodistruggerci fisicamente e moralmente. Poco di più… La guerra è la più grande invenzione dell’homo sapiens… ricordiamocelo sempre, così come, proprio per emergere rispetto ai suoi simili, ha spesso e volentieri fatto progressi tecnologici molto brillanti (bomba atomica, razzi tipo V2, conquista della Luna, senza andare a tempi più antichi). Avrebbe dovuto usare di più il grande dono del cervello che quello della forza bruta e della violenza.
Parliamo, allora, un po’ del nostro pianeta e del suo clima. Esso è legato in modo indissolubile alla stella Sole. Una specie di mamma che lo rifornisce di luce e, quindi, di calore. Per potere sfruttare al meglio questi regali la Terra ha creato un’atmosfera capace di mediare, di smussare, di variare, di adattare, di elaborare la radiazione proveniente dal Sole. Un’atmosfera che si è coalizzata con il campo magnetico per riuscire a non essere investita dai raggi cosmici, una vera e propria arma di distruzione di massa. Lo stesso Sole ci aiuta cerando di spazzarli via attraverso i suoi potenti soffi (il vento solare). Non troppo caldo, non toppo freddo… è una delle regole del Cosmo e lo è anche per la vita biologica.
Essa è capace di adattarsi un po’ a tutte le condizioni,ma se vuole evolvere è meglio che venga aiutata dalla Natura e che capisca bene le sue regole fondamentali (prima di inventarsene di personali come vorrebbe fare l’uomo). Guardiamo le piante. Loro sì che sono riuscite a sfruttare al 99.9 % l’energia del Sole. Con l’aggiunta di un po’ di anidride carbonica (il CIBO della vita, ricordiamocelo) e di acqua si prepara lo zucchero di cui sono ghiotte e liberano nientemeno che l’ossigeno, un gas che definire fondamentale è poco. L’uomo, con tutta la sua tecnologia, è ben lontano da questi traguardi!
Il Sole, però, è una mamma che alterna periodi di tranquillità a periodi estremamente nervosi (e siamo già abbastanza fortunati perché se vivessimo vicini a una nana rossa le cose sarebbero ben peggiori). L’atmosfera deve fronteggiare in qualche modo questi sbalzi di umore, aiutata dalle correnti oceaniche che trasportano il caldo e il freddo. Un gran lavoro di equipe che, però, non può non portare a cambiamenti climatici anche di notevole entità. Cambiamenti climatici… ecco due parole che vanno per la maggiore ai nostri tempi. Due parole che sono diventate quasi come un doveroso “amen” alla fine di ogni spiegazione dei fenomeni naturali che la Natura ci propone.
Inoltre, per partire dai grandi numeri, l’orbita della Terra attorno al Sole e il suo asse di rotazione sono ben lungi dall’essere delle costanti immutabili. Tutto ciò a causa, soprattutto, dei piccoli dispetti che si divertono a farci i fratelli di dimensioni maggiori. Perturbazioni planetarie le chiamano e i loro tempi sono molto lunghi, troppo lunghi perché l’uomo se ne renda conto durante la sua breve vita. Ringraziamo la Luna che in qualche modo fa da stabilizzatore e riduce di molto spostamenti che potrebbero essere ben più catastrofici. In poche parole, cambia l’inclinazione del piano orbitale della Terra, cambia l’angolo che l’asse di rotazione forma con questo piano, cambia la traiettoria stessa della Terra (eccentricità orbitale) e molte altre cose. I tempi scala di questi cambiamenti sono dell’ordine delle decine di migliaia di anni, ma agiscono sicuramente con effetti ben più grandi di quanto si possa immaginare.
Si sono trovati, almeno nel passato più recente della Terra, cicli di abbassamento e innalzamento delle temperatura globale media veramente notevoli. La prova più evidente è data dalle glaciazioni che si ripetono più o meno ogni 100 000 anni.
Variazione di vari parametri orbitali terrestri e loro influenza sulla intensità della radiazione solare e sui periodi di glaciazione
Oggi, come vediamo dalla figura precedente, siamo su un picco di alta temperatura che segue un andamento che con l’uomo c’entra molto poco, visti i millenni che copre.
Tra l’una e l’altra glaciazione, ma anche durante esse, vi sono variazioni di breve periodo non certo trascurabili, in grado di cambiare completamente le condizioni in cui la vita biologica deve sopravvivere. L’uomo è appena nato e non ha grande esperienza di questi fenomeni. Chiedete, però, all’uomo delle caverne se sa cos’è veramente il freddo… Fino a circa 10 000 anni fa le glaciazioni interessavano l’Europa a ritmi di qualche migliaio di anni all’interno del ciclo generale dei 100 000 anni.
Vi siete mai chiesti perché all’uscita delle grandi valli alpine (Val di Susa, Valle d’Aosta, ecc.) o a valle dei grandi laghi alpini, vi siano idilliache colline? Esse altro non sono che i resti delle morene frontali degli antichi ghiacciai che scendevano fino alla Pianura Padana. Eh sì, l’uomo preistorico ne ha viste di belle e di brutte e meno male che la migrazione africana aveva portato una specie capace di resistere e fronteggiare al meglio le avversità. Detto fra noi sapete qual era il colore della pelle degli uomini europei dopo i Neanderthal? Il bruno scuro, ricordo dei progenitori. Il colore bianco è arrivato lentamente attraverso le migrazioni delle popolazioni del Caucaso. Quante favole ci raccontano i media, mamma mia…
Il lago di Garda e la Valle dell’Adige al termine dell’ultimo periodo glaciale
Ma torniamo al clima (anche se le grandi migrazioni sono sempre state strettamente legate al clima). Stiamo ancora parlando di oltre 10 000 anni fa, e invece noi siamo interessati a oggi e a domani. Al diavolo gli antichi e il loro clima, anche se solo capendo ciò che hanno vissuto loro, potremmo capire come potremmo vivere noi, qualsiasi sia il combustibile che è stato usato per avere energia (solo le piante hanno risolto la questione, ma sono un enorme passo in avanti a noi…). E allora fatemi considerare due personaggi, apparentemente molto diversi, ma estremamente indicativi per cercare di allargare un po’ la nostra conoscenza legata ormai ai media e ai tuttologi prezzolati che diventano professori ed esperti solo per meriti televisivi . Essi sono l’uomo del Similaun (Oetzì, insomma) ed Erik il Rosso (uno dei grandi capi vichinghi). Il primo è vissuto circa 3000 anni prima di Cristo e l’altro nel 900 dC. Tempi scala ormai vicini ai nostri giorni: dai miliardi e milioni di anni siamo passati ai secoli.
L’uomo di Similaun è stato trovato (la sua mummia, in realtà) a circa 3200 metri d’altezza, coperto dal ghiaccio che lo ha preservato. Un cacciatore? Un pastore? Beh… è difficile saperlo. Sicuramente non era un alpinista in vena di conquistare vette alpine. I media ci urlano: “Ecco perché l’abbiamo scoperto! Perché si stanno sciogliendo i ghiacciai… Poveri noi!”. Però, però… si potrebbe fare un altro tipo di ragionamento…10 000 anni fa c’era sicuramente tanto ghiaccio nelle Alpi. Ha poi cominciato a ritirarsi non certo per colpa dell’uomo preistorico. Solo da poco è diventata una vera corsa al disgelo a causa della CO2 (sì, sempre lei, ma non fatevi sentire dalle piante… mi accomando!). Sì, ma c’è qualcosa che non torna in tutto ciò! Oetzi stava camminando tranquillamente (o magari inseguito o quello che volete) su un sentiero posto a 3200 metri d’altezza. E non aveva ramponi né attrezzatura da ghiaccio… Ne segue che ai suoi tempi i ghiacciai erano già diventati meno estesi di oggi. Il che vuol dire che 3000 anni prima di Cristo vi era già stato un disgelo spaventoso, tale da permettere di transitare impunemente dall’Austria all’Italia a quote molto elevate. Un disgelo sicuramente più grande quello odierno.
Il luogo del ritrovamento della mummia e il ghiaccio sottostante ancora ben visibile. Non certo il luogo ideale per una passeggiata preistorica.
Ma chi è che ha fatto sciogliere i ghiacci e poi li ha di nuovo fatti estendere per prepararli alla tragedia attuale? Non ditemi che è stata l’utilizzazione dei combustibili fossili (mi hanno detto che Oetzi non conosceva ancora il petrolio e non usava automobili più o meno inquinanti e -forse- non aveva nemmeno la corrente elettrica in casa sua). Uno scioglimento (ho paura a dire la parola)… naturale, dovuto a cause legate, come già detto, alla risposta della nostra atmosfera agli umori di mamma Sole. Non solo, però, si deve anche spiegare perché vi è stato il successivo aumento dei ghiacciai, dato che hanno mummificato un uomo che camminava sui prati o sulle rocce.
Ma, allora, si potrebbe anche pensare che nel giro di pochi secoli il clima sia cambiato in modo notevole senza poter dare la colpa ad Oetzi e ai suoi amici di allora! Che strano che nessun esperto televisivo ci abbia mai pensato… che strano… o -forse- non sono proprio esperti o hanno avuto ordini ben precisi. Ci sono riuscito io che sono solo un povero ignorante planetologo che ha passato la vita a studiare i pianeti di qualsiasi taglia. Ricordiamoci bene che vi è una enorme differenza tra metereologo e climatologo.
Passiamo a Erik il Rosso. I vichinghi, fantastici navigatori che avevano a disposizione una tecnologia d’avanguardia con navi rompighiaccio che oggi ancora ci sogniamo. No, forse, non è proprio così… dicono che utilizzassero barchette di legno sia a vela che a remi..
Una ricostruzione fedele di una GRANDE nave vichinga. Si nota molto bene l’altissima tecnologia usata per rompere i ghiacci dell’Artico.
Forse usavano piccozze speciali per rompere il ghiaccio? Boh… sembrerebbe di no. Vi è, però, una soluzione alternativa… Il mare artico era libero da ghiacci… Oh, mamma mia! che terribile bestemmia ho mai detto. Eppure come hanno mai fatto a spingersi fino a Terranova nell’odierno Canada (sono stati trovati resti inequivocabili). E sapete com’era chiamata dai Vichinghi? Terra del vino (Vinland), proprio perché era coperta di viti selvatiche con le quali i vichinghi iniziarono a produrre vino che trasportavano in patria (sempre attraverso un fantomatico ghiaccio che non poteva proprio esserci).
I principali viaggi dei Vichinghi prima del gran freddo del 1400, ricostruiti attraverso i ritrovamenti archeologici.
Durante questi viaggi lo stesso Erik decise di fondare colonie su un’isola molto attraente, ricca di prati verdi. Il nome? Facile da ricordare: Terra Verde, Groenlandia! State attenti a non chiedere ai superesperti televisivi, però… vi ripeteranno la solita favoletta che il verde si riferiva al colore del ghiaccio, dimenticandosi dei continui viaggi, della colonizzazione, dei resti ritrovati in loco, comprese ossa di mucche e di bestiame da pascolo. Magari, ogni tanto, iniziate a dubitare di ciò che i media vi impongono quasi con rabbia e sadico piacere. Vi può essere d’aiuto la lettura di “1984” di George Orwell. Ricordiamo solo una frase del libro… “Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza son la stessa cosa”. E Umberto Eco è stato ancora più chiaro a riguardo: “Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d’amore, ma basta che egli sia un’immagine televisiva”.
Tornando ai Vichinghi, si ricorda come lo stesso Erik avesse una fattoria in Groenlandia con più di cento bovini. Facendola breve, si sa per certo, ormai, che tra il 1000 e il 1300 ci fu una fase di gran caldo, con temperature ben superiori a quelle attuali. In Scandinavia si produceva vino, tanto per rimanere in tema. Poi, gradatamente le temperature scesero e i ghiacci bloccarono le rotte verso le nuove terre. Dal 1410 si interrompono anche le notizie sulle colonie vichinghe in Groenlandia.
Nel frattempo era iniziato il gran freddo accompagnato dalla terribile peste nera. Da quanto si legge nei testi di paleoclimatologia, si deduce che le variazioni climatiche sono state molto frequenti nel periodo storico. Grandi periodi di caldo (con temperature anche superiori di 2-3° C rispetto a quelle attuali), alternati a periodi grande freddo, come la piccola era glaciale intorno al 1700, provata dai bellissimi quadri fiamminghi che mostrano una serie incredibile di grandi laghi di pianura ghiacciati.
La laguna di Venezia ricoperta dal ghiaccio nel gennaio del 1709, raffigurata da Gabriele Bella
I ghiacciai alpini variavano di conseguenza, aumentando nella piccola era glaciale, ritirandosi a partire dalla sua fine, intorno al 1800. Attualmente vi è una fase di modesto riscaldamento, anche se pochi si ricordano che negli anni ’60 del secolo scorso si gridava al freddo insostenibile che stava per piombare sulla Terra: si pensava perfino di coprire di polvere di carbone il Polo Nord.
Permettetemi un breve riassunto basato sugli studi paleoclimatici che riportano tra il 5000 e il 2000 avanti Cristo un riscaldamento con temperature che salgono fino a 4°C sopra le attuali. I ghiacciai arretrano molto di più della situazione odierna (Oetzi poteva passeggiare ad alta quota) e il Mar Glaciale Artico si libera dai ghiacci durante le estati. Seguono periodi più freddi alternati a periodi più caldi. Intorno all’800 d.C. ritorno delle alte temperature e via libera ai Vichinghi fino al freddo del ‘400 che poi culminò con il grande freddo del ‘700.
L’orbita della Terra conta poco su periodi così brevi, simili a quello attuale che dovrebbe essere iniziato intorno al 1850.
Ma la colpa è proprio dei combustibili fossili? Non potrebbe essere, ancora un volta, del tutto naturale, come le ricerche scientifiche non mediatiche insegnano? In fondo il lieve aumento della temperatura si è fermato da vent’anni, mentre la CO2 continua ad aumentare con grande piacere dei vegetali.
Anidride carbonica, il diavolo del ventunesimo secolo. Roba da ridere rispetto alle epoche in cui i vulcani la scaraventavano in grande quantità nell’atmosfera. E non mi si venga a dire: “Non vogliamo finire come Venere!” perché quello è proprio il mio campo di ricerca e posso assicurare a tutti che non è stata la CO2 a ridurre Venere il forno che è oggi. La vera colpevole, il gas serra per eccellenza, è il vapore d’acqua, quello in cui si sono trasformati gli oceani di Venere e che il vento solare ha poi spazzato, lasciando però un mondo riscaldato all’inverosimile. L’astrofisica è una scienza vera e non mediatica….
E torniamo a bomba… il vero colpevole dei cambiamenti climatici a breve e medio periodo è il Sole, con i suoi massimi e minimi di attività. Lui ha un ciclo di 11 anni circa in cui passa da un minimo a un massimo di attività, ma quello che veramente conta è che questi cicli variano notevolmente di ampiezza. Nel ‘700 (piccola era glaciale) vi è stato il più grande minimo solare (scomparsa quasi completa delle macchie solari) che la storia ricordi, chiamato Minimo di Maunder. Oggi , dopo un periodo di notevole intensità dei cicli (con la piccola interruzione degli anni 60), si sta andando verso un minimo che potrebbe ripetere quello di Maunder.
I cicli solari a partire dal minimo di Maunder (piccola era glaciale). Si noti anche quello di Dalton (altro periodo di grande freddo) e l’abbassamento del ciclo intorno al 1970 (quando si temeva una nuova fase glaciale). L’ultimo ciclo non preannuncia niente di “caldo” per i prossimi decenni.
Minimi e massimi solari vogliono dire variazioni dei parametri atmosferici e delle correnti oceaniche di tipo periodico. Non solo variazione degli effetti, ma anche delle stesse cause (feedback) in un regime di tipo caotico di cui ancora la scienza vera sa ben poco. E’, però, ormai chiaro che cicli di piccola ampiezza corrispondono a periodi freddi mentre quelli di grande ampiezza a periodi più caldi.
Come sarebbe bello saperne di più… ma i fondi vanno alle ricerche che seguono il dogma ormai assodato dei cambiamenti climatici, quelli che ci caricano di tasse ecologiche, di costruzioni come le pale eoliche in mano alla criminalità organizzata, di pannelli solari che servono a pochi ma sono pagati dai molti che non possono usarli. Pannelli con un costo enorme e con una resa ridicola (le foglie delle piante ridono apertamente di loro). E poi c’è tutto un giro di affari che non è mio compito sollevare. L’importante è che la gente non pensi (Orwell…) e beva tutto ciò che i poteri forti gli fanno ingoiare.
Continuiamo pure così, mentre, senza curarsi di noi, il grande minimo solare sta avvicinandosi… Poi le solite cassandre saranno pronte a cambiare drasticamente idea e spaventarci con il raffreddamento globale e con nuove tasse per aumentare le temperature con tutti i mezzi possibili.
No, cari amici, la Terra non è malata… siamo malati noi e stiamo dando pienamente ragione a Orwell!
Per concludere, un altro appunto: nessuna delle tragiche previsioni date da quella messa in scena costruita dall’ONU con i nostri soldi (L’IPCC e le sue riunioni zeppe di politici, politicanti e lecchini vari, fatte nei più lussuosi alberghi che, come sempre, paghiamo noi) si è avverata e abbiamo avuto il coraggio di dare un premio Nobel a un bugiardo (nel senso che le sue previsioni non si sono assolutamente avverate) come Al Gore. Nessun modello climatico ha valore con le scarse conoscenze di oggi. Purtroppo i fondi per la ricerca vanno solo a chi giura di concludere che la colpa del riscaldamento globale è solo dell’uomo e non certo del Sole, personaggio del tutto secondario (speriamo che non decida di passare alle maniere forti).
Ci vorrebbe ben altra scienza per capire e studiare, come si faceva ai bei tempi di Galileo Galilei. E intanto la data del non ritorno continua spostarsi in avanti, le risoluzioni dell’ONU sono solo delle messinscene per il popolo idiota e credulone (basta spaventarlo), e il carbone e il petrolio continuano a far gola. Un esempio per tutti: la Norvegia, un paese ecologista modello, che oltre a uccidere le balene, malgrado dovrebbe essere vietato, bucano in lungo e in largo l’artico per estrarre petrolio e venderlo a tutto il mondo. Quando l’ipocrisia diventa atto di fede!!!
Penso, infine, che l’accanimento verso la CO2 sia una specie di specchietto per le allodole che cerca di nascondere i veri problemi dell’inquinamento. Problemi troppo legati alle industrie automobilistiche e all’eccessivo riscaldamento cittadino. Ma di questo inquinamento, quello vero, ci si ricorda solo quando non piove e operando palliativi ridicoli.
Non ho inserito nessuna nota bibliografica e nemmeno accennato ai numerosissimi studi scientifici accurati sui vari aspetti del fantomatico Global Warming, ma basta andare QUI o cercare riscaldamento globale nella finestra di ricerca del mio blog e avrete tutte le referenze scientifiche che volete. E, soprattutto, riflettiamo e usiamo il cervello prima che ce lo brucino completamente.
Vincenzo Zappala’
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