Jonah Goldberg anni fa scrisse un libro illuminante, “Liberal Fascism – The Secret History of the American Left, from Mussolini to the Politics of Meaning“, anche acclamato al di là dell’oceano, in cui l’autore espresse un concetto davvero banale nella sua tragica semplicità: i fascismi e nazismi storici sono sempre nati a sinistra. Mussolini era di sinistra, i fasci del lavoro erano di sinistra. Hitler era nazionalsocialista a difesa dei lavoratori. Eppoi Pol Pot, Fidel Castro, lo stesso Stalinismo… Cosa accomuna i citati esempi di fenomeno involutivo nazifascista, che regolarmente si insidia nei gangli vitali di interi ordinamenti statali?
Secondo Robert O. Paxton, il più grande storico del fascismo, addirittura acclamato dai francesi in quanto seppe convincere la gauche nella sua interpretazione del fenomeno di Vichy, ci sono alcune diagnosi che si possono fare per stanare per tempo il fenomeno. Nel caso di Vichy, secondo Paxton, la deriva pro nazi e pro Hitler oltre che pro Germania egemonica e coloniale non fu un caso ma anzi la normale e calcolata conseguenza di una involuzione in senso dittatoriale e revanscista soprattutto della società elitaria francese (…).
(Domanda: questo esempio vi ricorda forse qualcosa di molto più attuale? …)
Anche allora francesi e tedeschi combattevano per l’EUropa…
Fascism Checklist
1.Prima di tutto i fascismi nascono come movimento degno, sulla base di un’apparente correttezza del messaggio ideale, dietro cui si celano enormi contraddizioni – ed interessi – che col tempo emergono, facendo evolvere il movimento inizialmente cripto-fascista di sinistra in un movimento chiaramente oppressivo e totalitario, a livello istituzionale.
2.Il secondo segnale da verificare è la sistematica asimmetria, nei giudizi e legislativa: appunto, proprio da tale coscienza falsata nelle valutazioni nasce uno stato asimmetrico, che va a vantaggio di “qualcuno in particolare” di norma facente parte del gruppo di potere. Va infatti sempre tenuto presente che il fascismo è affare di Stato, memento che durante il fascismo furono i giudici – e NON Mussolini – che incarcerarono Gramsci, a norma di legge.
3.Successivamente va valutata l’evoluzione in ideologia e slogan dei fenomeni sopra citati: di norma ciò procede per passi successivi, prima identificando piccoli fenomeni circoscritti che poi si diffondono ad altri ed alla generalità. Ricordiamo il detto “ebrei parassiti” della Germania nazista ecc. Dunque si andò oltre, alle genealogia in quarti di ebraismo, ai comunisti da combattere, per arrivare ai campi di lavoro ed alle camere a gas, in una tragica progressione.
4.Chiaramente il movimento nazista o fascista deve far leva su bisogni reali che la gente sente propri, spesso facendo passare – ad arte – altri bisogni (etica inclusa) in secondo piano: nel nazismo il bisogno di certezze e sicurezza, ossia anche di lavoro dopo la catastrofica prima guerra mondiale e la grande inflazione, fu la leva che autorizzò inconsciamente il volgo tedesco a girarsi dall’altra parte quando vedeva gli ebrei pestati per strada. O quando si tacevano i campi di lavoro, dove prigionieri politici venivano incarcerati a lavorare gratis per supportare lo sforzo bellico. Addirittura si arrivava, come raccontava Inge Feltrinelli, a non chiedersi da dove arrivasse la puzza che usciva dai camini dei Lager, dove si bruciavano corpi umani. “Tutti sapevano” diceva la moglie – tedesca – del grande Feltrinelli.
La famiglia Quandt/Goebbels, proprietaria di BMW AG
Una cosa è certa: dietro a fascismi e nazismi vari si nasconde la difesa di interessi particolari, non è un caso che le famiglie al potere nell’epoca guglielmina erano le stesse che tiravano i fili dell’economia con Hitler. Dovrebbe farci riflettere che anche oggi, a comandare l’economia tedesca, sono le stesse famiglie di allora (Albrecht, Quandt/Goebbels, Piech, Thyssen, Dassler ecc. ecc.), una continuità da fare invidia a qualsiasi ipotetico sistema pan-globalista. Non è casuale che oggi il referente degli esportatori tedeschi sia proprio il potentissimo Schauble, ex ministro degli interni sia prima che dopo la caduta del muro, ovvero colui che ha ereditato la Stasi.
(Forse è per questo che i miliardari globalisti attuali di tutto il mondo guardano con enorme interesse al modello tedesco, dove chi è ricchissimo può vedere preservati potere, ricchezze e privilegi per oltre 100 anni nonostante due guerre perse – forse gli aspiranti dovrebbero anche notare che per restare per così tanto tempo in auge è necessario sottrarre ricchezza “a terzi” in modo sistematico, …-).
L’enorme concentrazione di ricchezza nei due paesi con le più forti radici filo-nazi, Germania e Svezia, vedasi LINK
Domandiamoci, quali sono oggi gli interessi particolari più grandi se non quelli delle grandi fortune globaliste, delle elites, dei miliardari globalisti che grazie al liberismo sfrenato hanno accumulato enormi fortune alle spalle del resto delle società? Fa sorridere che tra i sostenitori del globalismo – come, in termini aspecifici, sostiene Goldberg o, vedremo dopo, anche Pipes – si celino molto spesso gli stessi ricchissimi nipoti delle grandi famiglie che sostenevano Hitler.
Infatti, se vogliamo ulteriormente approfondire l’analisi, possiamo provare la chiusura del cerchio secondo la tesi di Daniel Pipes (un ebreo), in grado di collegare in modo leggibile e convincente sinistra, fascismi e liberismo obamiano; liberismo che guarda caso – da Obama in avanti – possiamo dire sia sfociato a tutto tondo nel globalismo oltre che in un parossismo nell’accumulo di ricchezza. Faccio presente: tale parossismo è stato catalizzato da un esperimento monetario unico nella storia umana, i tassi a zero o quasi mantenuti anche quando la crisi (subprime) era già stata risolta (ossia dal 2012 in avanti, da lì le borse decollarono). Prendo come riferimento l’interessante analisi di Daniel Pipes sul Jerusalem Post, articolo scritto in tempi non sospetti, addirittura prima della crisi sub prime, ossia nel gennaio 2008: riprendendo molti dei concetti di Goldberg, Pipes ci ricorda finalmente come l’espressione di fascismo liberale possa essere riassunta nell’operato del maccartismo Dem. O anche rivisitando il ruolo dei vari New Deals dirigisti di Roosevelt – molti dei quali fallirono – per collegare un esempio suppostamente “positivo” [il New Deal] ad una radice ideologica prettamente nazista e fascista legata alla Presidenza Roosevelt, uomo certamente dirigista e antisistema (memento che la sfida più grande alla Corte Suprema USA fu mossa proprio da Roosevelt, perdendo – fortunatamente -).
Ma il passo più interessante sta innegabilmente nella connotazione data da Pipes di Hillary Clinton, si era nel 2008, come continuità liberale moderna dietro al cui paravento si innescano gli stessi precisi identici meccanismi dei fascismi storici, solo con una veste più attuale. Ossia, sempre con la scusa del liberismo e con l’etichetta ipoteticamente garantista della sinistra, l’apparato clintoniano si difendevano in modo celato gli interessi particolari di chi conta davvero (la Fondazione Clinton inaugurò un nuovo approccio, un centro di potere globale che, in cambio di pagamenti per speech vari, aiutava i miliardari globalisti a fare i loro interessi, anche mettendo a servizio di paesi esteri – Qatar su tutti – l’armata militare USA, ndr).
Torniamo a nostri tempi ed ai soliti, illuminanti fatti. Oggi abbiamo inanzi una serie di rivendicazioni sociali tanto improvvise quanto grossolane, mai vista un’evoluzione simile nella storia: oggi le rivendicazioni globaliste non sono in cerca di uguaglianza o giustizia, no, infatti si tratta bellamente di incitamento mediatico a non rispettare le leggi di Stati interi (per altro con atteggiamenti asimmetrici, vedasi l’accoglimento dei migranti sollecitato per l’Italia mentre Austria e Francia chiudono contemporaneamente le frontiere e non accettano la riallocazione dei disperati spiaggiati in Italia, contravvenendo alle norme EU; o le ONG francesi e tedesche – molto probabilmente sovvenzionate dai loro servizi segreti – che cercano di far giungere più migranti possibile in Italia). Appunto, con l’aiuto dei media si sta cercando di sdoganare il diritto di far entrare migranti in selezionati Paesi SENZA CONTROLLI PREVENTIVI, di fatto andando contro le leggi di ogni stato. Leggi sull’immigrazione che, inevitabilmente, hanno da sempre come primo obiettivo difendere i confini, come strumento per difendere il paese. Dobbiamo infatti chiederci perchè questo accada, precisamente oggi.
Il motivo è semplice: la distruzione della classe media – necessaria per drenare la ricchezza indispensabile per tenere al potere ed anzi anche arricchire le elites globaliste – ha creato malessere diffuso tra la popolazione votante, malessere imperante. Tale malcontento generalizzato proviene da una popolazione occidentale stanca ma acculturata, certamente più conscia dei propri diritti civili e sociali di quello che possono essere ad esempio gli immigrati illegali africani spiaggiati sulle coste italiane, cresciuti in quasi totale assenza dello Stato. Dunque, quale miglior soluzione per mantenere lo status quo semifeudale – status quo diverso da quello che vedeva la competizione tra tante piccole ricchezze “alternative” rappresentate politicamente da sinistra e destra anni ’70 -, di far arrivare nei paesi occidentali “scontenti” dei poveracci senza cultura, gente che si può comprare con qualche centinaio di euro al mese in cambio del voto. Ossia per preservare smisurati patrimoni neofeudali accumulati grazie al globalismo: una volta fatti arrivare i migranti africani (che devono essere necessariamente poveri, ignoranti e manipolabili), bisognerà regolarizzarli e poi farli votare per il partito che rappresenta gli interessi degli stessi che li hanno strappati dalle loro terre, aree africane intrinsecamente ricche e dunque depredate dalle multinazionali occidentali… Di proprietà delle elites miliardarie. Appunto.
Per fare questo, inevitabilmente, bisogna far leva sull’archetipo di partito dei lavoratori nei paesi occidentali; ad esempio in Italia, il supposto partito dei poveri è ormai sotto controllo delle elites globaliste che fanno riferimento al PD, gli eredi del comunismo. Volete qualche esempio pratico? La tessera n. 1 del PD è di un miliardario, Carlo De Benedetti; le fila del PD sono infarcite di gente che è stipendiata con ricchi contratti di collaborazione con la Open Society di George Soros, un altro miliardario globalista, facente parte di una compagine mondiale (potentissima) molto ampia….. Le multinazionali giocano invece di sponda ricattando i governi con le delocalizzazioni. Non a caso Confindustria, in rappresentanza delle grandi aziende italiane, tifa PD; addirittura un candidato alla segreteria del partito succitato è in predicato di farsi eleggere alla presidenza proprio di confindustria (Calenda).
Appunto, chiedetevi come il PD – partito di supposta sinistra – possa fare contemporaneamente gli interessi di Soros, di Debenedetti, degli Elkann (con cui il Carlo di Ivrea è socio nel gruppo editoriale La Stampa-Repubblica) e degli operai cassintegrati della FIAT…
Per non parlare del partito civetta di Tsipras, praticamente un Kapo tedesco: dove sono finite le lacrime e sangue dei greci? Vedasi l’immagine che segue.
Infatti – ora arrivano… – i media servono per costruire supporto mediatico, supporto che altrimenti sarebbe inesistente perchè la maggior parte (numerica) dei votanti sta male, sta perdendo benessere a vantaggio dei soliti elitisti: guarda caso i grandi media sono di proprietà delle stesse elites globali che puntano a destabilizzare la nostra società, una sorta di dividi et impera fatto tra concittadini, affinche il più forte sebbene numericamente inferiore ne tragga vantaggio. Dunque ecco arrivare puntuali le fake news, che ad andare a contarle – e soprattutto pesarle – provengono soprattutto dai media mainstream (fate un’analisi critica sui casi più eclatanti e mi direte).
Se poi vogliamo passare al sociale, parliamo di #MeeToo, uno scherzo del destino se calzato sulla pelle di alcune sue paladine che magari lamentavano sospetti abusi sessuali senza i quali però non si sarebbero arricchite molto oltre le loro più rosee aspettative; ovvero senza voler mettere sul piatto della bilancia gli abusi che loro stesse – ipotetiche paladine della giustizia femminile – hanno magari perpetrato a danno di soggetti dell’altro sesso, nel caso anche minorenni (…).
Capite dove voglio arrivare?
E qui giungiamo a Danzica, ex città prussiana dove il Reich era fortissimo, dove un giovane di 27 anni accoltella un politico scomodo, fino ad ucciderlo. Purtroppo questo è lo stesso copione di decine di altri attacchi avvenuti in Germania quasi sempre a danno del partito di destra AfD, menzione speciale per un politico dell’AfD – Frank Magnitz – quasi ucciso a sprangate poco tempo fa.
In tutto questo enorme caos non aspettatevi analisi come queste dai media mainstream: oggi su Danzica la versione più accreditata – di Repubblica – è che la violenza politica in Polonia deriva dai governi sovranisti locali, come normale conseguenza degli stessi governi conservatori (…).
I sovranisti sono democratici visto che rispettano il risultato delle elezioni
Il vero problema è che i media vogliono farci falsamente credere il contrario, che i fascisti sono di destra, che provengono dalle fila dei conservatori: come avete capito, il fascismo nasce invece a sinistra, praticamente sempre. Oggi purtroppo sembra stiamo arrivando al livello “Matteotti”, ossia alla reazione del sistema (si sinistra) che, sentendosi in pericolo, sta mutando in fascismo (fascismo, temo, ormai diventato di matrice EUropea, dove guarda caso si nascondono in massima parte gli interessi elitari continentali – lo vedremo alle prossime elezioni EUropee -) contro i sommovimenti democratici negli ideali che rivendicano una giustizia accessibile non solo allo 0.1% della popolazione ma quanto meno al 51%. Dunque ecco nascere i gilet gialli, in contrapposizione alla deriva globalista difesa dai movimenti di sinistra di quasi tutto il mondo, una vera e propria mutazione verso il fascismo: messaggio chiaro, stanno iniziando a reagire picchiando, come fu con Matteotti. Ed il fatto di aver perso in larga parte le leve di potere legittimo farà diventare tale fenomeno ancora più radicale e sistemico grazie al potere diciamo occulto, aspettate e vedrete
La strategia della tensione sarà inevitabilmente il prossimo passo (in Francia sembra sia già iniziata).
Futuro dell’asse franco tedesco dopo le prossime elezioni EUropee?
Perchè ho scritto questo intervento? Per farvi capire, per mettervi in guardia sull’arroganza del sistema, per darvi chiavi di lettura che difficilmente potete trovare sui grandi media; sta a voi usare il cervello per le valutazioni del caso. Prima o poi ci sarà da fare rimostranze ufficiali per difendere i propri diritti, ad esempio nel caso – futuro – in cui il voto non serva più per cambiare le cose sebbene il cambiamento sia democraticamente voluto, ad esempio con regolari elezioni. Cominciate a pensare cosa sarebbe necessario fare se, ad esempio, anche a fronte di un radicale cambiamento negli equilibri politici del Parlamento EUropeo pro-sovranisti durante le elezioni della prossima primavera, il sistema EU incentrato sull’asse Parigi-Berlino bellamente rifiutasse lo shift democratico/elettorale, rimanendo – per l’interesse particolare di qualche singolo paese ovvero di qualche singolo gruppo di potere – ancorato a logiche che non corrispondono al voto democratico.
L’unico sistema Paese che penso possa sopravvivere a questa tragica deriva autoritaria globalista ritengo sia quello con maggiore democrazia diretta, ossia democrazia diretta reale e non di buffonate stile M5S: parlo della Svizzera.
Mitt Dolcino
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