Io adoro Lino Banfi, conosco quasi tutti i suoi film; addirittura seguivo i suoi fantastici monologhi del sabato sera su Canale 5 appena fondata a fine anni ’80 – monologhi purtroppo non reperibili via internet -. Penso di poter associare Lino ai momenti più spensierati ed allegri della mia esistenza. Penso anzi che Banfi ed il parimenti grande Montagnani siano i due attori nazionali meno valorizzati del panorama italiano moderno (…).
Detto questo, leggere che il governo giallo-verde lo ha nominato ambasciatore UNESCO mi ha lasciato interdetto. Come sapete, chi scrive ritiene che la politica fatta da professionisti, come l’ingegneria fatta da professionisti capaci, sia un “must“.
Oggi vediamo invece nel panorama politico italiano una nouvelle vague di politici dichiaratamente senza esperienza – ossia incapaci, nel senso di novizi, senza esperienza alcuna nel ruolo, sapete a cosa mi riferisco -. Domanda agli amici italiani: quelli di voi che seguono il calcio metterebbero al centro della difesa della Nazionale al posto dei Nesta o dei Collovati della situazione un quasi-cabarettista prestato al calcio, magari proveniente dalla Promozione della loro squadra di paese? Solo per sapere….
Ecco, appunto…
Dunque, o qui siamo al cospetto di menti finissime – e potrebbe essere, vedasi oltre – o l’Italia è destinata a fare un botto che si sentirà fino a Marte… Ricordo che l’Italia aveva una grande classe politica che, misurata sui risultati, permise al Belpaese di crescere dalla miseria nera post guerra fino a diventare la 4.potenza economica mondiale. Tale classe politica italiana, si chiamava Prima repubblica, ebbe la “responsabile di aver fatto crescere a dismisura l’Italia in soli 50 anni“; di seguito fu letteralmente annientata da Tangentopoli senza che coloro che avevano goduto dei vantaggi della crescita – gli italiani – si ribellassero, me compreso (avevo 20 anni o giù di lì).
Tangentopoli: fenomeno che – a tempo debito – ritengo verrà ricatalogato come golpe ordito dall’esterno per eliminare una classe politica ingombrante all’estero (per i paesi competitor dell’Italia) in quanto molto capace e preparata. Dite che mi sbaglio? (Vedremo…)
Per intanto godiamoci il grande Lino Banfi ambasciatore dell’UNESCO, nominato dai gialloverdi. Sono felice per lui, una brava e simpatica persona. Parallelamente non posso che fare la seguente considerazione: quando dicevo che i politici italiani sono assolutamente impreparati forse avevo ragione.
Anzi, quando litigavo con amici romani sull’assenza di meritocrazia dei gialloverdi molto probabilmente avevo ragione. I nostri competitors in EU, parlo prima di tutto di Francia e Germania (non nemici, competitors, ndr) mettono a capo delle loro delegazioni i migliori, i più capaci per il ruolo, gente che ha studiato per adempiere al compito specifico; brillanti, in teoria in grado di combattere ad armi pari con i competitors stranieri.
L’Italia invece mette Lino Banfi all’UNESCO, attore che – come sapete – io adoro. Ma che non potrà – non per sua colpa – capire le finezze di un ruolo che purtroppo è anche politico. Se volete possiamo mettere da parte il ruolo tutto sommato marginale del Lino nazionale all’UNESCO: resta la mia domanda di sempre, perchè i ministeriali ex PD, ossia l’ex partito pro-EU e pro-Francia dal golpe del 2011 in avanti, non sono stati sostituiti con l’arrivo dei gialloverdi? (memento le varie Legion d’Onore nella sinistra italiana, incluso un ex primo ministro – Legion d’Onore anche lui – che lavora per l’Università francese dei servizi segreti, Enrico Letta).
Molti mi chiedono se si tratti di pessimismo, il mio. Non so se sono stato in grado di passare il messaggio in modo comprensibile, ma ritengo che si tratti di mero realismo: i gialloverdi, tranne rare eccezioni di facciata (Foa alla RAI, Sangiuliano al TG2, Minenna alla Consob e pochi altri) sembrano non solo impreparati ma anzi troppo spesso assolutamente anti-meritocratici (devo dire, soprattutto la Lega, che evidentemente deve giocoforza trovare spazi nazionali per i suoi sindaci di paese) .
Come sapete, non ho problemi ad affermare di aver votato gialloverde, difendo il mio voto in ogni caso (vista l’indecenza politica alternativa). Consiglio solo ai politici di non farsi troppo forti con l’assenza di alternativa, è il viatico peggiore, che ha anche portato in passato ad essere appesi per i piedi, la storia insegna. Parimenti, tutti a Roma devono sapere che l’epoca in cui si accettavano le scelte dei politici romani a scatola chiusa, fidandosi a prescindere, è finita; infatti non siamo in pochi a contestare civilmente le troppe cose che non tornano con questo governo.
Il due vice-Premier: nuovi Rommel?
Resta comunque un caveat nel mio ragionamento: USA e Israele escono dall’UNESCO – seguitemi – mentre l’Italia ci manda un comico…. Sarebbe troppo sottile, forse, pensare ad un cripto-allienamento italiano verso la via tracciata da Washington, di fatto l’unico soggetto che può evitare il botto dell’Italia?
… o più propriamente semplici volpi del deserto?
Che dite, sono diventato improvvisamente ottimista? Non proprio, diciamo speranzoso: dare l’opportunità a questo governo – nonostante le critiche quando se lo meritano, e sono tante – è comunque un atto dovuto (quanto meno per uno che, come il sottoscritto, al “o si combatte per l’Italia o si muore” non crede, almeno senza aver messo prima al comando dei condottieri che sia lecito seguire – tradotto, che si abbia almeno una flebile speranza che, visti gli atti, i condottieri possano essere all’altezza del ruolo).
In tutto questo marasma deve essere chiaro che il ns. approccio nel valutare pregi e difetti nei ruoli governativi – lo stesso usato con gli USA di Trump, con la Francia, con la Germania o con l’EU austera -, è improntato ad essere sempre e comunque costruttivo: solo un paese/continente forte, preparato e capace può sopravvivere nel contesto attuale; speriamo che il ns. stimolo pungoli opportunamente chi di dovere a fare bene e meglio. Anche perchè – almeno per l’Italia e dunque per l’EUropa – è davvero l’ultima possibilità.
MD
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