I fatti parlano, chiaro. E forte: ieri un giudice tedesco si è incredibilmente dimesso in aperto e pubblico contrasto con le supposte interferenze USA nei confronti del tribunale. Un giudice, ripeto, tedesco. Prima volta che succede.
Parallelamente Trump ha annunciato il ritiro degli USA dal trattato di non utilizzo di ordigni nucleari a medio raggio, ossia dispiegandoli in EUropa (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty). Questo significa o escalation o un nuovo accordo con la Russia di Putin per decidere le sorti dell’Europa. Una nuova Yalta insomma, sebbene in forma ridotta.
In ultimo ecco l’annuncio di un nuovo metodo di pagamento EUropeo, anzi franco-tedesco-inglese saltando le sanzioni USA, per soddisfare gli impegni commerciali verso l’Iran, il paese dell’area petrolifera e gasifera più importante al mondo tra i non allineati agli USA (paese per altro che assieme alla Libya potrebbe soddisfare i bisogni EUropei di petrolio, ndr). Fa specie la coincidenza che proprio l’Iran sia stato in passato, oltre ad essere considerato cd. ariano ai tempi del Reich, anche il principale collettore degli aiuti organizzativi degli ex gerarchi nazisti dopo la fine della guerra, ossia supporto politico ed economico diretto al governo di Mossadeq, poi travolto dalla rivolta pro-Scià appoggiato dagli USA (H. Schacht su tutti).
Or dunque, la sfida agli USA da parte dell’asse franco-tedesco è al calor bianco, sebbene non venga percepito dalle masse.
Nel mentre Trump tratta il suo accordo separato con la Cina, fatto che inevitabilmente lascerà l’EU al suo destino, non potendo escludere una svalutazione del dollaro rispetto al solo yuan, che però resterà debole. Ossia la quadratura del cerchio si può avere solo ed esclusivamente facendo rivalutare l’euro, fatto che farebbe implodere l’Unione Europea a partire dai paesi periferici, che salterebbero prima (ad es. l’Italia, già in recessione).
Da qui la reazione EU, di mera sopravvivenza.
Quello che ci possiamo aspettare è prima di tutto un contenimento degli effetti finanziari, ossia le parità dei cambi resteranno incredibilmente stabili ancora per un po’. In secundis la Germania si sta mettendo già di traverso, per cui gli USA dovranno alzare il tiro: certamente saranno ancora più a supporto dei maverick anti-EU (ho detto Italia?), ma non solo. Temo infatti che vedremo una reazione più profonda, ad esempio dazi sulle auto EU vendute negli States, il che farà deflagrare lo scontro.
Chi scrive è per altro convinto che le armi nucleari, sebbene di potenza non superiore ai 15 kt, la Germania già ce l’abbia. Dunque, per evitare che gli USA piazzino i propri missili in EU si dovrà impedire l’accesso a dette testate al territorio EU; o alternativamente, dichiararsi – assieme alla Francia – in grado di sostituirsi agli USA mettendo le proprie testate atomiche a difesa dell’EUropa. Una prova di forza insomma. In entrambi in casi sarebbe scontro con Washington. Invece, nel caso Berlino piegasse la testa, significherebbe accettare la sovranità USA ossia tutto quello che comporta in termini di Iran, corti internazionali, dazi, surplus commerciale ecc. Molto Improbabile.
Con la Cina ci sarà certamente una pace di circostanza tra Trump e Xi. Con la Russia invece spero si arrivi ad una nuova Yalta, d’ogni modo non ci sarà certamente uno scontro tra i due titani nucleari (encore, se questo accadesse l’EU franco-tedesca sarebbe comunque sotto scacco). Dunque, resta l’ultimo addendo: secondo chi scrive lo scontro USA-UE, unico campo di scontro possibile per Washington – che altrimenti perderebbe in un solo colpo tutta la sua influenza planetaria – è prossimo, vedremo in che forma.
Sta di fatto che, comunque vada, gli USA depotenziati non compreranno più circa 600 miliardi di dollari di beni d’importazione stranieri. Qualcuno cominci a pensare a dove piazzare le merci invendute…
Mitt Dolcino