Scuola Hyperion, Quai de la Tournelle, 27 – Parigi (base logistica del sequestro di Aldo Moro)
Questi sporchi, maledetti fatti. Sono solo i fatti sono quelli che possono farci capire la reale situazione tra Italia e Francia. Infatti quando dico che Roma ha ragione ne sono convinto, ma fattualmente. E, notate bene, non per simpatia verso il governo gialloverde, di cui ho stigmatizzato colpe non lievi nella gestione della cosa pubblica negli scorsi mesi – tra tutti, aver ceduto (ed in quale modo) alle pressioni EU per una manovra troppo debole nello sforare il deficit, per poi accorgersi un mese dopo che l’Italia è entrata in recessione e dunque serviva uno stimolo maggiore -. Ma sulla base di elementi molto più sostanziali.
Purtroppo le colpe gialloverdi, sigh, restano: leggo oggi un economista molto vicino ai gialloverdi assai conosciuto da quelli che guardano i talk show affermare – ex post, ve l’ho detto, è un economista – che bisognava fare una manovra più aggressiva, più deficit (vi giuro che lo stesso economista mi diceva personalmente che sbagliavo ad essere così severo coi gialloverdi quando mi lamentavo del deficit ignobilmente portato dal 2,4% al 2.04%, …). Purtroppo, è vero, i gialloverdi e molti di quelli che gli girano attorno – spesso per ambizioni di carriera – sono un’armata brancaleone, anche questo è un dato di fatto. Ma ciò non toglie che non mi debba schierare con Roma non solo perchè sono italiano ma soprattutto perchè l’Italia ha ragione!
Concordo per altro con Giulio Sapelli, oggi, su Il Sussidiario, quando afferma che solo Trump può ricomporre la sfida tra Italia e Francia, aggiungendo però che questa faccenda può prendere una brutta piega, davvero, ai confini franco-italiani.
Or dunque, la Francia oggi si lamenta della formalità di aver incontrato i gilet gialli in Italia. Certo, una leggerezza, un’intromissione. Come secondo me fu una leggerezza la partecipazione del presidente francese Hollande alla Festa dell’Unità in aperto supporto al PD. O il fatto che Enrico Letta, ex primo ministro italiano, lavori all’università dei servizi segreti francesi, in sostituzione di quel Ghassan Salamè diventato inviato speciale ONU sulla Libya di fatto a difendere gli interessi francesi… O che la fondazione Nens, di estrazione PD e con a capo la gerarchia di partito (in molti casi impersonificata dallo stesso Enrico Letta, ndr), proponesse di vendere Finmeccanica, ossia la difesa italiana, proprio ai francesi… (tramite la famosa relazione della ricercatrice Lisa Jeanne, poi rivelatasi nome inventato/irreperibile, dell’Università Science Po, guarda caso lo stesso ateneo dove oggi insegna Enrico Letta, …).
Quello che non mi torna, mettendo tutto sul piatto della bilancia, è perchè non si ricorda anche come decine di terroristi italiani macchiatisi di fatti di sangue sono stati accolti e protetti in Francia da Mitterrand e dai presidenti che lo hanno seguito, fino a quando l’EU – diventata conclamata – ossia dopo il 2001, di fatto ha obbligato Parigi ad una morale meno distorta. Da qui parte il caso Cesare Battisti, spedito opportunamente in Brasile da Lula, un sodale del partito di Hollande e della gauche caviar, quando era impossibile non restituirlo all’Italia; appunto, fu espressamente spedito a 10’000 km per far in modo che non venisse acciuffato dalla giustizia italiana. Infatti se Battisti parla, se ci spiega cosa c’è dietro la strategia di difesa dei terroristi italiani da parte francese – visto che Battisti conosceva bene i gangli di Hyperion, vedasi oltre – viene fuori che Roma è sotto attacco francese dagli inizi degli anni ’70!!
Sappiate infatti che, ancora ai tempi di De Gaulle, la sfida con l’Italia per interposta persona con gli USA si acuì a seguito della fine della guerra in Vietnam, ossia il feudo francese in Indocina (dimenticatevi la propaganda comunista in zona per giustificare l’invasione del south east Asia da parte USA, in realtà meri interessi economici, …). Una delle ragioni principali USA fu quella di porre fine al dominio francese in zona (in Vietnam si parlava francese, non a caso), conquistando anche la vena principale di quello che sarebbe stato uno dei grimaldelli per il dominio dell’Europa: il controllo dell’oppio, fino agli anni sessanta in solide mani francesi ossia dei marsigliesi. A valle del volgere alla fine della guerra in Vietnam gli USA tolsero “dal giro” i marsigliesi trasferendo le centrali di raffinazione dell’oppio da Marsiglia alla Sicilia, ovvero togliendo a Parigi un’arma fondamentale (…).
Da tale punto in avanti le sfide fratricide tra Quay d’Orsay e Roma non han fatto che aumentare: Rosa dei Venti, caso Ippolito, sequestro Moro, esplosione alla stazione di Bologna, Tangentopoli, golpe EU del 2011 contro il governo italiano: tutti esempi di destabilizzazioni in presenza del necessario avallo di un presidente USA avversario del partito di Nixon negli States, (…). E che dire dell’abbattimento di Ustica e dei Mirage francesi decollati dalla Clemenceau che navigava davanti alla Penisola…. O del Generale dei carabinieri Bozzo – vice di Dalla Chiesa – che in vacanza in Corsica la notte dell’abbattimento del jet dell’Itavia vide decollare mezza base aerea di Solenzara in direzione Italia….
Sul sequestro Moro i francesi infatti tacciono l’ovvio: la base logistica del sequestro dello statista italiano era proprio a Parigi, in Quay de la Tournelle, n. 27: la scuola è stata sospettata di essere una copertura per operazioni di terrorismo o servizi segreti. Nella scuola insegnerà anche Toni Negri durante la sua latitanza in Francia.
“Hyperion fu sospettata di essere da un lato una struttura di riferimento per organizzazioni terroristiche come OLP, IRA, ETA e BR, dall’altro di mantenere rapporti contemporaneamente con CIA, KGB e Mossad.[3]“
“Si diede il nome di “Grande Vecchio” o “Burattinaio” a una persona o ad una struttura che, secondo alcuni commentatori italiani e altri uomini di governo italiani, avrebbe in una certa misura manovrato le BR dall’estero, probabilmente dalla Francia. È uno dei misteri tuttora irrisolti sulle BR. Si suppose che tale entità potesse essere il Superclan o un gruppo di persone gravitanti a vario titolo attorno Hyperion.”
[da Wikipedia, alla voce: “Hyperion (Parigi)“]
“Formalmente Hyperion, precedente nome Agorà, è stata fondata a Parigi nel 1976 (al civico 27 di Quai de la Tournelle), come scuola di lingua da Giulia Archer, convivente di Simioni, compagno di partito di Bettino Craxi nel movimento giovanile socialista e fondatore del Collettivo politico metropolitano (Cpm), gruppo progenitore delle Brigate Rosse. Come scrive Giuseppe de Lutiis, in Il Golpe di via Fani, i fondatori di Hyperion sono proprio Simioni, Berio, Mulinaris, Innocente Salvoni e Francoise Tuscher, nipote dell’Abbé Pierre.
Hyperion entrò nel mirino della magistratura italiana già nel 1979, nell’inchiesta condotta da Calogero sui presunti collegamenti tra Autonomia operaia e il terrorismo.
L’inchiesta Calogero sarà però smontata da una pressante campagna di stampa.”
Fonte: Lettera43
A me fa ridere non voler dire le cose. Salvini & Co. si accorgeranno presto che a non sparare ad alzo zero lui ed i gialloverdi faranno la fine dei tacchini nel giorno del Ringraziamento. Ossia, basta invitare il giudice Priore in prima serata a spiegare i ruoli della Francia nel sequestro Moro, solo l’annuncio metterebbe a tacere tutti oltralpe. Ed invece no, si fa finta che la crisi si possa ricomporre. Non si può…..
Le rappresentanze delle elites EUropee al comando EU, con cooptati al seguito (sembrano tanti nella foto, invece sono poche decine…)
Senza scomodare l’anziano giudice Rosario Priore, basterebbe invitare in TV in prima serata anche solo il giudice Carlo Mastelloni, che potrebbe dare senza peli sulla lingua la sua versione….
Ossia la Francia sono decenni che attenta alla sovranità italiana. Punto e finito. E non parlo dei cittadini francesi ma solo degli elitari affittuari del Quay d’Orsay e dell’Eliseo, gli stessi le cui famiglie – nella gran parte dei casi nobili e aristocratiche – si sono arricchite a dismisura alle spalle degli stessi cittadini francesi diciamo “normali”, che infatti oggi sono arrabbiati come non mai contro le elites al potere in Francia. Per questa ragione Macron e gli interessi che lui rappresenta hanno bisogno di trovare un diversivo; dunque lo scontro con l’Italia cade a fagiuolo per trovare un nemico. Quando invece il nemico della gente, del 99,99% della gente votante non solo francese ma EUropea, sono proprio le elites EUropee “a la Macron”.
In tutto questo grande marasma ritengo che l’unico paese che “terrà” sarà la Svizzera, in forza della sua democrazia diretta ed alla prassi di fare referendum ripetuti per chiedere alla gente votante se è d’accordo sui provvedimenti, praticamente tutti i provvedimenti: è infatti l’unico metodo per evitare che le elites al potere approfittino della loro posizione per fare leggi che vanno a vantaggio di loro stessi e dei loro sodali (e non della maggioranza), infatti nei paesi revanscisti europei questa è prassi, da secoli.
Mitt Dolcino