Bruxelles elabora regolarmente dei report sulla situazione politico-economica di ogni paese EU, i cd. Country Report. Ieri è stato il turno dell’Italia. La commissione non è stata tenera con Roma, anzi, è stata durissima. Vorrei però evidenziare la base logica e fattuale di quanto accaduto.
Alcuni mesi fa l’Italia avrebbe voluto, su impulso dell’alba al governo dei gialloverdi, far ripartire la crescita del PIL. Per fare questo aveva proposto un aumento del rapporto deficit/PIL prima al 3%, ossia al massimo dei parametri di Maastricht ma senza applicare il fiscal compact; poi dovette scendere per volontà di Bruxelles al 2,4%, per poi terminare al tanto tragico quanto fantozziano 2,04%. Di fatto venne così tolto al governo italiano il margine per fare crescita, memento i 50 miliardi invocati da Paolo Savona per gli investimenti, silurando a termine il mandato dei gialloverdi con gli italiani, quanto meno a livello economico.
Come fece Paolo Savona a trovare i 50 miliardi necessari per fare salire il PIL? Andò da Draghi e concordò che, racimolando diciamo 50 miliardi in più dagli italiani magari come BTP investiti dai privati italiani in serie speciale (…), la BCE avrebbe garantito tali 50 miliardi di investimenti sottraendoli dal computo del deficit, o qualcosa del genere. In pratica il tanto bistrattato (dai media) Paolo Savona aveva trovato la soluzione giusta già 4 mesi fa (stessa ricetta oggi invocata guarda caso dalla stessa Commissione EU), soluzione che poi gli era stata negata sia nella materialità che nella paternità dagli stessi due vicerè gialloverdi (…). Infatti,a forza di non essere ascoltato, poi Savona decise di andarsene di fatto sbattendo silenziosamente la porta proprio perchè la sua soluzione – che era davvero quella giusta, anzi l’unica percorribile oltre che realistica – non era stata seguita dai fatti.
Guarda caso proprio Repubblica.it, di proprietà di Carlo De Benedetti (tessera n. 1 del PD) e vicina a George Soros, anticipa la bozza del Country Report EU…
“…l’Italia ha ancora squilibri economici eccessivi. In particolare il debito alto e la protratta scarsa produttività implicano rischi con rilevanza transnazionale, in un contesto di alto livello di npl e di disoccupazione. Il debito non scenderà nei prossimi anni, visto che la debole prospettiva macro e gli attuali piani di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di prima, implicano un deterioramento dell’avanzo primario. Tassi più alti rispetto ai livelli di inizio 2018 stanno intaccando i costi di funding delle banche e i buffer di capitale, pesando sulla fornitura del credito all”economia e sulla crescita del Pil…”
Permettere a Savona di andare via dimostra che in Italia NON esiste meritocrazia, nemmeno (soprattutto) coi gialloverdi…
Chiedetevi perchè Savona se ne è andato. Sarebbe troppo semplice dire “perchè il governo non ha dato seguito alla sua soluzione“; in tale – encore – tragico contesto, purtroppo, economisti che si definivano savoniani invece di difendere il professore sardo, per trovare un posto d’onore per loro stessi negli scranni europei alle prossime elezioni EUropee (nella fila governative, leghiste), hanno preferito tacere sull’errore fattuale di allontanarlo, un altro simil-tradimento di cui la storia italiana è satura, il potere romano corrompe davvero (soprattutto i romani). Infatti far andare via Savona – che da mesi non partecipava più alle riunioni con l’esecutivo in quanto non invitato – è stato un grave errore. E, si noti, Savona di fatto è stato allontanato solo perchè difendeva una misura giusta (in Italia NON esiste meritocrazia, ricordatevelo quando sarete costretti ad emigrare, ndr); anzi perchè aveva totalmente ragione: all’Italia – come diciamo da anni – manca crescita e la crescita si fa con gli investimenti.
Per inciso, non con la TAV che genera tutto sommato un ritorno limitato sull’economia ad esempio rispetto a tanti interventi di medie dimensioni. Penso ad esempio a rifare tutti i cavalcavia lasciati degradare sotto la gestione Benetton di Autostrade S.p.A. privatizzata: invece di usare tale argomento, unitamente al crollo di Genova, per riprendersi per fattuale malagestio la Rete Autostradale Italiana siamo rimasti alla parole. Sempre più tragiche per il Paese.
Della serie, l’EU vuole crescita ma poi non concede risorse ed anzi vuole più tasse, una vera presa in giro
Va detto che i media hanno picchiato duro per mesi contro il “nonno nazionale” Savona, ben sapendo – opportunamente indirizzati dagli stessi che hanno elaborato il Country Report di Bruxelles – che era ed è la crescita la chiave di volta per salvare il sistema Italia. Si ricordi che l’EU, fattualmente, non ha nessun interesse che Grecia, Italia, Cipro ecc. facciano ripartire la crescita del loro PIL; infatti avere paesi deboli nell’EU serve per tenere basso l’euro con cui gli esportatori tedeschi prosperano!
Salvini e Di Maio (non so se vi siete accorti che il primo che addirittura non parla più di economia, solo di migranti, di fatto incentrando la sua azione mediatica su un fattore, il blocco degli sbarchi, che però NON fa crescita, …) tacciano sistematicamente sull’argomento, con il solo pentastellato a metterci “un po’ la faccia“: il motivo ve l’ho già spiegato in passato e non sto a ripeterlo (cfr. quando ci sono comportamenti e soprattutto voltafaccia del genere il motivo può solo essere uno, si è sotto ricatto, ndr).
Nel caso vale la pena di ricordare un fatto accaduto ieri: il ministro Tria ha affermato che il ministro tedesco alle finanze Schauble durante la finalizzazione della legge del bail in ricattò il ministro Saccomanni. Memento che Schauble è colui che già fece fuori Kohl, lo stesso che ereditò le strutture della Stasi post caduta del muro (era ministro degli interni della RFT prima e dopo l’unificazione), guarda caso il medesimo che fece costruire a tavolino dai servizi segreti tedeschi il video falso del dito medio di Varoufakis contro i tedeschi. E’ emerso ieri che se l’ex ministro Saccomanni non avesse accettato tale legge del bail in sarebbero state diffuse sui media informazioni (di fatto false, visto che nulla di quanti minacciato da Schauble è poi successo) secondo cui il sistema bancario italiano era prossimo al fallimento… Comportamento dichiaratamente nazista, mi si permetta.
Che aggiungere d’altro….
Il ministro Tria in tempi non sospetti aveva già correttamente analizzato – e previsto – come il vero problema per la crescita italiana fosse l’EU…
Ok. Ora, cosa dice il Country Report? Sostanzialmente che la ricetta di Savona era giusta, manca crescita ed investimenti. Poi aggiunge che il debito italiano sarebbe dovuto essere ridotto. Ossia serve austerity, più tasse per ripagare il debito (più la solita spinta a varare un’imposta patrimoniale, “passare dalla tassazione dei redditi alla tassazione del patrimonio“). Scusate, ma questa è una contraddizione lapalissiana: da una parte l’EU dice che all’Italia manca crescita e poi aggiunge che bisogna ridurre il debito, ossia dovendo aumentare le entrate ossia le tasse o ridurre la spessa. Delle due una, o si abbassa il numeratore (debito) o si alza il, denominatore (PIL) del rapporto debito/PIL.
Non preoccupatevi, non c’è qualcosa che non avete capito, la faccenda è proprio così semplice come sopra descritta!. Quello che non vi dicono infatti è che l’EU con questi report NON pensa a salvare l’Italia o i paesi EU ma a salvare l’euro. E l’euro si sorregge solo arricchendo progressivamente i poteri centrali – Germania in primis – a danno dei periferici, con l’austerity. Per fare questo, ossia per mantenere viva la moneta unica, l’unica soluzione è confermare austerity su austerity. Tradotto, la soluzione EU è che l’Italia decida di suicidarsi abbassando il debito facendo magari una patrimoniale – nefasta – in modo da disintegrare economicamente il paese una volta per tutte. Ovvero dovete capire che l’EU fa parte di un progetto neocoloniale ordito da decenni, oggi si sta solo cercando di portare a compimento il progetto di Vichy di 75 anni fa.
Il Country Report dell’EU apparso ieri sui media – anticipato da Repubblica.it, testata vicina al PD sempre ben addentellata con Bruxelles – non pensa al bene dell’Italia ma dell’EU e dell’euro. Tradotto: l’Italia per salvare l’euro dovrebbe suicidarsi con più austerity.
“…Le sfide che l’economia italiana deve raccogliere sono notevoli e conosciute: elevato debito pubblico, bassa crescita della produttività, bassa ripresa degli investimenti, elevata disoccupazione strutturale, crediti in sofferenza nel settore bancario. La mancanza di progressi nell’affrontare tali problemi, ci ha portato a considerare eccessivi gli squilibri macroeconomici. L’Italia dovrà prendere misure per migliorare la qualità delle sue finanze pubbliche, l’efficienza dell’amministrazione pubblica e del sistema giudiziario, del mercato lavoro e del sistema finanziario, ed è urgente fare tutto ciò date le prospettive economiche negative. …”
In tutto questo sono riuscito anche a trovare un punto con cui concordo con la Commissione EU, uno solo ma importante: anche l’EU conferma che l’Italia deve riformare la giustizia, inefficiente. Vero, se ricordiamo che ieri il presidente dell’ANM ha addirittura informato pubblicamente Salvini che la nuova legge sulla legittima difesa non andrebbe promulgata (ricordo infatti che in punta di diritto costituzionale i magistrati NON possono fare politica). Mi chiedo dunque cosa si aspetti a separare la carriere tra magistratura inquirente e giudicante, divisione che esiste di fatto in tutti i paesi occidentali. O meglio, non esiste alcun paese occidentale in cui i magistrati siano completamente autonomi dalla politica, soprattutto ai livelli superiori.
Non c’è molto tempo.
Mitt Dolcino