La strategia EUropea con la Brexit, va detto, è stata da manuale. Prima di tutto è stata messa Theresa May a condurre le danze, una remainer. Ma il punto non sta qui. Infatti, poi si è attivato l’intero establishment globalista che, con poche eccezioni (The Times filo Corona, a volte) ha tessuto la tela anti-Brexit. Le affiliazioni e soprattutto i sodalizi continentali (…) hanno fatto il resto e, complice una politica globalista anti-Trump a tutto tondo, dopo 400 anni il miracolo di incriccare il fronte di potere globale anglosassone sembra concretizzarsi da parte dei suoi avversari.
Faccio infatti presente che il vice Fuhrer, Rudolf Hess, durante la sua visita (organizzata) in Scozia a maggio del 1941, e prima le delegazioni del Reich a Londra, aveva/avevano proposto a Londra la condivisione del loro Impero in veste Europea, in condominio con la Germania e con una proiezione globale (solo a seguito del fallimento con Londra l’asse di Vichy prese piede come alternativa obbligata, un po’ come succede oggi, ndr). Tutto questo per evitare che la potenza ai tempi emergente – gli USA – facesse banco da sola, cosa che poi è avvenuta.
Oggi la potenza emergente è la Cina e Berlino sembra riprovarci (…).
L’unico ostacolo, enorme ed insormontabile, resta la Regina Elisabetta II. La quale, senza scomodare eventuali sue simpatie per la Brexit e per una Britannia sovrana (e ci mancherebbe non fosse così), semplicemente alla richiesta di Cameron e del suo entourage – ricordando che la moglie dell’ex primo ministro è una nobile molto influente in UK, una Astor per la precisione – rispose all’inusuale proposta di referendum con un fermo monito. Ossia, bene che si faccia ma poi il risultato va accettato, senza se e senza ma. Di seguito successe l’imponderabile, vinsero i brexiters e dunque iniziò il calvario.
Chiaro, la Regina NON può tornare indietro sulla sua parole, letteralmente impossibile. Dunque l’unica strategia da attuare dai filo-EU è quella di ritardare la Brexit il più possibile, in attesa che la Regina trapassi, visto che i discendenti sono tutti pro Remain (e loro, notasi, formalmente non hanno dato nessuna parola sull’ineluttabilità del risultato del referendum!). Si parla ad esempio di un rinvio della decisione sulla Brexit di due o tre anni, credetemi che arriveremo lì (salvo macro-eventi nel mentre, sempre possibili, …). E poi se necessario si andrà anche oltre. Dunque la strada è segnata, verso una vittoria della EU: già se nelle prossime elezioni EUropee i britannici dovessero votare sarebbe una mezza vittoria. Sebbene – aggiungo io – nessuno pensi che se la partecipazione locale al voto EUropeo fosse – come ritengo – prossima al 10/20% questo sarebbe un boomerang enorme per i Remainers (…). M comunque i media lo offuscherebbero opportunamente.
La Corona inglese partecipava attivamente ad eventi a fianco dei nazisti (cfr. Battemberg in Mountbatten)
D’altro canto è innegabile che i discendenti della Regina siano assolutamente pro-EU, con il mirabile parossismo del principe Harry che dichiaratamente si vestì addirittura gerarca nazista durante una festa sociale, tanto per chiarire al mondo che la stirpe tedesca dei Battemberg/Mountbatten in seno alla Corona è viva e vegeta. Ricordo che, fatta la tara per la famiglia di William, Harry sarebbe il secondo nella linea di discendenza al trono (…).
Dunque la strategia è chiara: attendere, la mela cadrà dall’albero. Contro il tempo nulla si può fare.
Resto interdetto dal fatto che nessuno abbia pubblicamente dichiarato tale lampante strategia EUropea. Strategia senza dubbio vincente, salvo l’equivalente della caduta di un asteroide sull’EUropa.
Mitt Dolcino
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