Mio malgrado, ultimamente mi sono troppo spesso trovato a criticare i gialloverdi – specialmente la Lega -, almeno dalla diatriba sulla TAV in avanti. Questo mi duole. Anche perchè non sono stupido: mentre i gialloverdi possono non deliverare come da promesse e/o attese, la radice del problema italiano (radice prettamente economica, un crisi direi quasi mortale figlia dell’euro e dell’austerità euroimposta) non dipende da ‘questi‘ ma da ‘quelli prima‘, ovvero dai 4 governi non eletti. Tale ratio è innegabile. Chi scrive è stato il primo supporter gialloverde, fattualmente, visto che il clichè del “governo di Steve Bannon” è stato inventato del sottoscritto (check the dates…).
Purtroppo, pur comprendendo gli equilibri, ritengo sia comunque inaccettabile che i ministeriali del PD post elezioni dello scorso marzo non siano stati sostituiti dai gialloverdi, come da normale spoil system (qualcuno mi spiegherà il perchè un giorno, spero); infatti il primo freno alla performance governativa ritengo siano proprio gli impiegati ministeriali non allineati al nuovo indirizzo politico, “che troppo spesso remano contro“. Parimenti ritengo inqualificabile supportare un’opera inutile come la TAV. Ma la cosa che sopra tutto non posso accettare è il non voler andare d’accordo tra gialloverdi, ben sapendo che l’alternativa sono gli stessi che in misura diversa hanno creato l’enorme – e sotto certi versi irrisolvibile – problema socio-economico attuale. Ad esempio non potrei mai accettare un Matteo Renzi o un Enrico Letta al Governo, nelle more di un ipotetico governo della nazione assieme a Berlusconi (di cui l’ex sindaco fiorentino sembra sia diventato la badante politica).
Il nemico italiano sta infatti tanto all’estero prossimo – il famoso vincolo esterno – quanto all’interno dei confini – gli affaristi locali interessati, spesso letteralmente “figli” delle scorse Repubbliche -. Sono per altro ben conscio di saper toccare i tasti dolenti, un po’ per esperienza, un po’ per fonti, un po’ per amicizie, un po’ per attenzione. Quello che però non va dimenticato MAI è il bene del Paese, anche se me ne sento ogni giorno più lontano complice la mia personale deriva famigliare (straniera). Da qui la mia riflessione attuale.
Or dunque, bene è prendersi una pausa. Nel senso che ritengo, al di fuori di un chiarimento tattico sul blocco formale richiesto al governo del Tratto di Caen con approvazione negata dall’aula di Montecitorio (blocco che ritengo addirittura esistenziale), di preferire concentrare l’attenzione futura su argomenti macro e specifici evitando di indicare eventuali e/o supposti colpevoli rispetto ai proclami precedenti, anche se – purtroppo – a volte tali colpe sono lampanti. E’ una questione di metodo. Ossia mi concentrerò ad individuare dove il vincolo esterno cercherà di far leva per abbattere il benessere del nostro Paese, cercando di suggerire soluzioni.
- alla fine se non si uscirà dall’euro (i gialloverdi non ritengo siano in grado di farlo, ndr) la patrimoniale comunque arriverà, inevitabile, entro fine del 2020
- se i minibot verranno emessi saranno di fatto “pagati” dalle famiglie italiane
- Renzi per riffa o per raffa si avvicinerà al governo
- facilmente arriveremo ad un governo tecnico
- oggi se l’Italia non fa nulla, il paese rischia di saltare letteralmente per aria (…)
In tutto questo resta la wild card, ossia il macrovento catalizzato dagli USA per ovviare al tentativo di destabilizzarlo, macroevento che inevitabilmente sconvolgerà/sconvolgerebbe ogni piano (…). E’ un peccato lato italiano non volere/avere la capacità/sensibilità di lavorare a strettissimo contatto con Washington in quanto ritengo fattualmente che alla fine sarà la parte vincente nella sfida tra dominus, per via strategico/finanziaria (…). Infatti esiste un progetto italo-americano che, se attuato con gli USA, permetterebbe un’uscita dall’euro assolutamente indolore per il Belpaese. Anzi, addirittura ad enorme profitto italico (…).
Certo, non volendo provocare inutili reazioni (certamente non voglio vedere tornare al governo i soggetti responsabili del caos e della crisi attuale), è meglio che mi tenga abbottonato.
Ad essere sincero devo aggiungere un ultimo argomento: visto che gli amici sono importanti e ti aiutano nel momento del bisogno, dopo i recenti sviluppi l’Italia non sembra più per gli USA un soggetto tier-1, “prima di ogni altro”; certamente non costituirà più un freno preventivo (sì, l’Italia è stato un freno negli equilibri, ndr) agli eventi che inevitabilmente si susseguiranno, ritengo relativamente a breve. Il dominio globale a stelle e strisce è oggi chiaramente sotto attacco (teorico), per cui la reazione inevitabilmente dovrà esserci. E sarà veloce. Tanto vale da parte dello scrivente evitare di cercare correttivi di rotta, Roma oggi è sola come non lo è mai stata dalla fine della seconda guerra mondiale. A maggior ragione, meglio concentrarsi su argomenti diciamo più “accademici”.
Un peccato. Davvero.
Ma così va l’Italia. Lasciamo condurre il conduttore fino circa alle elezioni EUropee, poi trarremo le conclusioni del caso.
Mitt Dolcino
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