Martedì, accogliendo il Presidente brasiliano Jair Bolsonaro alla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che sta seriamente pensando all’ingresso del Brasile nella NATO o nelle altre formali alleanze.
Ieri Bolsonaro ha fatto un insolito viaggio presso il Quartier Generale della CIA, nel primo giorno del suo viaggio negli Stati Uniti, durante il quale esprimerà una posizione favorevole agli Stati Uniti e cercherà di espandere sia i legami commerciali che la cooperazione diplomatica.
Il Presidente del Brasile è stato uno dei primi a dare il suo sostegno al leader dell’opposizione filo-americana in Venezuela, Juan Guaido, dopo che Trump a Gennaio gli aveva dichiarato il suo appoggio.
In vista del viaggio di Bolsonaro, un alto funzionario dell’Amministrazione Trump ha rifatto la storia delle relazioni USA-Brasile con un’intervista alla McClatchy [società editrice di 29 quotidiani diffusi in 14 Stati Federati].
Nell’intervista a Fox News di Lunedì sera, Bolsonaro ha espresso la sua approvazione sia per il muro voluto da Trump al confine meridionale degli Stati Uniti che per la sua politica sull’immigrazione e, facendo eco alla retorica di Trump, ha affermato che la “stragrande maggioranza” dei potenziali immigrati “non ha buone intenzioni”.
Ha anche sostenuto che: “
Non intendono fare né del loro meglio né in particolare il bene degli americani”.
Il leader di destra, salito alla presidenza dopo una campagna anti-establishment modellata su quella di Trump del 2016, è stato etichettato da alcuni media come il “Trump dei Tropici”.
Ha dichiarato alla Fox che:
“Sono disposto ad aprire il mio cuore a [Trump] e a fare tutto ciò che è bene, sia per il popolo brasiliano che per quello americano”.
Il giornalista Glenn Greenwald, che ha criticato apertamente Bolsonaro e vive in Brasile, ha twittato Lunedì che durante i suoi reportage sui famigerati file di Edward Snowden era stato più volte “avvertito” che la larga e permanente presenza della CIA in Brasile era dovuta alle attività di spionaggio dell’Agenzia, fin dai tempi della Guerra Fredda – ricordando l’aiuto che ha dato per rovesciare nel 1964 un Governo brasiliano democraticamente eletto.
Glenn Greenwald ha così twittato:
Quando mi occupavo delle segnalazioni di Snowden, fui ripetutamente avvertito della larga e permanente presenza della CIA in Brasile (conseguenza delle radici della Guerra Fredda, quando la CIA aiutò a rovesciare il Governo brasiliano democraticamente eletto per poi appoggiare il regime militare). Adesso è anche peggio.
Ben Norton [il “rivoluzionario” giornalista freelance statunitense] ha così twittato:
Nel suo primo viaggio negli Stati Uniti, il leader fascista brasiliano Bolsonaro ha immediatamente visitato il Quartier Generale della CIA. Un messaggio perfetto per l’estrema destra dell’America Latina, che per decenni ha affogato la sinistra nel sangue, grazie all’aiuto del suo benefattore: la CIA: //apnews.com/9e097b1cb92c4400b76c096da8f26910 …
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La nostra opinione
La notizia in sé è semplice e immediata. Il Presidente Trump sta fortemente accarezzando l’idea di estendere la NATO al Brasile, non limitandosi forse a questo solo Paese in Sud America.
Quello che invece non è immediato, ma comunque deducibile, è la connessione con le vicende europee. Lo rifondazione della Nato potrebbe significare, in altre parole, il progressivo distacco statunitense dai paesi europei ad ovest dell’allora Cortina di Ferro, per concentrarsi sulla potenziale “Cortina anti Russa” costituita dai paesi del Patto di Visegrad, cui a breve potrebbe unirsi la Romania, sempre più fredda nei riguardi dell’UE e oggetto di imponenti forniture militari statunitensi (numerosi i riferimenti sulla blogosfera).
Ma se il progressivo distacco degli Stati Uniti (magari dopo aver sistemato il doping valutario tedesco che, a questo punto, è difficile non passi attraverso la fine dell’eurozona) è fra le cose possibili, crediamo che mai questo Paese possa rinunciare alla posizione strategica dell’Italia Meridionale, vera e propria testa di ponte sul Mediterraneo.
Non pensiamo ad un vero e proprio Stato Federato (l’idea, seppur improbabile, non è proprio una boutade, basti pensare alle vicende post II GM), ma ad un nuovo Stato legato da uno status speciale agli Stati Uniti.
Questo significherebbe la spaccatura dell’Italia, con il Nord a coprire il ruolo di paese-cacciavite della Germania (dopo ovviamente essere stato derubato del suo patrimonio) e il Sud, dalle prospettive decisamente migliori, vincolato agli Stati Uniti ma libero di diventare il cuore del Mediterraneo, ovvero la connessione fra il Nord e il Sud del mondo (Africa).
Siamo consapevoli che questa non sia l’unica opzione sul tavolo, ma a nostro parere sta diventando sempre più concreta, dopo essere stata la più improbabile. Vediamo intanto cosa succederà fra Trump e Bolsonaro.
P.S. – Per non appesantire l’articolo non interveniamo sui tweets in coda all’articolo tradotto. Ma tanti sarebbero i puntini sulle “i”, a cominciare dal fatto che la sinistra in Sud America ha pur governato. Se poi si è venduta al grande capitale globalista (Lula), o ha seguito, sia detto benevolmente, scalcinate utopie pseudo-comuniste (Maduro), non è “colpa” della cosiddetta “destra sociale”, di chiara matrice popolare. E’ “colpa” semmai di chi ha avuto l’occasione per fare le cose per bene ed invece le ha fatte, ci si perdoni il gioco di parole, “per male”.
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Link Originale: https://www.rt.com/news/454233-nato-membership-brazil-trump/
Tradotto da Franco
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