Di norma non mi indirizzo a soggetti in particolare. Visto però che ho conosciuto l’On. Zanni e lo considero una persona onesta e corretta, mi permetto di rivolgermi direttamente (oggi l’On. Zanni sembra stia difendendo la linea governativa sui media).
Come Zanni ben sa, l’errore di un trattato segreto equivale all’errore enfatizzato dalle stesse forze politiche oggi al governo ad esempio nella stipula del trattato EUropeo TTIP. Ossia, segreto non va bene. Valeva per il TTIP e vale per il memorandum BRI con la Cina.
Il secondo punto è capire le implicazioni globali che soggiaciono alla sfida EU e cinese agli USA, con l’Italia che rischia di diventare il campo di battaglia “per interposta persona”.
Stimato On. Zanni
Durante la guerra fredda successe qualcosa di simile al trattato BRI cinese, con l’Italia nel mezzo (ai tempi il nemico erano i comunisti sovietici); ma in tale caso l’Italia prese una posizione precisa, con gli USA e contro l’URSS: sebbene – in modo coordinato con Washington, vedasi la fabbrica FIAT a Togliattigrad, concordata con gli USA – gli italiani seppero fare affari anche con i sovietici. Stessa cosa per la Libya e per il petrolio dell’ENI. Idem per l’OLP, ecc. ecc.
Oggi invece gli USA sono ufficialmente contrariati con Roma.
Lei dirà, in fondo stiamo facendo lo stesso di allora. E qui sta l’errore: ai tempi gli USA erano fuori discussione come potenza globale, oggi invece sono in pesante discussione (memento che con gli USA al comando l’Italia divenne la 4.potenza economica mondiale; con la Cina al comando delle operazioni dubito succederà lo stesso, ndr). Il rischio politico di azioni scellerate oggi è, per l’Italia, enorme; ad esempio farsi due nemici. Va ricordato infatti che la Cina è estremamente pragmatica, non religiosa, materiale, anche amorale se vogliamo (come è amorale il familismo italiano, concetto molto simile, assai prossimo al cinismo); e senza nostri oriundi a mediare le rispettive posizioni. Della serie, se non paghi una rata di un prestito si rivalgono sui tuoi assets di fatto a garanzia, vedasi i numerosi casi successi in Africa. Questo per spiegare che il rischio controparte lato italiano in futuro sarà altissimo. A maggior ragione visto che la CDP ha deciso di emettere il Panda Bond in yuan per “festeggiare” l’accordo BRI, ossia in una valuta straniera. Grave errore, il bond si sarebbe dovuto emettere al limite in euro base giurisdizione italiana, visto che avrebbe comunque seguito la Lex Monetae in caso di futuro evento (…).
Ieri Stiglitz è stato oltremodo chiaro: l’uscita dell’Italia dall’euro sarà un dramma per l’EU; mentre la permanenza dell’Italia nell’euro sarà un dramma per l’Italia. Dipende dunque da cosa vuole il Governo gialloverde, a questo punto: il dramma per l’EU o il dramma per l’Italia? La lascio con tale interrogativo…
Ecco perchè l’America non può accettare che i suoi alleati si allineino agli interessi cinesi (la decisione italiana sulla BRI rischia di catalizzare la terza guerra mondiale)
Sui motivi del nervosismo USA ne ho scritto in passato – in dettaglio – e dunque la rimando QUI. In pillole, per motivi che non le ripeto, gli USA si troveranno a breve a scontrarsi con guerre asimmetriche con la Cina per motivi molto più grandi di quello che Lei può pensare; dunque, obiettivamente, l’unico avversario alla portata anche degli USA – a breve/medio termine – resta l’EU, con cui Washington necessariamente si scontrerà frontalmente. Ossia, nella posizione in cui è oggi Roma non mi sembra si possano mettere delle condizioni agli USA, che dice?
Lei potrebbe dirmi che l’alternativa da sbattere in faccia a Trump è minacciare di stare nell’EU. Si, forse ha ragione, infatti l’accordo BRI di fatto ci lega ancora di più all’EU, vista l’unità di intenti di Pechino e Berlino in veste anti-USA…. MA siete sicuri che i votanti gialloverdi siano d’accordo?
Or dunque, in tale contesto l’Italia rischia di essere diventata non più l’alleato principale dell’America – con cui lavorare per smontare l’EU – ma piuttosto lo strumento per far saltare l’EUropa. Ne sia consapevole. E sappia che a Washington si sta discutendo anche di questo. E tale discussione è stata catalizzata proprio dalla decisione del Vostro governo (ricordo che in veste anti-USA Cina e Germania lavorano in coppia, spero non sia il governo gialloverde l’unico a non averlo capito, ndr).
Vero, l’Italia ha basi militari USA: infatti bisogna fare attenzione che non vi si chieda di pagare per avere tali basi a breve, essendo tali avamposti militari l’unico deterrente contro una invasione prima economica e poi chissà da parte dei soliti “amici” che l’Italia si trova ai confini. Infatti oggi tali basi sono più o meno gratis per l’Italia…
Purtroppo sappia che agli italiani l’impreparazione penta-leghista fa molta paura. Chi come me che ha famiglia straniera e vive all’estero può porci rimedio, ma gli altri?
Non nascondiamocelo, una parte della Lega pensa ancora – sebbene non lo dica apertamente – alla separazione tra nord e sud Italia. Spero per Lei che non sia dello stesso avviso, anche perchè, alla morte dell’auto a ciclo termico, l’Italia del nord vedrà preponderantemente ridimensionato il suo ruolo industriale. Le aggiungo che io, da nordista-alpino, nel caso voi vogliate perseguire la strada della separazione dell’Italia in due (per farvi abbonare il debito, come da circoli leghisti ex-bossiani, tonteria, …) chiederò il passaporto del Sud.
E questo per svariate ragioni, che non sono interessi. Tra tutte cito la necessità vitale di stare il più lontano possibile dal’EU-core e la vicinanza culturale al mondo americano, che comunque vedrà come vitale avere un presidio nel mediterraneo (nell’Italia del sud, lontana dalla Padania).
Se a certi nordisti va bene diventare la vacca da mungere dei tedeschi, bene, si accomodino; ricordo solo che le Cinque Giornate di Milano avvennero per le tasse troppo alte pagate agli austriaci, il piccolo lombardo veneto pagava poco meno del 30% delle tasse di tutto l’impero asburgico (si rilegga I Promessi Sposi, per un leghista fa sempre bene). Sappia solo che che non tutti gli italiani del nord sono dello stesso avviso di andare con i tedeschi.
Infatti, concludendo, quello che deve essere chiaro, è che con la scellerata decisione dell’accordo BRI la separazione dell’Italia è più vicina, mantenendo il nord Italia “attaccato” all’EU franco-tedesca. Magari passando per qualche decisione sul rating che faccia saltare per aria l’Italia finanziariamente, con il fine di destabilizzare l’EU. Alla fine l’obiettivo lato USA verrebbe raggiunto ugualmente.
Si ricordi il governo sta rischiando la sfida non mediata con gli stessi che sopra Montecassino non ebbero remore a farci capire che era tempo si cambiasse sponda, lasciando Berlino al suo destino. Corsi e ricorsi storici.
Tanto le dovevo.
Mitt Dolcino
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