Con l’arrivo delle truppe russe, i militari venezuelani schierano i missili S-300
Questo fine settimana Mosca ha tracciato senza ambiguità la sua “linea rossa” riguardo l’intervento militare statunitense in Venezuela. Ha quindi inviato un aereo da trasporto militare pieno di truppe russe, che è atterrato a Caracas sabato scorso. Immediato il dispiegamento, in una base a sud di Caracas, dei sistemi missilistici antiaereo S-300. L’aereo da trasporto russo An-124 che è atterrato a Caracas trasportava nientemeno che il Generale Russo Vasily Tonkoshkurov, “Capo di Stato Maggiore delle Forze di Terra” e “Primo Vice Comandante in Capo delle Forze Terrestri della Russia”, accompagnato da 99 militari e 35 tonnellate di carico. L’aereo è arrivato pochi giorni dopo un incontro ad alto livello che si è tenuto a Roma la scorsa settimana, durante il quale la Russia ha reiterato il secco avvertimento agli Stati Uniti: Mosca non tollererà qualsivoglia intervento militare americano teso a rovesciare il Governo venezuelano. La Russia, quindi, non accetterà in alcun modo che il suo alleato sudamericano corra alcun rischio. L’avvertimento è stato comunicato direttamente dal “Vice Ministro degli Esteri” russo, Sergei Ryabkov, all’”inviato speciale” degli Stati Uniti per gli affari venezuelani, Elliot Abrams. Il giorno successivo all’arrivo delle truppe russe a Caracas le forze armate bolivariane di Maduro hanno attivato i missili S-300, dopo che avevano completato il necessario addestramento militare nel precedente mese di Febbraio. Il servizio di monitoraggio “Image Satellite International” (o Image Sat) ha pubblicato le relative immagini satellitari, dove erano visibili gli ulteriori missili S-300 che erano stati schierati nella base aerea “Captain Manuel Rios”, nello Stato di Guarico. Senza alcun dubbio, i tempi della ridistribuzione degli S-300 sono stati “mirati”, ovvero destinati ad inviare un forte messaggio a Washington, anche se non è chiaro in quale misura l’esercito russo sia disponibile ad essere coinvolto. Image Sat così ha commentato le nuove immagini: “Il dispiegamento comprende cinque lanciatori e un “radar di guida missilistico multicanale” 9S32ME (MMGR). Il Venezuela ha così aumentato la sua capacità di risposta alle tensioni regionali”. Forse, in parallelo con la situazione siriana, questo potrebbe essere l’inizio di uno scenario nell’ambito del quale più grandi saranno le minacce da parte americana, più grande sarà la graduale risposta della Russia, se espressamente richiesta da Maduro. Tutti questi sviluppi segnalano una più stretta cooperazione militare fra Russia e Venezuela come risposta alla minacce di guerra di Washington, che arrivano dopo che tre mesi fa i due alleati avevano effettuato esercitazioni militari sul suolo venezuelano, che gli Stati Uniti avevano definito come un’invasione della Russia nella regione. Ma ora, con un Comandante Russo di così alto livello sul terreno e con gli S-300 russi sotto il controllo delle forze di Maduro, è improbabile che gli Stati Uniti usino la forza, dopo il fallito tentativo di “colpo di stato” degli ultimi due mesi. Tyler Durden per Zero Hedge, Link Originale: https://www.zerohedge.com/news/2019-03-25/venezuela-military-deploys-s-300-missiles-following-russian-troop-arrival
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Eduardo Bolsonaro: la forza sarà necessaria in Venezuela perché “Maduro è un criminale”
Il Membro del Congresso brasiliano Eduardo Bolsonaro, figlio del Presidente Jair Bolsonaro, ha detto Venerdì scorso che una qualche forma di forza sarebbe necessaria per spodestare il dittatore venezuelano in carica, Nicolás Maduro. Il Sig. Bolsonaro ha dichiarato che per risolvere la crisi in Venezuela “tutte le opzioni sono sul tavolo, compresa quella militare”, mentre ribadiva la sua convinzione che Maduro fosse un criminale. Il Brasile, pur ribadendo il sostegno al Parlamento venezuelano, è stato uno dei primi paesi a dichiarare “illegittimo” il governo di Nicolás Maduro, dopo le elezioni presidenziali del 20 Maggio. Eduardo Bolsonaro ha dichiarato che: “Nessuno vuole la guerra, la guerra è cattiva. Ci sarebbero molte vittime e gravi conseguenze collaterali, ma Nicolàs Maduro non cederà il potere pacificamente. In un qualche modo sarà necessario usare la forza, perché è un criminale”. E ha aggiunto che: “Bisogna agire, tuttavia, perché il peggio che possa succedere è permettere a quell’uomo di restare al potere, perché ogni giorno in Venezuela la gente muore”. Ed inoltre ha riaffermato che: “Vedremo la nascita di una nuova Cuba”. Lo scorso Dicembre il Padre di Bolsonaro, Jair, aveva ritirato l’invito a Nicolás Maduro e ai funzionari cubani per partecipare all’inaugurazione della sua Presidenza. All’epoca egli disse che: “Ovviamente, i regimi che violano la libertà dei loro popoli e agiscono apertamente contro il futuro Governo del Brasile, per appartenenza ideologica al gruppo che abbiamo sconfitto nelle elezioni, non saranno invitati all’inaugurazione presidenziale del 2019. Difendiamo e rispettiamo fermamente la democrazia”. Sia il Presidente Bolsonaro che suo figlio Eduardo erano negli Stati Uniti, la scorsa settimana, per sostenere un’alleanza con l’Amministrazione Trump. In una conferenza stampa congiunta Trump si è dichiarato “onorato” di essere paragonato al populista Jair Bolsonaro, che l’opinione pubblica definisce il “Trump dei Tropici”: “Penso che ci sia stata molta ostilità con altri Presidenti brasiliani. Ma questa volta c’è zero reciproca ostilità”. Il Presidente Bolsonaro ha risposto in modo gentile, ringraziando Trump per l’incontro e lodando la sua leadership: “È un onore per me essere qui, dopo decenni di Presidenti anti-americani”. Riferendosi a Trump, Jair Bolsonaro ha concluso che: “Vuole una grande America e anch’io voglio un grande Brasile”. Ph. D. Thomas D. Williams per Breitbart.com., Link Originale: https://www.breitbart.com/latin-america/2019/03/23/eduardo-bolsonaro-force-will-needed-venezuela-because-maduro-criminal/
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La nostra opinione
Quasi nessuno pensava, tempo fa, ad un intervento diretto della Russia sullo scacchiere sudamericano. La presenza di un militare di così alto livello, con la “scorta” dell’affidabile sistema missilistico S-300 (ma non della sua ultimissima versione S-400), aggiunge un fattore d’importanza cruciale a sostegno di Nicolàs Maduro e affatica al contempo l’azione di Guaidò, che però trae nuova forza dalle dichiarazioni sempre più bellicose provenienti dal Brasile, schieratissimo su posizioni filo trumpiane. Per comprendere la situazione del rapporto fra Stati Uniti e Russia, crediamo che si finisca con l’essere fuorviati se si segue una vicenda come se fosse isolata dalle altre. Le aree di frizione fra i due paesi sono evidenti: Ucraina, UE, Medio Oriente allargato, Sud America, forse India/Pakistan. Crediamo, quindi, che non esista una soluzione praticabile per il Venezuela che prescinda da un accordo globale fra le due più grandi potenze militari. Fino a pochissimo tempo fa un incontro diretto fra i due Presidenti, nelle more dell’inchiesta Muller, era impensabile, nonostante la convergenza molto più ampia di quanto si possa credere su diversi dossier. Ma ora, dopo che il Presidente Trump ha intelligentemente compreso che nella vita basta vincere e che non è necessario stravincere (il riferimento è al salvacondotto per i clan Bush/Clinton/Obama che a loro volta, brandendo il manganello Cohen, lo avevano quasi paralizzato ….. se crediamo all’articolo di State of The Nation, https://www.mittdolcino.com/2019/03/25/la-missione-principale-di-mueller-era-di-coprire-lorgia-criminale-dellera-obama-e-il-russiagate-del-partito-democratico/), pensiamo che quest’accordo rientri fra le cose possibili, anche se nemmeno proviamo ad ipotizzarne la tempistica ed i risultati (almeno per il momento). Nell’ambito di questo possibile accordo generale, e comunque dalla nostra posizione filo-occidentale, crediamo possa esserci una soluzione anche per il Venezuela, senza dimenticare quella per Cuba. Per concludere, è al momento indecifrabile la risultante delle tante spinte contrapposte ma preoccupa, in ogni caso, la sorte di una popolazione (dalla notevole componente italiana) in condizioni sempre più drammatiche.
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Entrambi gli articoli sono stati scelti e tradotti da Franco
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