Vista da fuori la Brexit è uno spettacolo affascinante. Nonostante i colpi di scena, le mosse incomprensibili, le manovre legali e il comportamento del Primo Ministro Theresa “mi arrendo” May, la conclusione che se ne può trarre è molto semplice: l’UE non vuole la Brexit ma, nel caso dovesse esserci, vuole infliggere un fortissimo danno al sistema politico britannico e alla sua integrità morale.
Questa vicenda non è molto diversa da quella del 2015 in Grecia. Fu diretta, allora, da Angela Merkel ed è ancora lei, oggi, a dirigere il tutto.
L’intransigenza negoziale dell’UE – a parte il fatto che non ha altra scelta – è un bluff concepito sia per dividere la classe politica britannica — dopo che il popolo ha votato per andarsene — che per sostenere le divisioni all’interno della struttura del Regno Unito, conferendo potere ai “nazionalisti” scozzesi [SNP] e offrendone, allo stesso tempo, alla leadership del Labour, preda del suo eterno vittimismo.
I Laburisti sapevano benissimo che la leadership Tory era disposta a “giocare a pallone” con loro pur di trovare un modo per far nascere il BRINO – Brexit in Name Only – collegato ad un servizio civile che avrebbe fornito tutti i dati necessari a far impazzire milioni di persone.
L’isteria per una Brexit “no-deal” è molto simile a quella che stiamo vedendo nella sinistra “dura & pura” riguardo i cambiamenti climatici.
Ho così trovato interessante guardare la serie di spudorati e autoreferenziali cocomeri britannici – verdi fuori e rossi dentro – che hanno bloccato il Parlamento questa settimana.
Sono entrambi [Brexit e cambiamenti climatici] costruiti su fondamenta di sabbia. Sono entrambi espressione del timore [dei Parlamentari] che le loro narrazioni e il loro potere abbiano raggiunto il picco e che ora siano in ribasso.
E quando la gente comincia a rendersene conto ed entra in azione la paura, diventano sempre più disperati e sempre più disposti a imbrogliare pur di vincere.
Ma non fate errori, l’UE sta solo barando. Miliardi di pubblicità gratuita sono a disposizione del loro “sindacato” per mettere in bocca ai Parlamentari, ai Ministri del Gabinetto e ai media i peggiori e più ingannevoli argomenti contro la Brexit.
E questa pressione sta causando delle vere e proprie crepe nel sistema politico britannico.
Mentre il Labour, lo SNP e il nuovo “Gruppo Indipendente” stanno cercando di dipingere la Brexit come uno “psicodramma Tory” per ottenere dei vantaggi politici, stigmatizzando il tradimento consumato a danno degli elettori, gli stessi Tories, sottoposti anch’essi a tutta questa pressione, si stanno spaccando.
Da Nick Boles, che si è dimesso dal Partito dopo che la sua proposta “Common Market 2.0” è fallita, al mea culpa di Richard Drax per aver erroneamente votato a favore del “Trattato di Resa” May/Merkel il 29 Marzo, stiamo ora vedendo gli effetti che la spaccatura sta avendo su tutti.
Insomma, siamo ad una rappresentazione degna del “Teatro Kabuki”. Le dimissioni di Boles erano palesemente un trucco per svergognare i Parlamentari e persino le scuse di Drax sembra che siano state presentate più che altro per evitare il contraccolpo dei suoi elettori, avendo egli tradito il Leave.
E guardate ai risultati. Gli arci-remainer e l’ex Procuratore Generale – Dominic Grieve, che ha passato dei mesi a lavorare con i Funzionari dell’UE per formulare strategie su come tradire la Brexit – devono ora subire la cancellazione dalle liste elettorali per mano dei loro elettori.
Ed è proprio questo ciò che serve per sbarazzarsi di queste persone. I componenti del cosiddetto “Gruppo Indipendente” si sono dimessi dai loro Partiti ma si sono rifiutati di convocare “Elezioni Suppletive” per confermare i loro seggi.
Peccato che questo vada contro tutte le procedure politiche e che sia comunque un insulto ai loro elettori. Ma cosa potreste mai aspettarvi da una persona ignorante, arrogante e insignificante come Anna Soubry?
Il motivo per cui il piano UE di affossare la Brexit sta fallendo è quello che abbiamo già visto mesi fa: il popolo Britannico vuole che sia rispettata la sua volontà, non importa quanto possa essere viziata. Ma la classe politica è troppo consumata dalla sua ipocrisia per rendersene conto.
L’intera procedura ha davvero preso in giro le istituzioni democratiche di tutto l’Occidente. E questo era precisamente l’effetto che l’UE voleva rendere. Perché, se anche dovesse perdere l’ultima “Battaglia d’Inghilterra”, vincerebbe comunque per aver creato il caso filosofico secondo cui la “rappresentazione diretta” è una forma di governo assolutamente idiota.
E’ l’UE il sogno dei globalisti. Una leadership non eletta e immune dai cambiamenti demografici e dalle opinioni degli elettori, un mucchio di persone indisciplinate da guidare verso obbiettivi che essa stessa ha scelto per loro.
Esponendo le divisioni e la corruzione del Parlamento più antico del mondo, l’UE sta promuovendo l’inevitabilità del suo avvento nelle menti delle giovani generazioni britanniche, mettendo i Leavers più anziani ed esperti contro i più giovani e materialisti Remainers.
Ma non tutto sta funzionando come l’UE aveva previsto. La “campagna della paura” ha radicalizzato il campo degli irriducibili del Remain. Loro saranno sempre quello che sono. L’UE non è riuscita ad ammorbidirli e, anzi, si sono ancor più induriti nel non voler essere governati né da Westminster né da Bruxelles [palese il riferimento ai nazionalisti scozzesi].
Questa è davvero musica per le mie orecchie libertarie, perché mette in evidenza ciò che capita quando i costi dello status quo politico ed economico aumentano al di sopra dei benefici che ne derivano: rabbia e ribellione.
Lo stiamo vedendo in Francia. Dobbiamo ancora vederlo sul serio in Italia. E stiamo solo cominciando a vederlo in Gran Bretagna.
I politici stanno cercando di fare l’impossibile nei riguardi degli elettori infuriati: hanno tradito i loro desideri e s’incolpano l’un l’altro.
Theresa May, nelle parole di uno dei miei lettori, “si comporta come un venditore di macchine usate che sta cercando un nuovo “pollo”.
Ma le sue azioni sono ormai esaurite e così pure l’atto di bullismo di Bruxelles. E lo stesso si può dire per i molteplici tradimenti di Jeremy Corbyn e del Labour.
Mentre ci avviciniamo al 12 Aprile la May cercherà ancora una volta di far passare il suo piano ricattatorio per soddisfare i suoi burattinai, questa volta cercando di attrarre Corbyn nel suo vortice di insuccessi, mentre compaiono divisioni sempre più profonde all’interno della Camera dei Comuni e sempre più Deputati si dimettono, lanciando minacce e lamentandosi dell’incombente catastrofe causata dagli “estremisti”.
Il Regno Unito potrebbe non sopravvivere alla Brexit nella sua forma attuale. Ma coloro che spingono per la disunione, gli Scozzesi, potrebbero trovare molte sorprese quando affronteranno i loro elettori.
E ciò lascerebbe l’UE a chiedersi che cosa sia andato per storto, visto che ha ottenuto tutto quello che voleva – un Regno Unito diviso – ma ha comunque perso la guerra.
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Tom Luongo per Strategic Culture
Link Originale: https://www.strategic-culture.org/news/2019/04/05/eu-tearing-uk-apart-over-brexit.html
Scelto e tradotto da Franco