A supporto di Khalifa Haftar c’è innanzitutto l’Arabia Saudita, di conseguenza anche gli Stati Uniti d’America?
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Tyler Durden per Zero Hedge
“Haftar oggi non farebbe nemmeno parte del gioco senza il sostegno straniero”, ha detto un esperto di affari libici al Wall Street Journal, in un nuovo e lungo profilo del Gen. Khalifa Haftar da Bengasi, il cui Esercito Nazionale Libico (LNA) è avanzato questa settimana su Tripoli.
Nel consolidare il suo potere su gran parte della devastata parte orientale del paese – ma nell’ultimo anno ha guadagnato notevolmente anche a Sud – il Gen. Haftar ha sempre potuto godere del sostegno politico di un improbabile assortimento di potenti paesi, che include gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Francia e la Russia.
Ma il nuovo rapporto del WSJ ha rivelato che il suo ultimo grande sostenitore ha tasche infinitamente profonde: “Secondo alcuni Consiglieri del Governo Saudita, qualche giorno prima che il comandante militare libico Khalifa Haftar lanciasse l’offensiva per conquistare la Capitale e tentare di riunire il paese sotto il suo Governo, l’Arabia Saudita aveva promesso decine di milioni di dollari per contribuire a finanziare l’operazione”.
Citando degli alti Funzionari Sauditi, il rapporto rivela che l’offerta fu esternata in occasione della recente visita di Haftar in Arabia Saudita, parte di un lungo viaggio che lo aveva portato nelle principali Capitali Europee, dove la percezione era che il Generale stesse sfidando militarmente il Governo di Accordo Nazionale (GNA) basato a Tripoli e sostenuto dall’ONU.
L’offerta venne considerata fondamentale per poter negoziare un duraturo accordo di condivisione del potere tra le due parti, orientale e occidentale, del paese.
Ma gli incontri diplomatici rafforzarono lo status di Haftar che, a quel punto, decise di prendersi tutto il paese, anche se gli Stati Uniti e l’Unione Europea lo avevano intensamente invitato a fermare l’avanzata militare dell’LNA, che comprendeva anche degli attacchi aerei nei sobborghi di Tripoli.
Ma, a quanto pare, i sauditi e forse anche altri paesi stavano in realtà finanziando l’assalto a Tripoli [e non l’accordo di pace], rifornendo ulteriormente d’armi l’LNA.
Il WSJ, in effetti, ha così continuato: “Il Gen. Haftar ha accettato la recente offerta di fondi sauditi. Alti Funzionari [sauditi] hanno affermato che il denaro era destinato a comprare la lealtà dei leader tribali e a reclutare combattenti, ma anche ad altri scopi militari”.
“Siamo stati molto generosi”, ha concluso uno degli alti Funzionari.
Il rapporto ha rilevato inoltre che, dopo il suo rapido avanzamento ad Est, anche i funzionari europei precedentemente riluttanti stanno ora saltando sul treno di Haftar, perché: “l’uomo forte che sta conquistando la Libia venderà il petrolio in Europa e terrà i migranti dentro ai suoi confini”.
Ma i sauditi sono emersi solo di recente come primi sostenitori di Haftar — ed è grazie a loro che il Generale ha messo in moto la sanguinosa battaglia per Tripoli, che va avanti da una settimana.
Il WSJ ha riferito che il viaggio di Haftar a Riyad comprese un incontro-chiave con il Principe Ereditario MbS: “Il 27 Marzo [Haftar] fu accolto a Riyadh dal Re Saudita Salman e dal Principe Ereditario Mohammed Bin Salman. Secondo due Funzionari Sauditi, egli incontrò anche il Ministro degli Interni e il Capo dei Servizi Segreti”.
Ma a questo punto è inevitabile porsi la seguente domanda: “visto che i sauditi stanno sostenendo il Gen. Haftar in modo così aggressivo, questo significa che gli Stati Uniti saranno il prossimo Paese a saltare ufficialmente sul carro del vincitore?”.
Va notato, in effetti, che ci sono molte probabilità che egli sia già da tempo l’”uomo della CIA” in Libia.
Quello che non sempre viene dichiarato è che Haftar è un cittadino americano, come ha evidenziato la CNN questa settimana: “Haftar è, ad essere gentili, un uomo estremamente pragmatico. Sostenne Moammar Gheddafi nel suo Colpo di Stato del 1969 per poi ritrovarsi negli anni ‘90 a Langley, in Virginia, dove ottenne la cittadinanza americana, prima di tornare in Libia per rovesciare Gheddafi nel conflitto del 2011”.
Mentre era in esilio negli Stati Uniti egli viveva a pochi minuti dal Quartier Generale della CIA.
Secondo il rapporto del WSJ: “Come comandante militare, Haftar ruppe con Gheddafi negli anni ’80 per poi diventare parte dello sforzo sostenuto dalla CIA per destabilizzare il regime libico. Era in esilio negli Stati Uniti prima di tornare in Libia per unirsi alla ribellione del 2011 “.
È interessante notare che, nonostante la Casa Bianca avesse inutilmente esortato Haftar ad evitare conflitti militari mentre evacuava un contingente di marines dal paese, i commenti di Bolton al WSJ hanno rivelato che “le condanne” dell’offensiva di Haftar nascondevano in realtà un implicito assenso: “Gli Stati Uniti, in questi anni, hanno sostenuto i rivali del Gen. Haftar a Tripoli. Ma prima dell’attacco alla Capitale i Funzionari dell’Amministrazione Trump avevano espresso la volontà che il Gen. Haftar giocasse in ogni caso un ruolo importante nel futuro della Libia, nell’ambito di una possibile soluzione politica”.
Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente Trump, John Bolton, il giorno prima dell’attacco a Tripoli aveva parlato con lui al telefono e lo aveva ufficialmente esortato a non attaccare, secondo un alto Funzionario dell’Amministrazione Trump, che ha concluso: “ma sospetto che Haftar fosse già in movimento”.
Gli ultimi due giorni sono stati testimoni di pesanti combattimenti a Tripoli e dintorni, che hanno causato lo sfollamento di oltre 6.000 persone, oltre a 58 morti e a circa 300 feriti, secondo le Nazioni Unite.
Ma la situazione sta per peggiorare, visto che ieri il portavoce dell’LNA ha detto che: “….. nelle prossime ore le nostre operazioni aeree aumenteranno”. L’LNA ha anche emesso un mandato di arresto per il preoccupato Primo Ministro Fayez al-Serraj del Governo di Tripoli, il GNA.
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Link Orginale: https://www.zerohedge.com/news/2019-04-12/saudi-arabia-bankrolling-haftars-bid-seize-all-libya
Scelto e tradotto da Franco
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