Leesa K. Donner per Liberty Nation
Quelli che come noi varcano da decenni la porta delle Chiese possono notare uno strano fenomeno, in quest’epoca di persecuzione della cristianità.
Il Santuario non è più una via di fuga dai travagli del mondo, ma piuttosto un preoccupante riflesso di ciò che sta accadendo al di fuori di esso.
Alcuni di noi potrebbero sentirsi intrappolati o addirittura provare paura quando attraversano la soglia di un luogo di culto.
Le persone prese a fucilate nelle Chiese non sono una novità, ma dobbiamo pur chiederci se lo spargimento di sangue nello Sri Lanka sia rappresentativo di un qualcosa di così ampio e profondo da entrare a far parte della psiche di un qualsiasi praticante.
Per i nostri amici ebrei, le riprese dalla Sinagoga di San Diego, Domenica scorsa, avranno sicuramente portato alla luce sentimenti simili.
Questa sorprendente conclusione mi è venuta in mente Domenica scorsa quando lo speciale “coro Handbell” di cui faccio parte ha cantato il “Jesus, My Redeemer” per la congregazione.
Sulla strada che passa sotto la “sala della confraternita”, situata tra il Santuario e le nostre aule, c’era un poliziotto grosso, minaccioso e armato fino ai denti. È stata un’esperienza sconvolgente guidare i bambini disabili di cui ci occupiamo oltre quel poliziotto.
Questa cosa ha dato il via ad una serie di emozioni: il nostro cuore spezzato per la violenza del mondo che si è inserita in un tempo e in uno spazio in cui Dio, e non la sicurezza, sarebbe dovuto essere il primo pensiero.
Siamo profondamente addolorati quando pensiamo ai seguaci della nostra fede finiti nel mirino di così tanti terroristi.
Abbiamo trepidato pensando che dietro alla porta della “classe 102” della “Scuola Domenicale” potesse esserci qualcuno con la morte nel cuore e con i mezzi necessari [armi] per portarla a termine.
In mezzo a tutte queste emozioni la gioia, la pace e la grazia che ci aspettiamo di ricevere in un luogo di culto vengono bruscamente interrotte e sostituite da un desiderio impellente di autoprotezione e sicurezza.
Gli anziani, le sagrestie ed i “trustee” di tutta l’America stanno assumendo personale di sicurezza, oppure pagano la polizia locale, per pattugliare le sale, i parcheggi e i Santuari delle loro Chiese. Le congregazioni più piccole, che non possono permettersi tali lussi, invitano i membri alla massima vigilanza prima di entrare e pregare.
Ultimamente, mentre stavo prestando servizio come leader di un “ritiro spirituale” per donne in una Chiesa del Sud, ho notato che il Pastore aveva sotto la sua camicia una pistola “Heckler & Koch” da 9mm.
“Non ho mai tenuto un’omelia senza di essa”, ha affermato, aggiungendo di aver fatto addestrare sette congregati all’uso delle armi da fuoco per la protezione dei fedeli.
È davvero così stravagante pensare che Mary, che suona l’organo da trent’anni, abbia un revolver “Smith & Wesson 38 special” nascosto sotto ad uno dei pedali? Al contrario, spero che lei lo faccia.
“Tesoro, dov’è la mia Glock?”
Siete in ritardo per il servizio religioso delle 9,00? Non dimenticare i bambini, la Bibbia e la vostra Glock. Sembra strano il doverlo dire, ma la cosa ci conforta.
Tuttavia, ci sono molte Leggi che proibiscono alle persone ordinarie di portare armi in Chiesa. In generale, chi porta un’arma per difesa personale è stato trasformato dai regolamenti in una specie di fuorilegge.
Questo non solo è incostituzionale, ma è anche un abuso di potere ….. oltre che essere controproducente per chi vuole difendersi.
Siamo giunti al punto in cui coloro che proprio non riescono a tenere le mani lontane dalle nostre armi da fuoco dovrebbero essere considerati complici nella morte dei cristiani. Perché stanno proibendo al cittadino americano di proteggere la sua famiglia, o gli studenti che sono a suo carico, nelle cerimonie religiose domenicali.
Un giorno di un futuro non troppo lontano qualcuno denuncerà il Comune per la proibizione di portare armi nei luoghi in cui sono necessarie.
Ok, non è probabile che questa proposta abbia un seguito, ma il Responsabile degli Affari Legali di Liberty Nation, Scott D. Cosenza, ha detto che:
“Il Governo Federale dovrebbe far pressione sugli Stati Federati per liberalizzare le leggi sul porto delle armi all’interno, o intorno, ai luoghi di culto. E’ indiscusso che queste strutture siano diventate obiettivi particolarmente interessanti. Chiedere ai singoli Stati di consentire misure ragionevoli di autodifesa può ora far parte della garanzia per il rispetto del fondamentale ‘diritto di culto’”.
Chi frequenta le grandi Chiese corre un rischio immenso, perché queste hanno strutture che, come quella della “Marjory Stoneman Douglas High School”, sembrano più che altro un “bandbox” [piccolo campo da baseball].
Piaccia o no, nel XXI° secolo le armi da fuoco sono diventate una parte importante dell’esperienza di culto.
Se i radicali di qualsiasi natura prendono di mira le nostre Chiese è nel nostro interesse essere armati. Se il loro obiettivo è di uccidere e mutilare quanti più Cristiani possibile in un colpo solo, allora dobbiamo prepararci alla possibilità di un tale incontro.
Rendere illegale per i cittadini americani portare con sé la loro arma, ovunque e ogni volta che potrebbero aver bisogno di protezione, penso che sia decisamente un atto criminale.
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Link Originale: https://www.libertynation.com/why-god-and-guns-go-together-now-more-than-ever/
Scelto e tradotto da Franco
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