Che volete che vi dica, sono senza parole. Temo che ormai la frittata sia stata fatta, o almeno così sembra a giudicare dal livello di caos che emerge anche dalle azioni delle gerarchie leghiste. Sembra non ci sia più nord, nel senso della bussola. Un votante infatti si attenderebbe che in seno ad un partito, a maggior ragione se sovranista e se è quello che ha votato, le beghe interne vengano superate per il bene superiore.
Niente di tutto questo, almeno nel caso dell’ex Ministro dell’Interno leghista (vice di Bossi), Bobo Maroni e di suo figlio: leggiamo infatti che Fabrizio Maroni si è candidato a supporto del PD, a Varese. Ed il padre, incredibile, dicono che “l’ha presa bene”, ossia stando ad un bell’articolo di giornale, ha accettato la decisione del figlio.
Mah…
Tutto questo mi riempie di sconforto. A maggior ragione dopo il caso Siri, che non voglio ricommentare (…). E prima ancora la firma dell’accordo BRI con la Cina con direzione leghista, atto che ha fatto letteralmente saltare sulla sedia lo storico alleato USA, facendo intravedere effetti catastrofici a termine per l’Italia.
Che devo dirvi, sono sconcertato. Lascio a voi le valutazioni del caso.
Nota di redazione: questo pezzo è stato scritto alcuni giorni fa. Tutto quello che leggiamo sopra potrebbe rendere giustizia alla tesi – alla luce degli eventi di questi giorni, … – secondo cui qualcuno voglia evidenziare pubblicamente la volontà di un certo establishment leghista di smarcarsi dal gruppo di Salvini, ormai caduto in disgrazia nella Tangentopoli 2.1 (forse non casualmente successiva alla firma dell’accordo della Via della Seta, con Geraci, in quota Lega). Proponendosi “a garanzia” nei confronti di qualche potere esterno?
Mitt Dolcino
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