Doug Casey per International Man e Zero Hedge
I cinesi vengono dal nulla. Quarant’anni fa erano solo un miliardo di poveri contadini senza soldi e tecnologie, privi di qualsiasi potere.
Oggi sono alla pari con gli Stati Uniti ma, se la tendenza continua, entro vent’anni la loro economia sarà il triplo di quella degli Stati Uniti.
Di conseguenza, a questo punto sembra inevitabile una guerra vera e propria, non solo una guerra commerciale. Perché quando le tensioni si accumulano gli Stati alla fine le risolvono combattendo.
La Cina è la principale potenza emergente. Ha una popolazione quadrupla di quella degli Stati Uniti e presto diventerà ancor più potente dal punto di vista economico, raggiungendo infine la parità militare. È portatrice inoltre di una cultura molto diversa da quella degli Stati Uniti.
Inevitabile che il Governo americano possa pensare che sia meglio eliminarla quando l’equilibrio delle forze ancora lo avvantaggia. La situazione, in altre parole, è un po’ come quella con l’Unione Sovietica degli anni ’80.
I russi erano consci di andare verso la fine e alcuni Generali Sovietici pensarono che fosse giunto il tempo dell’”ora o mai più” perché una guerra contro gli Stati Uniti potesse avere successo. Per fortuna sono crollati prima.
Ai cinesi non piace vedere le portaerei statunitensi al largo delle loro coste, esattamente come a noi non piacerebbe vedere le loro portaerei nel Golfo del Messico o davanti all’isola di Santa Catalina.
L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in effetti, è una guerra con i cinesi. Ma se il concetto di “Trappola di Tucidide” (*) ha ancora un senso – ed io penso che lo abbia – allora quest’opzione dev’essere considerata fra le possibilità.
Le forze armate americane pensano che una “guerra calda” sia inevitabile e probabilmente hanno ragione. Perché? Perché 5.000 anni di storia ci hanno insegnato che è meglio iniziare una guerra quando sei ancora più forte del tuo nemico, piuttosto che aspettare che esso diventi più potente di te.
È sempre stato così. La Regola d’Oro dell’”arte del governare” è: “fallo, ma fallo per primo”.
Quella che stiamo vivendo è in effetti una situazione molto pericolosa. Gli Stati Uniti possono fare qualcosa di stupido, come organizzare un “incidente” o lanciare un attacco preventivo contro la Cina. O magari le cose possono sfuggire dal loro controllo, come capitò in occasione della 1a GM.
Tutto questo ha senso esattamente quanto la Guerra del Peloponneso descritta da Tucidide o la 1a GM. Ma queste cose possono anche assumere una vita propria.
Le guerre fra le potenze europee furono molto brutte. Ma quando gli Stati Uniti combatterono contro il Giappone la guerra diventò di tipo razziale. Nel Pacifico fu molto più brutta che in Europa. Praticamente non furono presi prigionieri.
La prossima Grande Guerra – al contrario delle “guerre sportive” come quelle in Medio Oriente – sarà probabilmente con la Cina. Ciò potrebbe rendere la 2a GM, al confronto, un evento banale.
La prossima crisi finanziaria sarà la “Big One”
Nessuno ha la sfera di cristallo, ma penso che tutti possano vedere le tessere del dominio allineate. Sarà questa crisi la “Big One” o soltanto un’altra recessione? Una specie d’inconveniente seguito da bolle ancora più grandi?
È tutta una questione di probabilità. E più tessere del domino si allineano – il domino politico, economico, sociale, demografico, militare e culturale – più logico che la prossima crisi possa diventare ancor più grande di quella del 2008.
Ecco perché uso l’analogia con il periodo del 2007-2010 come punto di partenza di questo uragano.
L’“occhio della tempesta” è molto grande, conseguenza della massiccia emissione di denaro da parte delle Banche Centrali di tutto il mondo, che ha avuto l’effetto dell’olio gettato sull’acqua.
Quando entreremo nella parte finale dell’uragano, guardandoci indietro vedremo che sarà stato molto peggiore, molto diverso e più duraturo di quello pur grave del 2007-2010. Penso che in quest’uragano stiamo entrandoci proprio adesso.
Ma come sempre ci sono delle buone notizie anche nelle avversità. Penso che la maggior parte della ricchezza reale nel mondo – capacità, tecnologie, edifici e tutte le cose di questa natura – non scomparirà solo perché l’economia sarà collassata.
La maggior parte della ricchezza, quella vera, sarà ancora qui. Cambierà solo la proprietà.
Attendo con ansia questi momenti di crisi perché credo che il sistema si manterrà più o meno nella sua forma attuale. In altre parole, è possibile superare la crisi finanziaria se riuscirete a organizzarvi per poter sopravvivere. Le crisi finanziarie vanno e vengono ed è possibile posizionarsi per trarre profitto anche da queste.
Non mi auguro, tuttavia, una crisi economica o politica, perché possono avere conseguenze importanti. Non sono nemmeno in attesa di una crisi culturale, che è di gran lunga quella più seria.
Ma, sfortunatamente, è proprio quella che a questo punto stiamo affrontando.
Spero che quello che accadrà nei prossimi mesi possa essere solo una crisi finanziaria. Ma non mi aspetto che sia così. Penso che la crisi, oltre che economica, sarà anche politica e culturale.
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(*) La “Trappola di Tucidide” è un’immagine usata per descrivere la tendenza di una potenza dominante a ricorrere alla forza per contenere una potenza emergente. La trappola, quindi, consiste nel cedere alla paura di perdere il primato e considerare ineluttabile lo scontro.
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Fonte: https://internationalman.com/articles/not-just-a-trade-war-but-a-shooting-war-with-china/
Scelto e tradotto da Franco
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