– PARTE SECONDA –
(la parte prima è stata pubblicata in data 18 maggio 2019)
Obiettivi e funzioni della BCE
L’articolo 2 dello Statuto della BCE-SEBC, definisce gli obiettivi prioritari della BCE:
- “[…]l’obiettivo principale è il mantenimento della stabilità dei prezzi.
- Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali della Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’articolo 2 del trattato.
ll sistema delle Banche Centrali SEBC agisce in conformità del principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione delle risorse, e rispettando i principi di cui all’articolo 4 del trattato.”
Il principio appena descritto e contenuto nell’articolo presenta un ossimoro tra “economia di mercato aperta ed in libera concorrenza” rispetto al sostegno delle politiche economiche, contrasto netto che dona alla BCE la possibilità di decidere in modo arbitrario e soggettivo quando dover intervenire sul secondo punto subordinato per legge, e relegando le stesse politiche di sostegno all’economia a mera indicazione concettuale del “possibile”, come finora avvenuto, ma sterilizzando di fatto i “buoni propositi” del punto 2, ancorchè ci sia reale ed intenzionale volontà di volerlo perseguire.
L’articolo 3 definisce invece le funzioni fondamentali che la BCE deve svolgere:
— definire e attuare la politica monetaria della Comunità;
— svolgere le operazioni sui cambi […]
— detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri;
— promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
Una parte interessante di questo articolo sta nel comma 3 dove il ruolo di controllo e di intervento della SEBC sul sistema bancario europeo risulta essere a carattere voluttuario e soggettivo laddove si indica che “il SEBC contribuisce a (e non “è responsabile di”) una buona conduzione delle politiche perseguite dalle competenti autorità per quanto riguarda la vigilanza prudenziale degli enti creditizi e la stabilità del sistema finanziario” senza la specificità dispositiva, la profondità ed il carattere perentorio gerarchico cogente dell’intervento di controllo.
Non è espressamente indicata l’attribuzione del potere di sovranità monetaria, ma solo del potere di decidere le politiche monetarie, tanto che all’articolo 16 si esplicita solo “il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità. La BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità”.
In altre parole le banconote emesse nella Unione Europea sono sottoposte all’autorizzazione della BCE e sono gli Euro (inizialmente denominati ECU nel trattato). Ma non si avocano a sé altri diritti inerenti a tutte le forme di creazione della moneta ed in particolare al conio della moneta metallica nonché alla stampa di moneta di Stato detta “Statonote” come avvenuto in passato con i biglietti di Stato da Lit. 500.
Altre funzioni riguardano la raccolta di dati statistici e la cooperazione internazionale.
Chi controlla il raggiungimento degli obiettivi e i bilanci della BCE?
La situazione della BCE soggiace al protocollo SEBC che trae i suoi principi direttamente dal trattato di Maastricht che li ha concessi. Non è tenuta a rendere conto a nessuno delle riunioni e delle loro decisioni che sono ex-ante segrete. Come avviene per la Massoneria, il club Bilderberg, e la Triplice.
Ricordando sinteticamente quanto scritto nella prima parte, la BCE è una istituzione sottratta a qualsiasi controllo e non è sanzionabile. Ciò si traduce a livello organizzativo che non è possibile attribuire responsabilità alcuna a nessun soggetto dello “Staff” della BCE nè tantomeno dell’organo direttivo, ma, al contrario, concede immunità a tutta la sua organizzazione ed affiliati. Non esiste pertanto alcun potere che possa fungere da controllo deterrente sanzionatorio per le azione e/o omissioni compiute dalla BCE. Le sue riunioni e le sue delibere sono secretate, salvo quelle che decidono di rendere parzialmente o totalmente pubbliche.
Non è attaccabile giudizialmente.
Necessariamente anche il bilancio della BCE non è controllabile nè revisionabile da alcun soggetto europeo e quanto viene formalmente reso dalla società di revisione extraUE “ufficiale” (KPMG) non rappresenta alcun controllo eseguito, ma solo una attestazione dei dati a loro resi ufficiali. Lo stesso “Staff” non è infatti obbligato a fornire alcuna informazione se non viene tolta la segretezza dai documenti o dai dati richiesti. Esiste pertanto una perfetta macchina che seleziona i dati da pubblicare e diffondere anche verso gli organi ufficiali di controllo, di advisoring e di revisione esterni.
Ciò significa che la BCE potrebbe eseguire transazioni internazionali (di solito triangolazioni in “paradisi fiscali”) non in trasparenza di importi senza limiti, fuori controllo e senza l’obbligo di informare alcuno Stato nemmeno quelli in grado di influenzare anche pesantemente l’economia e la finanza mondiale, non solo europea.
E non saperlo mai.
Si sta quindi trascendendo il semplice termine tanto vituperato di “indipendenza”, usato solo per i fessi beoti dei popoli europei per bersi l’istituzione della BCE come perverso sistema “succhiaricchezzaproducimonetagratispersè“, altrimenti detto “signoraggio”. Si affronta questo tema nel seguente capitolo.
An open letter to Brussels
La BCE e gli Euro
Chiarito i ruoli e le funzioni della BCE, vediamo quali aspetti critici si riscontrano nel potere di stampa delle bancanote “EURO” da parte della BCE anche in qualità di “concedente” verso le Banche Centrali Europee “concessionarie”.
Ha l’esclusività europea nella stampa delle Banconote “Euro” che produce a costo irrisorio e senza limiti se non discrezionali.
Il signoraggio si crea nel momento della concessione della possibilità di ottenere moneta in Euro-bancanote. I singoli Stati si devono indebitare presso la BCE per il valore del capitale, ovvero delle bancanote più gli interessi che devono restituire.
Due vulnus: il primo è che a fronte del prestito la BCE non spende nulla e non si indebita con nessuno quindi il suo fatturato corrisponde pressocchè all’utile. Un utile enorme diviso solo in parte con gli azionisti, ovvero le singole banche centrali che detengono le quote della BCE (cfr prima parte) che, essendo istituti di fatto privati, perseguono interessi privati e non è per niente da escludere il loro intento speculativo che è in conflitto con quella degli stessi Stati aderenti all’euro.
Il secondo vulnus è creato proprio dal concedere quella moneta che deve essere restituita più altra moneta che non esiste per pagare interessi. Con si ripagano quegli interessi sul prestito che sono moneta inesistente? Con la pauperizzazione dello Stato. Temporaneamente, infatti, si può chiedere ai singoli Stati di svendere il proprio patrimonio o di erodere il reddito dei propri cittadini oppure di ridurre le spese pubbliche attraverso opportuni meccanismi di drenaggio fiscale e tributario e di politiche di auterity sulla spesa pubblica fino ad andare ad intaccare i servizi di prima utilità sociale, come la sanità e la previdenza (come avvenuto in Grecia con effetti devastanti). Patrimoni e reddito che nel breve potrebbero soddisfare il livello delle “rate” sui prestiti contratti e da restituire alla bce, ma diventa insostenibile nel medio-lungo periodo in funzione della ricchezza prodotta da ciascun Paese. Con l’Italia sarà una lenta ma irrecuperabile agonia. Nel tempo, infatti, il processo è destinato a far accumulare il montante del debito in maniera esponenziale ed in modo irreversibile, salvo “giubilei”.
Questo doppio vulnus corrisponde ad un “doppio signoraggio”.
Ma non è finita qui. Pochi sanno che la BCE crea moneta con banconote “Euro” in circolazione nel pubblico, escluse quelle detenute presso le banche per cassa, per circa il 10% della moneta esistente (M0-M1-M2). Al data del 2014 tale percentuale si fermava al 10,18%, dato che storicamente oscilla solo di pochi punti percentuali.
Chi crea la restante moneta che serve al sistema economico? Il sistema bancario “tradizionale”.
La rimanente moneta nella quasi sua globalità è creata proprio dalle banche a valle della BCE come moneta “virtuale” o, detta in gergo “scritturale” e detenuta sotto la forma di depositi di vario tipo e conti correnti su cui vengono pure accreditati i prestiti e tutte le forme creditizie erogate dalle banche.
Come? Proprio erogando prestiti e concedendo linee di credito dal nulla, ovvero a fronte di nessuna bancanota fisica posseduta, senza nemmeno più alcun riferimento al vecchio concetto di “riserva frazionaria” termine ormai desueto dato il contesto attuale. Se ci pensate bene la banca vi accredita sul conto corrente non versando alcuna bancanota, ma digitando nel sistema l’importo che equivale alla moneta “virtuale” creata detta moneta scritturale.
Ma l’aspetto più sorprendente è che la Banca emette moneta scritturale SENZA NESSUNA AUTORIZZAZIONE DELLA BCE che per statuto dovrebbe dare.
Da Monti in poi si è discusso di fare la “guerra al contante” come risoluzione satisfattoria e definitiva per ridurre l’evasione fiscale. E’ questione di lana caprina. Se le bancanote fisiche in circolazione rappresentano solo il 10% di tutta la moneta esistente, l’evasione sarebbe da ricercare altrove. Ed i motivi di questa “guerra” sono piuttosto da ricercarsi nei vantaggi che le banche avrebbero se controllassero totalmente tutta la moneta.
Le banche erogano il prestito “a costo zero” e ricavano il valore del prestito erogato dal nulla pari alla moneta scritturale emessa più gli interessi chiesti al cliente. Di fatto perchè il valore del capitale precostituito in Euro, per potere poi “erogare” il prestito, contabilmente non viene inserito in bilancio. Si chiama falso in bilancio.
Viene inserito solo il debito da creazione monetaria per far quadrare i conti con l’emissione del prestito che è un credito verso terzi (assurdo contabile).
Le banche iscrivendo nel passivo moneta creata dal nulla quando in realtà la prima operazione da registrare sarebbe quella di iscrivere la “moneta-fiat” come attivo della società a fronte di un reddito “creato” da zero, e persino senza costi significativi, si mettono in condizioni di “fallibilità”.
Il sistema così costruito “costringe” le banche a capitalizzarsi quando questo non servirebbe per niente, anzi, esattamente il contrario. Altra soluzione vendere i crediti incagliati altrimenti detti NPL (non-performing-loans) oppure detti crediti “spazzatura” ricavando a percentuali ridicole (20%) che, in presenza di moneta creata dal nulla, è pur sempre tutto guadagno.
In questo caso nella contabilità risulta l’azzeramento del debito e l’scrizione di una perdita pari complessivamente all’80% del valore nominale del credito, sempre che non sia stato svalutato prima.
Vendendo tali crediti la garanzia segue il credito, diversamente da quanto detto da qualcuno nei commenti. Le big finanziarie che acquistano tutti gli NPL in poco tempo divengono proprietarie di molti beni (mobili o immobili) italiani, specie se nel Paese perdura una crisi senza soluzione di continuità.
Quindi il sistema è fatto per distruiggere per colonizzare un Paese e rendere poveri ovvero schiavi i suoi cittadini da terzi organismi sovranazionali.
Le banche sono autorizzate a stampare bancanote? No! Sono autorizzate a creare moneta? La materia non è giuridicamente chiara, ma non potrebbero perchè la loro attività DOVREBBE ESSERE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE QUELLA DI INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA. Ma non è così. Le banche, con il tacito assenso della BCE-SEBC e quindi di tutto il sistema delle banche centrali europee, creano moneta scritturale, ovvero senza la stampa di alcuna bancanota, ma solo iscrivendola in bilancio, appunto nel passivo.
Dove si vede la moneta creata dalle banche? Non nel bilancio delle singole banche che, furbescamente, adottano un sistema di “occultamento” della prova, ma solo a livello aggregato, ovvero nel bilancio della Banca d’Italia, perchè altrimenti il bilancio non quadrerebbe, e neanche per tutto il fenomeno ma molto meno perchè si vedono solo le movimentazioni nette finali di quadratura e non tutte le movimentazioni registrate “lorde” ovvero quelle totali effettuate nel periodo.
Questo debito da’ origine alla assurda necessità di “avere un adeguato patrimonio di vigilanza”.
L‘assurdo nell’assurdo. Un ricavo che si trasforma magicamente in un debito.
Quindi anche tutte queste “urla manzoniane” della necessità di dover coprire i forti passivi sono invenzioni per giustificare ogni azione soverchiante nei confronti dei cittadini. Come ad esempio il famoso “bail in” e tutte le politiche vessatorie volte a mantenere un clima di paura, soggezione e colpa strisciante da instillare nel popolo italiano.
Si tratta in altri termini di signoraggio bancario.
Analizziamo meglio questo “guadagno da signoraggio” delle banche su più livelli.
REDDITO DA SIGNORAGGIO DI PRIMO LIVELLO. All’atto della creazione della moneta “Euro” il valore guadagnato è pari al valore inserito nel sistema informatico (signoraggio alla creazione). L’artificio contabile rende le banche responsabili di frode fiscale e di falso in bilancio perché occultano il fatturato registrandolo piuttosto come debito di “moneta” (debito verso chi?) a fronte del credito verso il cliente per il prestito concesso. E’ il motivo per cui le banche sono sempre con elevato passivo che incide poi nei loro coefficienti di patrimonializzazione.
REDDITO DA SIGNORAGGIO DI SECONDO LIVELLO. Il prestito erogato con moneta creata dal nulla genera poi interessi, commissioni, spese ed oneri di gestione per qualcosa che alla banca non è costato nulla. Se solo il cliente restituisse il 40% del debito, la banca avrebbe comunque un guadagno netto del restante 60%, nemmeno deducendosi le spese per il personale anch’esso pagato con stessa identica moneta scritturale “a costo zero”.
REDDITO DA SIGNORAGGIO DI TERZO LIVELLO. E’ il reddito generato da attività indirette relative alle attività precedenti. Il caso tipico è il cliente che utilizza la carta di credito su cui ci sono interessi e spese che maturano per una linea di credito utilizzata che poi viene addebita sul conto corrente maturando altri interessi e spese (nella sostanza si tratta di una forma indiretta di usura bancaria). Entrambe le posizioni si fondano su moneta scritturale.
Quindi anche la grande attenzione data dall’Europa dei burocrati ai criteri di “Basilea 1-2-3” è generata su presupposti di bilancio falsi ed assolutamente inconsistenti. Vediamo il perché.
Il patrimonio di vigilanza è un “bluff” perché può essere coperto dalla creazione della moneta virtuale e “rappresenta” pertanto una finzione contabile in quanto si può fondare su “depositi” virtuali di moneta scritturale, cosa che peraltro avviene nella normalità nel più assoluto e stretto riserbo e con il tacito e connivente assenso delle Banche Centrali che consolidando i valori di tutti i dati patrimoniali e finanziari delle banche, fanno letteralmente sparire le movimentazioni intermedie che evidenzierebbero conti transitori che si chiudono esportando all’estero (paesi extra-ue) moneta in conti cifrati ad alto contenuto “esplosivo”.
Se si nazionalizzassero tutte le banche italiane questo giochino verrebbe rivelato perché sarebbe lo Stato ad evidenziarne orgogliosamente il ricavo (quindi paradossalmente sarebbe un entrata in più che potrebbe far ridurre se non azzerare la necessità di una politica fiscale e tributaria), non avendo più il conflitto di interesse delle banche di dover nascondere al fisco ed al cittadino ignorante quanto inconsapevole della truffa subita dal sistema.
Riassumendo si può dire che la BCE-SEBC utilizza la longa manus capillare del sistema bancario per essere il cavallo della Toika in un sistema economico-sociale di un certo Paese europeo.
Il sistema bancario è adeguatamente preparato ed addestrato per erogare finanziamenti che sono utilizzati per:
- conquistare e/o mantenere clientela della fascia di rating del tipo AAA, AA o al massimo A, ovvero agli amici del giaguaro che “costano” tanto e pagano poco.
- nascondere l’attività di creazione della moneta e compiere operazioni di maquillage del bilancio bancario.
- compiere attività di diversificazione nel settore finanziario ad alto rischio ovvero coprire “buchi” dovuti ad operazioni scoperte in derivati.
- trasferire somme in conti esteri “non classificati” tramite “clearing house” che qualcuno chiama provocatoriamente “stanze elettroniche di riciclaggio del denaro falso”.
Con il capitale-prestito e interessi pagati alla BCE-sistema bancario come attività di signoraggio, avremmo ripagato fino al 2017 due volte il debito pubblico italiano. Ed invece, non solo lo abbiamo aumentato, ma abbiamo pure perso circa il 200% del nostro PIL potenziale.
In 10 anni, dal 2008 al 2017, solo considerando gli interessi pagati, l’Italia avrebbe potuto ridurre il debito pubblico di 760 milioni, portandolo a circa il 90% del PIL.
https://www.investireoggi.it/economia/debito-pubblico-italiano-760-mld-interessi-pagati-10-anni/
L’Italia quindi, aderendo al sistema dell’Euro-BCE, ha scelto la moneta-debito che, una volta emessa genera un debito pari alla moneta prestata più gli interessi che devono ripagare il debito. Con quale moneta? Non esiste tutta la moneta che deve essere restituita. Potrebbe al massimo ripagare il capitale prestato sotto forma di moneta-EURO prestata, ma non ha la moneta per pagare gli interessi. Dove la prende quella parte di moneta? Per ripagare gli interessi sul capitale ovvero la moneta-debito prestata, il Paese si deve impoverire utilizzando strumenti di politica fiscale come aumentare le imposte sul reddito e le tasse patrimoniali, strumenti di pauperamento del territorio, come la svendita del patrimonio privato e pubblico, la svendita delle aziende pubbliche, o strumenti di politica economica sociale ad esempio aumentando il costo dei servizi pubblici o diminuendo la qualità degli stessi, o aumentando le imposte indirette e via di questo passo.
Descriviamo meglio il processo. L’Italia emette titoli di Stato per farsi prestare bancanote dalla BCE più interessi che non sono coperti dalla moneta prestata. Il valore complessivo dei titoli è un valore che cresce esponenzial-mente nel tempo (tanto che nel 2017 ammonta a oltre 500 miliardi nettamente superiore alla media annuale del reddito sul periodo analizzato di 18 anni). La perdita di potere è dovuta alla necessità di sottrarre ricchezza dal Paese, come sopra già descritto, attraverso ad esempio aumento delle tasse, per rifondere il pagamento di questi titoli emessi contro bancanote emesse in “euro”. Poichè gli interessi sono in più il Paese non riuscirà mai a rifondere questo debito se non impoverendo sempre più anno dopo anno il paese. Con una crescita esponenziale. Non c’è via di scampo con questo sistema “Euro”, a meno che il singolo Paese, come l’Italia, decida di uscire dal vincolo dell'”Euro” per riutilizzare quella facoltà che mai era stata ceduta di diritto, ovvero la sovranità monetaria e quindi poterci permettere di ristampare moneta sovrana, ovvero moneta “a credito” per lo Stato.
SARÀ RECESSIONE. E SARÀ GRAVE
La moneta-credito è dello Stato ovvero degli italiani e non va restituita a nessuno perché appartiene già al legittimo proprietario. Senza debito lo Stato ed i propri cittadini non avranno né interessi da pagare in quanto non esiste più il debito né tantomeno parametri da rispettare.
Con la “moneta-DEBITO” non v’è scampo nel lungo periodo per un qualsiasi Paese ancorchè sia ricco e dotato di risorse.
Ecco perché la BCE può ESSERE DEFINITA IL CAVALLO DELLA TROIKA.
Non a caso i sapienti popoli antichi che usavano sistemi similari di “moneta-debito“, concedevano periodicamente (di solito ogni 7 anni) la remissione dei debiti con il c.d. “giubileo”.
Poiché questi temi, sono abbastanza lunghi complessi questo articolo intende solo trasmettere alcuni messaggi ed informazioni che possano servire da seria riflessione sulle condizioni in cui l’Italia ed altri Paesi nell’Europa si trovino grazie ad alcuni Capi politici che hanno deciso il destino dell’Italia e dell’Europa senza interpellare i loro cittadini (tranne due Paese che sono la Francia e l’Olanda, con scontato esito negativo del referendum sulla Costituzione Europea).
L‘Euro in definitiva è solo una moneta. E’ uno strumento che potrebbe oliare un’economia in modo efficiente. Come tutte le monete. Una moneta non è MAI un problema in sè. Il problema lo diventa se questa moneta è gestita da criminali. Se poi questi criminali non sono eletti dal popolo (Commissioni e BCE) quindi con principi di democrazia dell’alternanza come forma indiretta di controllo, allora è un’Europa che ha deciso a sua tempo di instaurare un regime coloniale per distruggere i “Paesi periferici” senza “way-out” grazie all’avallo di politici italiani corrotti ed in malafede o incapaci-idioti-incompetenti (tertium non datur).
I popoli periferici sono stati considerati alla stregua degli schiavi. Non a caso agli immigrati si vogliono offrire diritti più estesi degli inconsapevoli autoctoni. I fini di questo regime sono quelli di distruggere la demografia, la ricchezza, la cultura, la sapienza, la saggezza, la scienza, la religione, l’economia, la famiglia, la moralità, la storia, la fierezza, e tutti i valori che fanno parte dei popoli periferici europei.
E noi italiani siamo dentro.
FINE seconda ed ultima parte.
Fonti:
https://www.aduc.it/articolo/houston+abbiamo+problema+soluzione+italia+girano_20340.php
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2016-0328/QEF_328_16.pdf?language_id=1
https://nomassoneriamacerata.blogspot.com/2014/11/con-il-trattato-di-maastricht-la-bce.html
https://www.studimonetari.org/articoli/protocollideibanchieri.html
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