Ferghane Azihari per Le Figaro e mises.org
Una certa nostalgica visione dell’impero romano ha contribuito a spingere l’idea che l’Unione Europea sia essenziale per la prosperità e il successo dell’Europa.
Ma uno sguardo ravvicinato al Vecchio Continente smentisce il legame tra prosperità e affiliazione all’Europa di Bruxelles.
Fra i più ricchi paesi europei sono compresi tutti quelli al di fuori dell’Unione, Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
In generale, non esiste un legame fra la ricchezza di un paese e la sua appartenenza a grandi gruppi politici. Molti stati combinano dimensioni ridotte e ricchezza, come ad esempio Singapore, Taiwan, Corea del Sud e Nuova Zelanda.
Sfortunatamente per i fautori di un’Europa politica, l’ascesa storica della civiltà europea dimostra l’esatto contrario della narrativa imperialista.
Lo storico americano David Landes ricordò, nel 1998, che la caduta dell’Impero Romano fu un evento felice per il Vecchio Continente.
Quest’affermazione supporta il lavoro del sociologo Jean Baechler che, tre decenni prima, scrisse che l’espansione del commercio europeo fu favorita dall’anarchia ereditata dall’ordine feudale.
Accoppiato con la relativa unità culturale forgiata dalla Chiesa Cattolica, l’anarchia feudale inaugurata dal Medioevo liberò l’economia e lo spirito d’impresa.
Questa specificità dell’Occidente spiega ciò che lo storico britannico Eric Jones definì “il miracolo” o “l’eccezionalità” dell’Europa.
A differenza dei tiranni orientali e asiatici capaci di uccidere la creatività di un impero, i monarchi europei, per le ridotte dimensioni dei loro territori, avevano dei limiti alla loro predazione.
Era quindi più facile per le laboriose classi occidentali sfuggire all’oppressione, punendo i cattivi governi attraverso l’emigrazione.
Basti pensare alla revoca dell’editto di Nantes sotto Luigi XIV, come anche all’impoverimento del Regno di Francia indotto dall’esodo dei protestanti verso paradisi più tolleranti, come la Svizzera, i Paesi Bassi o l’Inghilterra.
L’assenza di unità politica permise al Continente di essere governato attraverso divisioni territoriali molto piccole, sovrane e concorrenti.
Da questa competizione è nata la corsa dei talenti e dei capitali, propizie alla diffusione di una certa disciplina politica. Fu in queste condizioni che prosperarono la libertà, il commercio e le scienze.
Quando Macron, nella sua campagna elettorale, invoca il “Rinascimento” per vendere agli elettori l’appartenenza a questo nuovo impero, dimostra in modo lampante il suo malinteso storico.
Il Rinascimento stesso nasce dalle viscere di un’Italia divisa in una moltitudine di città-stato. È questa divisione che il filosofo scozzese David Hume considerava favorevole al progresso delle arti e delle scienze.
Anche in Italia Shakespeare, nel Mercante di Venezia, porta Antonio a ricordare che la prosperità della città dipende dalle garanzie e dalle libertà concesse a tutti i commercianti.
Da Benjamin Constant a Montesquieu e fino a ad Alexis de Tocqueville, molti pensatori erano convinti che queste libertà fossero meglio salvaguardate nei piccoli stati piuttosto che nei grandi imperi.
Da questo punto di vista l’Unione Europea è un cartello di Governi desiderosi di rilanciare ambizioni imperiali estranee alle condizioni di crescita della nostra civiltà.
I suoi autoritari progetti di standardizzazione politica, normativa e fiscale sono il tradimento dello spirito d’innovazione, che richiede il più alto grado di decentramento e finanche una possibile competizione istituzionale.
Per concludere, intellettuali come Nathan Rosenberg e Luther Earle Birdzell sono ben riusciti a riassumere i fattori storici alla base della fioritura dell’Occidente.
In un libro pubblicato nel 1986 hanno scritto che il benessere di una civiltà implica l’espansione del libero commercio su un territorio politicamente frammentato.
Applicata alla nostra regione, questa prescrizione ci porta a preferire il sogno di un’Europa con centinaia di Liechtenstein alla distopia di un impero costituito da tutto il Continente.
—————————-
Link: https://mises.org/wire/european-empire-wont-make-europe-richer
[Originally published in French for Le Figaro]
Scelto e tradotto da Franco
*****
Le immagini, i tweet e i filmati (i contenuti) pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.