Operazione sopraffina, di menti raffinatissime: proprio mentre tutti sono distratti dalle votazioni EU, votazioni che non permetteranno nessun cambiamento in EU (come ampiamente previsto) ecco che gli Elkann, una famiglia di fatto con passaporto straniero sebbene nel caso residente in Italia (soprattutto – ripeto, nel caso – dopo la promulgazione della legge sui Paperoni, da parte del PD coccolato dai giornali di orbita ex torinese), ecco la notizia bomba: la FCA di fatto viene ceduta dagli eredi di Gianni Agnelli. Ai francesi.
Zerohedge proprio ieri ci ricordava che si attende una vera e propria ondata di licenziamenti nel settore auto… (“è solo l’inizio”)
Excusatio non petita, accusatio manifesta, il primo commento a caldo è stato che non ci saranno licenziamenti in Italia. Nelle prossime settimane no di certo. In generale ritengo difficile mantenere tale promessa sulla base di una domanda non fatta, visto che i modelli delle due case di fatto si sovrappongono grandemente.
Una storia già scritta da tempo?
In un mondo orweilliano, dove le supposte verità in realtà sono bugie, ecco un’azienda di Stato, la Renault, che si fonde con uno dei primi gruppi industriali italiani. Dopo Montedison, che era il primo gruppo industriale italiano fatto fallire indebitamente per colpa di una tangente presa da un giudice collega di Piercamillo Davigo a Milano (tangente mai spiegata nella genesi), ora è la volta di FCA. In realtà a ricordare bene come avvenne l’acquisto di Montedison mi sembra di ricordare che partì dalla Fiat che fece da pontiere, nella persona dell’ex direttore commerciale di Fiat France se non sbaglio, la famosa Transalpina di Energia. In tutto questo, in Italia ci dicono che le aziende di Stato devono essere vendute ossia privatizzate, mentre all’estero sono le aziende di Stato che comprano aziende sistemiche straniere. Il bello è che il soggetto che proclama tali verità asimmetriche e di parte è sempre lo stesso, l’EU franco-tedesca.
Il “raro tumore” di Marchionne, molto simile al “raro tumore” di cui morì Giovannino Agnelli, quello che credeva nell’Italia…
Ecco dunque che oggi le teorie cd. complottistiche sulla strana morte di Marchionne “diventato scomodo” – visto che non avrebbe mai venduto FCA a francesi e tedeschi – trovano rinnovato supporto. Tant’è, non mi dilungo, avevamo detto che dopo le elezioni EU molte cose sarebbero successe e, et voilà, il primo piatto di una lunga serie è servito. Un piatto freddo per l’Italia.
Ora, nell’euforia di una vittoria politica elettorale che più di Pirro non si può da parte di coloro a cui non verrà concesso di cambiare nulla in EU, le cose grosse capitano davvero.
Mi spingo a fare una profezia: il trend dei prossimi mesi NON sarà quello di stare al governo ma di trovare un modo per uscirne elegantemente, con una scusa, per non fare quello che l’EU a breve richiederà (e che rimanendo nell’euro a prescindere si dovrà accettare). Probabilmente si tratterà di arrivare ad elezioni anticipate, con magari una crisi devastante nell’interregno (fatta esplodere ad arte magari dalla BCE e dai soliti noti) che costringa ad un governo di emergenza che faccia una patrimoniale, permettendo a chi di dovere di affermare urbi et orbi che era contrario allo scempio dei tecnici stile-semitroika. O qualcosa del genere. La famosa “colpa di nessuno”.
Io a questo gioco non voglio giocare. In bocca al lupo.
Mitt Dolcino
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