Redazione: stiamo discutendo in questi giorni sui risultati delle elezioni europee. C’è chi dice che saranno ininfluenti, chi li considera un primo passo, chi sostiene che stanno influenzando i partiti moderati che governeranno l’UE (chi può più permettersi, ad esempio, di proporre politiche lassiste sull’immigrazione?).
Crediamo, però, che si stia trascurando un aspetto importante, rivelato con malcelata preoccupazione da Bloomberg: i partiti populisti sono qui e ci resteranno a lungo.
Anche quando la loro azione è controversa, come ad esempio in India, gli elettori continuano a votarli perché esprimono il malessere della popolazione e possono definire le regole per il mondo dei prossimi decenni.
——————-
Bloomberg: da Trump alla Brexit, non scommettete contro quegli elettori che fanno di nuovo la stessa scelta
È una sensazione terribile il momento in cui scopri che il tuo paese è pieno di sconosciuti. Secondo molti indiani, l’elezione di Narendra Modi [2014], con una maggioranza che l’India non aveva mai visto in tre decenni, fu rappresentativa di quel momento.
Tutti sapevano, in India, che c’era malcontento e che le cose, per Modi, stavano andando bene, meglio di quanto si credesse prima della sua candidatura: ma vincere con una tale maggioranza no, nessuno se lo aspettava.
Significava che molti più indiani di quanto si pensasse erano disposti a fidarsi di un leader, toccando un record che molti considerarono “inquietante”.
Da allora abbiamo visto quello shock replicarsi altrove e con notevole frequenza. In Gran Bretagna ad esempio, nell’estate del 2016 [Brexit], e ancora negli Stati Uniti nel successivo autunno [Trump].
Dopo un po’ ci rifiutiamo di credere a quello che sta succedendo. Ci dicono che sono state circostanze speciali quelle che hanno portato a risultati così scioccanti.
Ma gli elettori, che ben conoscevano la situazione, hanno votato con rabbia ed entusiasmo per reagire a governi che si dibattevano nella corruzione, o perché stanchi di sentirsi trascurati dai partiti tradizionali, o per contestare politiche economiche che non tenevano sufficientemente conto dei loro interessi.
Gli elettori, però, hanno la loro sensibilità. Quando vedono che le loro scelte non stanno funzionando come sperato, cambiano opinione. E’ così che funziona la democrazia.
In India, la premiership di Narendra Modi non aveva certamente funzionato come speravano.
I posti di lavoro che aveva promesso di creare non c’erano. Il disagio rurale si stava diffondendo perché lo stretto controllo sui prezzi degli alimenti impediva agli agricoltori di realizzare i profitti che volevano.
Il Primo Ministro aveva preso decisioni controverse e indifendibili, come ad esempio il divieto imposto nottetempo di bloccare l’86% della liquidità del paese. E aveva perso diverse e cruciali elezioni provinciali, alcune con margini insolitamente grandi.
Sì, era rimasto popolare, ma la politica sembrava dovesse tornare alla “normalità”.
Ma poi è arrivato il 23 maggio 2019 quando – invece di cacciare Modi o di castigarlo, riducendo la sua maggioranza, gli elettori indiani lo hanno premiato con una maggioranza ancora più grande.
La percentuale di voti del suo partito è aumentata di oltre il 6%. Invece di condannare il suo governo, i suoi sostenitori hanno mantenuto la loro fedeltà e, anzi, se ne sono aggiunti degli altri.
Perdere per una volta contro un populista può essere una cosa brutta, ma perdere due volte consecutive è infinitamente peggio.
—————–
Flashback di IWB: Donald Trump è il sintomo di questa nuova “guerra di classe” che infuria sia in patria che all’estero (*)
“Questa nuova ‘guerra di classe’ non è circoscritta a pochi paesi. Nel dopoguerra il potere è stato occupato in tutto il mondo da élite di professionisti e dirigenti non eletti [per semplicità, il deep state].
Per capire cosa sta succedendo con il Presidente Donald Trump e con la sua opposizione, ma anche in altri paesi come Francia, Ungheria, Italia e Brasile, è importante rendersi conto che gli accordi istituzionali che guidano le democrazie occidentali del post 2a GM sono in fase di rinegoziazione e che le élite di quei paesi non sono felici perché, sulla base di quegli accordi, per loro le cose erano sempre andate molto bene.
Di conseguenza, non vogliono che le cose cambino”.
——————–
——————–
*****
Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito (i contenuti) sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio e quindi immediatamente utilizzabili. In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente ritirati. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.
Scelto e tradotto da Franco