Redazione: Questa vicenda sembra essere una specie di gioco a chi resta con il cerino in mano. E’ stato il governo francese a far saltare la fusione oppure l’ostilità giapponese?
In ogni caso chi ne avrebbe tratto maggior convenienza ce lo dice l’andamento di borsa, lievissimo calo per la FCA e forte perdita per la Renault. Ragione per cui c’è chi dice che i colloqui verranno presto ripresi.
Poi, però, arrivano le “soffiate”, chiamiamole così. Di solito ci atteniamo ai fatti, per come la stampa ufficiale o alternativa ce li descrive.
Ma qualche volta ci sono anche notizie riservate e quindi, senza alcuna sponsorizzazione da parte nostra, eccezionalmente vi raccontiamo una favola.
Questo nuovo gruppo, che sarebbe diventato il primo al mondo, posizionato come nessun altro in tutti i mercati globali, per di più con sede a Parigi e con un governo assai “tignoso” alla guida ….. bè, non sarebbe “andato giù” a tante persone. In America, in Asia e chissà, forse anche in Europa (sponda tedesca).
Fu a questo punto che un vecchio americano di nome Henry chiamò a sé il “pupillo” John e gli disse: “Guarda che la GM ci ha ripensato. Di fusione adesso si può parlare. Se poi non se ne facesse niente c’è pur sempre la Tesla, cui una fusione farebbe proprio comodo”.
A quel punto John si ricordò di quanto gli diceva il vecchio Sergio: “Si vince sedendo al tavolo delle trattative, ma a volte anche alzandosi e andandosene via”.
Ai posteri l’ardua sentenza (ma non credete troppo alla smentita del Vice Presidente della GM). Relata refero, dicevano a Roma, e una favola resta pur sempre una favola.
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Angela Charlton per Japan Today
Mercoledì la Fiat-Chrysler ha improvvisamente ritirato l’offerta per fondersi con la francese Renault. Un’inversione scioccante: l’accordo avrebbe potuto ridisegnare l’industria automobilistica globale.
La casa automobilistica italo-americana ha accusato per questa decisione il governo francese, sostenendo che il clima politico del paese avrebbe impedito il successo della fusione. Il governo possiede il 15% della Renault e avrebbe dovuto dare la sua approvazione.
La Fiat-Chrysler ha dichiarato che: “È ormai chiaro che in Francia non ci sono le condizioni politiche perché una tale combinazione possa procedere con successo. La FCA continuerà a mantenere i propri impegni implementando una strategia indipendente”.
Funzionari di entrambe le parti si sono reciprocamente incolpati per aver fatto richieste tali da far fallire l’accordo, che ha ben poche speranze di poter rinascere.
La mossa è arrivata in un giorno tumultuoso in cui FCA e governo francese avrebbero raggiunto un accordo provvisorio sulla fusione, ma questo è poi stato affondato come conseguenza della lunga riunione del CdA della Renault.
“Il CdA ha rinviato qualsiasi decisione su richiesta del governo”, ha dichiarato un portavoce.
Fiat Chrysler aveva proposto una fusione paritetica a fine maggio, dicendo che avrebbe consentito risparmi per oltre 5 miliardi di euro l’anno sulle spese d’acquisto e sui costi per lo sviluppo di veicoli elettrici e a guida autonoma.
Il gruppo risultante avrebbe prodotto ca. 8,7 milioni di veicoli l’anno, più della General Motors e dietro solo alla Volkswagen e alla Toyota. La fusione avrebbe creato la terza casa automobilistica al mondo per un valore di quasi 40 miliardi di dollari.
Nissan, che ha un’alleanza di lunga data con la Renault, aveva espresso delle riserve sull’accordo. Ma se questo fosse andato avanti avrebbe creato la più grande compagnia automobilistica al mondo.
La maggior parte degli analisti aveva elogiato la fusione, sostenendo che ogni partner avrebbe acquisito dall’altro dei punti di forza in grado di coprirne le debolezze.
Ora le due aziende dovranno trovare un modo alternativo per affrontare le loro carenze, in un momento in cui l’industria automobilistica deve affrontare sia una riduzione globale delle vendite che gli enormi costi per lo sviluppo delle tecnologie future.
“FCA ha visto davanti a sé troppi ostacoli, in primo luogo la riluttanza della Nissan”, ha dichiarato l’executive director della “Kelley Blue Book” Karl Brauer.
E ha continuato: “Considerata la relazione di lunga data tra Renault e Nissan, è difficile immaginare che la fusione avrebbe potuto funzionare senza il pieno supporto della Nissan. L’affare appena affondato non fermerà comunque i colloqui di consolidamento nel settore automobilistico”.
Una persona dai forti legami con Fiat-Chrysler ha detto che i colloqui sono andati avanti alla grande fino a quando non è stato coinvolto il governo, che ha continuato a spingere sul mantenimento dei livelli occupazionali e su altre richieste, anche dopo che l’accordo iniziale era stato raggiunto.
Questa persona non ha voluto essere identificata perché non erano previsti dettagli nella dichiarazione ufficiale dell’azienda. Ha comunque detto che la Renault e i suoi partner Nissan-Mitsubishi erano tutto sommato d’accordo sulla fusione.
Ma il funzionario del governo francese ha dato un parere diverso, sostenendo che le sue richieste erano state rese pubbliche fin dall’inizio e che comunque non era disponibile a cambiarle.
Il governo ha cercato di garantire che nessuna fabbrica francese fosse chiusa e che nessun posto di lavoro andasse perduto. Voleva anche il sostegno della Nissan e la parità gestionale fra Fiat-Chrysler e Renault.
Fiat-Chrysler ha bruscamente ritirato la sua offerta dopo che il governo aveva detto di voler aspettare fino a martedì prossimo per prendere una decisione, in modo da poter incontrare i rappresentanti Nissan in Giappone.
Il governo francese aveva affermato in precedenza che desiderava assicurazioni anche sugli investimenti, un posto nel CdA e che la sede operativa della società risultante dalla fusione fosse in Francia.
Mercoledì scorso il Ministro delle Finanze francese aveva detto alla BFM che le due case automobilistiche non avrebbero dovuto precipitarsi verso la fusione: “Prendiamoci il tempo necessario per fare le cose per bene. Vogliamo questa fusione, ma non la vogliamo a tutte le condizioni”.
I negoziati erano arrivati mentre il governo francese stava lottando per contenere le conseguenze dei nuovi tagli di posti di lavoro annunciati dalla General Electric in Francia.
Il potente sindacato CGT della Renault è contro la fusione con Fiat-Chrysler, temendo la perdita di posti di lavoro e sostenendo che la proposta sottovalutava la Renault e salvava la Fiat.
La fusione avrebbe anche potuto minacciare la travagliata alleanza di Renault con Nissan-Mitsubishi. Quest’ultima, però, non ha espresso alcun commento, mercoledì, sulla fine dell’affare.
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Link Originale: https://japantoday.com/category/business/Fiat-Chrysler-says-French-politics-ended-Renault-merger
Scelto e tradotto da Franco
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