Redazione: Siamo sommersi da articoli sulle vicende del Golfo Persico. Netta è la nostra posizione che oggi arricchiamo con due brevi articoli, allo scopo di fornire notizie certamente di parte, ma che allo stesso tempo descrivono la situazione meglio dei resoconti cerchiobottisti che leggiamo con sempre maggiore fastidio.
Insomma, cosa sta succedendo da quelle parti? Allo stato dell’arte tutto lascia pensare ad uno scontro armato d’intensità ad oggi indefinibile. Ma saremo prontissimi, con la consueta onestà intellettuale, a riferire di sviluppi in senso contrario (anzi, augurandoceli!).
Il primo articolo è di un quotidiano inglese main-stream, il Daily Mail, ed il secondo di un sito israeliano, Debka File, da molti considerato vicino ai Servizi Segreti Israeliani.
Entrambi significativi, ma in drammatica evidenza l’invito di Debka affinché Trump raccolga il ‘guanto di sfida’ lanciato da Khamenei.
A questo punto è finanche ozioso soffermarsi sugli autori degli attentati nel Golfo di Oman. Tanti gli interessi in ballo ed in tanti possono essere stati.
Importante, semmai, è individuare la risultante di tutte queste forze drammaticamente contrapposte.
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Alcuni membri del Congresso sostengono che Mike Pompeo avrebbe detto loro che Trump potrebbe attaccare l’Iran in qualsiasi momento – perché il Congresso non ha mai ritirato il permesso concesso a Bush dopo l’11 Settembre di entrare in Afghanistan e Iraq
David Martosko per The Daily Mail
Il Segretario di Stato Mike Pompeo avrebbe detto ai membri del Congresso che l’Amministrazione Trump ha l’autorità legale e costituzionale per attaccare l’Iran, se questo paese minacciasse gli interessi o gli alleati degli Stati Uniti.
Elissa Slotkin, un’ex Assistente del Segretario alla Difesa negli ultimi due anni dell’Amministrazione Obama, ha fatto questa rivelazione poco prima delle 3 del mattino in qualità di membro della “House Armed Services Committee”, che era stata convocata per un Disegno di Legge relativo al finanziamento del Pentagono.
I Democratici della Commissione volevano inserire una postilla nel Disegno di Legge in discussione, per vietare in modo esplicito l’utilizzo dell’Autorizzazione post-9/11 – il Congresso aveva autorizzato il Presidente George W. Bush a lanciare campagne militari in Afghanistan e in Iraq – come giustificazione per una guerra in Iran.
La Slotkin e il Deputato Repubblicano della Florida Matt Gaetz hanno rivelato che un Funzionario dell’Amministrazione avrebbe detto loro che potrebbero appoggiarsi a quella Risoluzione, che il Congresso non ha mai annullato, per mettere in riga Teheran.
La Slotkin ha così dichiarato: “Ci è stata sottoposta una formale e completa presentazione sul fatto che l’AUMF del 2001 potrebbe autorizzare la guerra all’Iran. Il Segretario di Stato Pompeo lo ha detto con estrema chiarezza. Non ha detto ‘Voglio andare in Iran e userò l’AUMF del 2001’, ma ha fatto riferimento – non voglio entrare nei dettagli – ad una relazione esistente fra l’Iran e al-Qaeda”.
In seguito, la Slotkin ha definito la presentazione di Pompeo come uno sforzo per ottenere comunque il consenso del Congresso per ciò che il Dipartimento di Stato già crede che ci sia: “Dopo aver aperto quella porta, ha chiesto in merito una risposta”.
Tuttavia, i membri di entrambe le parti erano indecisi se inserire o meno la postilla per vietare un attacco contro l’Iran, sulla base di un “disco verde” concesso 18 anni fa che, oltretutto, aveva come obiettivo un altro paese.
La Slotkin ha continuato sostenendo che il passo indietro contenuto nella postilla indirizzata alla Casa Bianca “sembra possa essere il solo modo, seppur minimalista, per preservare il Diritto Costituzionale di questa Commissione ad autorizzare o meno la forza militare”.
La Speaker della Camera, Nancy Pelosi, il 16 maggio aveva dichiarato che non credeva che il Presidente Trump puntasse ad un attacco all’Iran appoggiandosi al vecchio AUMF, anche se l’Iran fosse diventato più belligerante e avesse attaccato le petroliere nel Golfo Persico: “Mi piace quello che ho sentito dire dal Presidente, che non aveva intenzione di farvi ricorso”.
“Spero che i Consiglieri del Presidente riconoscano di non avere in alcun modo l’Autorizzazione per andare avanti”, ha aggiunto la Pelosi, avvertendo che il Congresso potrebbe attivarsi per contrastare la Casa Bianca.
Gaetz ha sostenuto quanto detto dalla Slotkin, ma non ha detto quando si è verificato il briefing con Pompeo.
“Ricordo un briefing nel ‘Capitol Visitors Center’ in cui sono state condivise informazioni che non sono coerenti con ciò che ci state dicendo oggi sui collegamenti fra il 2001 [AUMF] e l’Iran”, ha affermato riferendosi alle smentite dell’Amministrazione Trump.
Il Rappresentante Repubblicano dell’Ohio Mike Turner, veterano della “Armed Service Committee” e legislatore per ben otto mandati, ha ammonito Gaetz sostenendo di aver ascoltato quanto detto in quello stesso briefing e di averlo interpretato in modo diverso.
“Posso assicurare che nessuno si è presentato davanti a noi affermando a nome dell’Amministrazione che l’AUMF del 2001 avrebbe fornito sufficiente autorità per entrare in Iran”, ha affermato.
Nessun Portavoce del Dipartimento di Stato ha immediatamente risposto alle richieste di commento.
Gli Stati Uniti stanno perseguendo quella che definiscono una “campagna di massima pressione”, fatta di sanzioni contro l’Iran per ridurre le sue entrate petrolifere e quelle da altre attività economiche, nel tentativo di arginare le dirompenti politiche di Teheran nella regione.
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Khamenei schiaffeggia l’America rifiutandosi di ricevere il messaggio di Trump portato da Abe
Diane Shalem per Debka File
Il leader dell’Iran ha sfacciatamente oltraggiato gli Stati Uniti quando, giovedì 13 giugno, ha dichiarato al Premier giapponese Shinzo Abe di non ritenere il Presidente Donald Trump “degno” di uno scambio di messaggi.
“Non ho e non avrò alcuna risposta per lui“, ha detto al Primo Ministro giapponese, vanificando brutalmente gli sforzi del suo visitatore per alleviare le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Iran.
L’ayatollah Ali Khamenei ha continuato dicendo che la promessa fatta da Trump di non volere un cambio di regime in Iran è “una bugia” e di non credere all’offerta di Washington di “negoziati onesti” con Teheran.
Non contento di quest’insulto, il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha suggerito che gli “attacchi alle petroliere collegate al Giappone”, nel Golfo di Oman, siano una provocazione americana.
Gli attacchi hanno avuto luogo mentre il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe stava incontrando il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, che ha quindi twittato di essere “al di sopra di ogni sospetto”.
Le fonti militari di DEBKAfile riferiscono che, dietro al tentativo iraniano di allontanare i sospetti per l’attentato, c’è la scoperta dell’Intelligence statunitense che l’IRGC [Iran’s Islamic Revolutionary Guard Corps] sia la responsabile delle esplosioni del 13 giugno sulle due superpetroliere nel Golfo di Oman.
Esattamente come per le quattro petroliere sabotate davanti al Porto degli Emirati Arabi Uniti il 12 e il 14 maggio.
Questo piano di guerra dell’IRGC consiste in tre fasi di aggressione crescente che prendono di mira, oltre gli obiettivi petroliferi del Golfo, anche Stati Uniti, Arabia Saudita, Israele e gli altri alleati americani in Medio Oriente.
Messo a punto dal Capo di Al Qods, Gen. Qassem Soleimani, ha lo scopo di costringere l’Amministrazione Trump ad eliminare le dure sanzioni contro le esportazioni petrolifere di Teheran.
L’attacco di giovedì alle due superpetroliere nel Golfo di Oman ha segnato l’inizio della seconda fase del programma, dopo che la prima [attentato negli EAU] non ha intaccato la decisione di Washington.
Le nostre fonti aggiungono che la decisione di Khamenei di “gettare il guanto di sfida” mette il Presidente Trump nelle condizioni di doverlo raccogliere.
Egli, fino ad ora, si è attenuto alla decisione di evitare lo scontro militare con le forze iraniane nel Golfo, nel Medio Oriente e in Siria.
Tuttavia, l’onnipotente leader iraniano ha sollevato la posta in gioco per dimostrare la teoria secondo cui l’America è solo una tigre di carta e che la strategia belligerante dell’Iran darà i suoi frutti confermando la sua posizione di potenza-leader regionale.
Dopo il primo round di attacchi iraniani Trump si è attenuto ad una politica di moderazione militare che, però, non è riuscita a tenere sotto controllo l’Iran.
Questi attacchi sono ora utilizzati da Khamenei come una specie di bastone per picchiare Washington.
Se gli Stati Uniti non usassero la propria forza per contrattaccare ….. ebbene altri avversari, come il cinese Xi Jinping, il russo Vladimir Putin e il nordcoreano Kim Jong-un seguiranno presto l’esempio di Khamenei.
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Link Originale: https://www.dailymail.co.uk/news/article-7138217/Lawmakers-say-Pompeo-told-Trump-attack-Iran-using-2011-congressional-ahead-against-Iraq.html
Link Originale: https://www.debka.com/khamenei-slaps-america-in-the-face-by-refusing-to-receive-trump-message-from-abe/
Scelti e tradotti da Franco
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