Levi Winchester per Express.co.uk
Intervenendo alla conferenza annuale della BCE che si è tenuta in Portogallo, Draghi ha dichiarato che la BCE utilizzerà degli ulteriori stimoli monetari se l’inflazione non dovesse dirigersi verso l’obbiettivo prefissato.
Egli ha detto che: “In assenza di miglioramenti, per dirigere l’inflazione verso l’obbiettivo prefissato [2%] saranno necessari ulteriori stimoli. Tale obbiettivo è simmetrico. Significa che, se a medio termine vogliamo raggiungere l’obbiettivo, l’inflazione dovrà essere superiore al livello attuale”.
Ha aggiunto che ci sono ancora “margini notevoli” per ulteriori acquisti di assets ma anche che: “tra gli strumenti a nostra disposizione restano ancora degli ulteriori tagli ai tassi d’interesse ed altre misure di mitigazione per contenere eventuali effetti collaterali”.
Ed ancora: “Utilizzeremo tutta la flessibilità necessaria per adempiere al nostro mandato – e continueremo a farlo per rispondere a qualsiasi sfida che sarà portata alla stabilità dei prezzi”.
Ha concluso sostenendo che la BCE userà le “prossime settimane” per mettere a punto le sue opzioni.
Questa mattina, i commenti di Draghi hanno fatto precipitare l’euro contro la sterlina, con quest’ultima a 1,1197 contro l’euro alle 10.03 ora di Londra.
Neil Wilson, Chief Analyst di Markets.com, ha dichiarato che: “Quando Mario Draghi ha dato il segnale più forte, ovvero che la BCE sta per lanciare un nuovo ciclo di allentamento monetario [QE], l’euro ha ceduto 50 pips [points in percentage] in breve tempo e i rendimenti dei Titoli dell’eurozona sono diminuiti”.
L’obbiettivo d’inflazione della BCE è del 2,0%, ma l’inflazione nell’eurozona è scesa all’1,2% a maggio, come dimostrato da Eurostat, in calo dall’1,7% di aprile.
L’indicatore-chiave delle aspettative d’inflazione a lungo termine è sceso venerdì all’1,125%, il livello più basso di sempre.
In una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana la Commissione Europea ha detto di voler rafforzare l’euro per poter competere con le maggiori monete, fra cui il dollaro USA, come valuta mondiale dominante.
Le autorità europee sostengono di voler rafforzare l’uso internazionale della “moneta unica” e hanno invitato la Banca Centrale a continuare nei suoi sforzi.
Questa settimana i responsabili delle politiche della BCE hanno dichiarato di essere pronti a ridurre nuovamente il Tasso di Riferimento se la crescita economica nel resto dell’anno dovesse indebolirsi – va da sé che un euro forte ostacola un blocco [quello dell’eurozona] che sta già subendo il peso di una guerra commerciale globale.
La Commissione Europea si è consultata negli ultimi mesi con operatori pubblici e privati per determinare il modo migliore per far crescere l’uso dell’euro nel mondo.
I colloqui hanno dimostrato che esiste un “ampio supporto per ridurre la dipendenza del mondo da una singola valuta dominante“.
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Link Originale: https://www.express.co.uk/finance/city/1141794/euro-pound-exchange-rate-price-latest-eur-gbp-mario-draghi-european-central-bank
Scelto e tradotto da Franco
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Addendum
In un suo articolo Zero Hedge – qui il link: https://www.zerohedge.com/news/2019-06-18/draghi-unleashes-global-chaos-preview-more-stimulus-prompts-angry-response-trump — ha riportato due Tweets di Donald Trump, successivi alle dichiarazioni del Presidente della BCE:
Donald Trump: “Mario Draghi ha appena annunciato che potrebbero venire altri stimoli, facendo immediatamente svalutare l’euro contro il dollaro, rendendo ingiustamente più facile, per i paesi dell’Eurozona, competere contro gli Stati Uniti. Sono anni che vanno a braccetto con la Cina e con altri paesi”.
Donald Trump: “I mercati borsistici europei sono cresciuti sui commenti (ingiusti per gli Stati Uniti) fatti oggi da Mario D!”.
A questi Tweets Mario Draghi ha dato risposta, contenuta in quest’articolo sempre di Zero Hedge – qui il link: https://www.zerohedge.com/news/2019-06-18/unprecedented-attack-trump-accuses-draghi-manipulating-euro
Traduzione del Titolo: Draghi risponde allo strattone di Trump: “Non miriamo al tasso di cambio”.
Ci chiediamo se c’è qualcuno disposto a crederci.
Ed ancora, come potrà mai il POTUS riequilibrare la bilancia commerciale fra Stati Uniti ed Eurozona, a fronte della persistenza della moneta unica e delle politiche deflazioniste che continuano ad essere imposte da Commissione Europea/Bce?
Nell’articolo del Telegraph che abbiamo proposto ieri, l’autore ha scritto: “….. Ma a breve termine [l’eurozona] ha bisogno essenzialmente di più domanda aggregata”.
Appunto. Non di politiche monetarie sul fronte dell’offerta.
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