Redazione: Di quest’articolo, posto fra cronaca e storia, ci ha colpito non tanto la vicenda in sé, quanto la memoria di un episodio che quasi nessuno più ricorda.
Arthur Zimmermann, Ministro degli Esteri tedesco, che cercava di coinvolgere il Messico in funzione anti-statunitense, nel caso il paese fosse sceso in guerra (1a GM) contro la Germania. Non ci riuscì e pagò il fallimento con l’oblio.
Resta la sostanziale e storica animosità tedesca verso gli Stati Uniti. Passano i decenni, cambiano le forme, ma l’America resta pur sempre il “nemico” per eccellenza, l’ostacolo sulla strada che porta alla “Grande Germania”.
Passano i decenni, dicevamo, ed oggi non c’è più un Messico da irretire. Oggi il Messico ha forse gli occhi a mandorla, ma la storia resta sempre la stessa.
Finirà come l’altra volta (chi volesse, potrà trovare conforto in Giambattista Vico e la sua teoria dei “corsi e ricorsi storici”).
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Pat Buchanan per unz.com
Quando il cablogramma segreto che Kim Darroch aveva inviato a Londra è stato divulgato dal Daily Mail, le probabilità che potesse restare Ambasciatore negli Stati Uniti sono precipitate – aveva definito l’Amministrazione Trump come “disfunzionale … imprevedibile … faziosa … inetta e diplomaticamente maldestra”.
Quando, in risposta, il Presidente Donald Trump ha definito Darroch “un ometto bizzarro, un pazzo stupido e borioso che è stato imposto agli Stati Uniti”, è cominciato il conto alla rovescia verso la fine.
Il colpo fatale è arrivato quando, in un dibattito con il suo rivale [per il ruolo di Primo Ministro], Boris Johnson – che probabilmente a fine Luglio succederà a Theresa May – ha lasciato che Darroch si contorcesse da solo nel vento.
Tutto sommato una brutta settimana per il Foreign Office britannico, visto che uno fra i suoi più importanti diplomatici è stato praticamente dichiarato “persona non grata” in un paese che resta pur sempre il primo alleato della Gran Bretagna.
Tutta la buona volontà mostrata da Trump a Giugno, in occasione della sua Visita di Stato, è stata bruciata in 72 ore.
Tuttavia, nella storia diplomatica degli Stati Uniti, la vicenda di Darroch è lontana dall’essere l’episodio più grave generato da una lettera lasciata trapelare.
Nel Dicembre del 1897 l’Ambasciatore Spagnolo Enrique Dupuy de Lome inviò una lettera ad un suo amico a Cuba, in cui descriveva il Presidente William McKinley come “debole e circondato da gentaglia … un politico di basso spessore che sta bene solo con gli sciovinisti del suo partito”.
La lettera di De Lome cadde nelle mani dei ribelli cubani che la fecero trapelare al Segretario di Stato degli Stati Uniti. Il proprietario del “New York Journal”, William Randolph Hearst, pubblicò la lettera il 9 Febbraio 1898 con il titolo: “Il peggior insulto, nella sua storia, agli Stati Uniti d’Amercia”.
Gli americani s’indignarono, McKinley pretese le scuse e l’Ambasciatore spagnolo si dimise.
Pubblicata sei giorni prima che la nave da guerra “USS Maine” esplodesse nel porto di L’Avana, la lettera di De Lome contribuì a spingere l’America in una guerra contro la Spagna che McKinley avrebbe voluto evitare.
Il 1° Marzo 1917 i giornali degli Stati Uniti uscirono con la notizia che era stato intercettato un cablogramma segreto che il Ministro degli Esteri tedesco Arthur Zimmermann aveva inviato ad un altro Ministro in missione a Città del Messico.
Questi era stato incaricato di offrire al Messico il reintegro dei “territori perduti in Texas, New Mexico e Arizona, nel caso fosse scoppiata una guerra con gli Stati Uniti e se il Messico vi avesse partecipato dalla parte della Germania”.
I Servizi Segreti britannici avevano intercettato il cablogramma di Zimmermann e l’avevano reso pubblico. Gli americani s’infuriarono e, sei settimane dopo, erano in guerra contro la Germania del Kaiser.
Il recente cablogramma di Kim Darroch, che ha causato le sue dimissioni, per quanto grave non era certo di quel calibro. Tuttavia, il “rapporto speciale” fra Stati Uniti e Gran Bretagna non è più quello del XX° secolo.
Nel XIX° secolo non esisteva fra di loro una “relazione speciale” ma, al contrario, quasi un’”ostilità speciale”.
Gli Stati Uniti dichiararono guerra alla Gran Bretagna nel 1812 e gli inglesi arrivarono nel 1814 ad incendiare il Campidoglio, la Casa Bianca e tutti i principali edifici pubblici della città.
Il Gen. Andrew Jackson, tuttavia, sistemò i conti a New Orleans nel 1815.
Durante la guerra civile del 1861-1865 gli inglesi appoggiarono la Confederazione e costruirono la leggendaria nave corsara “CSS Alabama” che provocò devastazioni alla Marina dell’Unione [catturò o affondò 65 vascelli], prima di essere affondata al largo di Cherbourg nel 1864.
Fummo vicini ad entrare in guerra con la Gran Bretagna anche nel 1895, quando Grover Cleveland e il Segretario di Stato Richard Olney si intrufolarono in una disputa di confine fra la “Guiana Britannica” e il Venezuela, con Lord Salisbury che ci disse di farci gli affari nostri.
“Spero piuttosto che arrivi presto la guerra”, gridò infuriato Theodore Roosevelt.
Prevalsero le teste più fredde e l’inglese Arthur Balfour disse che sarebbe arrivato il momento in cui uno statista ancor più grande di Monroe “fonderà la dottrina secondo cui tra i popoli di lingua inglese la guerra è impossibile”.
E così è stato nel XX° secolo.
Nel 1917 e nel 1941 l’America venne in soccorso di una Gran Bretagna che aveva dichiarato guerra prima alla Germania del Kaiser e poi a quella di Hitler. Nei 45 anni della Guerra Fredda l’America non ha mai avuto un alleato più forte o più affidabile della Gran Bretagna.
Ma, nel post Guerra Fredda, il mondo è cambiato – più per la Gran Bretagna che per gli Stati Uniti.
Molti, fra i membri delle élites londinesi, vedono il loro futuro nell’UE. Il commercio degli Stati Uniti con la Gran Bretagna è molto inferiore a quello con il Canada, il Messico, la Cina o il Giappone. L’economia britannica rappresenta tutto sommato solo una piccola parte dell’economia mondiale.
L’impero britannico “sul quale il sole non tramonta mai”, comprendendo un quinto del territorio e delle persone del mondo, è stato storia per oltre mezzo secolo.
Ma la popolazione degli Stati Uniti è ora cinque volte quella della Gran Bretagna. E Londra è una città del terzo mondo tanto quanto lo è dell’Inghilterra [palese il riferimento alla composizione etnica dei residenti].
Americani e inglesi, a decine di migliaia, non stanno più assieme sul fiume Elba avendo di fronte l’Armata Rossa, un esercito che non esiste più dopo la dissoluzione dell’impero sovietico.
Tuttavia, in termini di lingua, cultura, etnia, storia, geografia, l’America non ha, al di là del mare, un alleato più naturale di quanto lo sia la Gran Bretagna.
Le sfortunata circostanza dell’ex Ambasciatore Kim Darroch non potrà mai cancellare l’interesse americano per le isole britanniche.
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Link Originale: https://www.unz.com/pbuchanan/are-yanks-and-brits-going-their-separate-ways/
Scelto e tradotto da Franco
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