Redazione: L’analisi di Michael Snyder pecca di visione strategica. In chiusura d’articolo l’autore fa finta di non sapere che le guerre non nascono per il rapimento di bellezze muliebri, ma per precise ragioni economiche e strategiche sulle quali nemmeno prova ad intrattenerci, rifugiandosi in un lamento sterile, degno delle migliori prefiche.
Ma l’articolo è comunque interessantissimo perché ci parla degli imponenti preparativi statunitensi per la guerra contro l’Iran, che molti analisti prevedono per il prossimo Autunno – o comunque per quando i lavori preliminari (non solo fisici) saranno stati portati a termine.
Questo sappiamo e questo asetticamente scriviamo (https://www.mittdolcino.com/2019/05/09/una-fonte-interna-della-casa-bianca-rivela-che-lamministrazione-trump-sta-pianificando-una-guerra-con-liran-per-lautunno-del-2019/), pronti a cambiare idea se e quando ce ne saranno le ragioni. Che per ora non vediamo.
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Michael Snyder per The Economic Collapse Blog
L’esercito americano sta seguendo molti degli stessi modelli di cui siamo stati testimoni in occasione delle precedenti guerre in Medio Oriente, che comprendono la riattivazione della principale base militare nel cuore della penisola arabica.
Dopo l’invasione americana dell’Iraq [2003], i militari statunitensi abbandonarono la base aerea “Prince Sultan” in Arabia Saudita, ma ora ci sono tornati.
Centinaia di militari statunitensi stanno già lavorando alacremente per renderla operativa ed è prevista una notevole quantità di nuove costruzioni.
La base copre “oltre cento miglia quadrate” e, quindi, ha spazio più che sufficiente per fungere da hub centrale per una nuova guerra in Medio Oriente.
Le tensioni con l’Iran sono aumentate drammaticamente nelle ultime settimane ma, a quanto pare, qualcuno già da tempo aveva previsto che gli Stati Uniti avrebbero di nuovo usato questa base perché, secondo le NBC News, le truppe statunitensi ci stanno arrivando fin da Giugno:
“””””A Giugno le Forze Armate statunitensi hanno cominciato a spostare attrezzature e centinaia di soldati nella base militare dell’Arabia Saudita che avevano abbandonato più di 15 anni fa, secondo le affermazioni di due Funzionari degli Stati Uniti che hanno familiarità con il progetto.
Nelle prossime settimane il dispiegamento nella base aerea “Prince Sultan”, destinato a contrastare la minaccia proveniente dall’Iran, comprenderà anche jets da combattimento e sistemi di difesa missilistica a lungo raggio, i Patriots.
Questi sono già arrivati alla base e dovrebbero essere operativi a metà Luglio, mentre gli aerei dovrebbero arrivare ad Agosto”””””.
Andando avanti, scopriamo che l’Esercito Americano aveva usato questa base in occasione di tutte le precedenti guerre in Medio Oriente.
Secondo la rivista “Air Force Magazine”, ad esempio, i militari statunitensi avevano occupato la base aerea “Prince Sultan” per la prima volta nell’operazione “Desert Storm”:
“””””L’Aeronautica Militare Americana occupò per prima quella base nei due mesi frenetici che vanno da Novembre 1990 a Gennaio 1991. Poi se ne andò. Cinque anni dopo l’USAF e le forze della coalizione vi tornarono.
A suo tempo, diventò rapidamente una struttura imponente, sede di un centro d’avanguardia per operazioni aeree e snodo per l’attività aerea nella regione”””””.
Successivamente, la base svolse un ruolo chiave durante l’invasione americana dell’Afghanistan. Secondo il “The Military Times”:
“””””A partire dalla guerra aerea del Gennaio 1991 contro l’Iraq, successiva all’invasione del Kuwait, le Forze Armate degli Stati Uniti usarono una vasta gamma di aerei che partivano dalla base aerea “Prince Sultan”, prima conosciuta come al-Kharj, corredata di una notevole serie di comforts molto “americani”, come fast food e piscine.
La base servì anche come trampolino di lancio per l’attacco all’Iraq del Dicembre 1998, nome in codice “Operation Desert Fox”, che mirava a siti che si pensava fossero legati ai programmi nucleari e missilistici dell’Iraq.
Nel 2001 diventò sede della principale organizzazione per il controllo aereo delle forze armate statunitensi, conosciuta come “Combined Air Operations Center”, che orchestrò la guerra aerea in Afghanistan fino al suo trasferimento [2003] presso la base aerea di al-Udeid in Qatar”””””.
Ma l’attività degli Stati Uniti presso quella base fu in crescendo fino all’operazione “Iraqi Freedom” del 2003. Secondo la rivista “Air Force Magazine”:
“”””Ci furono molte e delicate trattative poco prima dell’inizio dell’operazione “Iraqi Freedom”. Il 26 febbraio 2003 un Funzionario del Dipartimento di Stato, Richard Boucher rivelò che “….. abbiamo avuto incontri molto produttivi riguardo la cooperazione militare con l’Arabia Saudita, nel caso di un’azione militare contro l’Iraq”.
Quel giorno, i giornali riferirono che i sauditi avevano concesso il permesso formale ad utilizzare la PSAB [Prince Salman Air Base] nella guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. L’operazione “Iraqi Freedom” ebbe inizio poco dopo, il 19 Marzo.
Ancora una volta la PSAB ebbe un peso determinante nella conduzione della campagna aerea. Il carburante utilizzato rappresentò un metro di misura per mostrare fino a che punto era arrivata l’attività della PSAB a partire dal 1996.
La PSAB, ad esempio, operò al massimo delle sue potenzialità durante l’operazione “Iraqi Freedom” dal 19 Marzo al 1° Maggio 2003. Solo in quel periodo, il “363rd Fuels Management Flight” fornì più di 1 milione di galloni di carburante al giorno [ca. 3,8 milioni di litri].
I Funzionari incaricati avevano precedentemente ampliato la capacità di stoccaggio del carburante da 2 a oltre 15 milioni di galloni”””””.
E’ quindi facile constatare che ogni volta che gli Stati Uniti hanno deciso di andare in guerra in Medio Oriente, la “Prince Sultan Air Base” ha svolto un ruolo di primo piano. Ed ora, dopo tutto questo tempo, siamo improvvisamente tornati.
Questa volta sembra che gli Stati Uniti stiano programmando una permanenza molto lunga. Secondo la “NBC News” le strade e le piste esistenti saranno rinforzate e ampliate. L’esercito americano sta addirittura “costruendo una struttura medica”:
“””””Un funzionario degli Stati Uniti ha detto che nonostante la PSAB sia sempre stata una struttura attiva, alcune parti avranno bisogno di essere adeguate per poter ospitare le forze armate degli Stati Uniti. Le strade e le piste, ad esempio, dovranno essere rafforzate ed ampliate.
Anche l’alloggiamento di base dovrà essere aggiornato e sarà costruita una struttura medica. Molto del personale statunitense impiegato nelle ultime settimane è costituito da Ingegneri, che stanno preparando la base per la nuova missione””””“.
Palesemente, chiunque abbia preso questo tipo di decisione non è molto ottimista sulla pace con l’Iran.
Per un progetto come questo è necessaria una quantità enorme d’impegno e di denaro, perché si tratta fondamentalmente di costruire l’equivalente di una piccola città americana nel bel mezzo del niente.
La base copre “oltre cento miglia quadrate” e, nel lontano 2002, Wolf Blitzer la definì “un piccolo frammento d’America nel mezzo della penisola arabica”:
“”””””Lo storico Daniel L. Haulman disse che, quando il complesso di base fu completato, nel 1999, finì con il costare al Governo dell’Arabia Saudita più di 1 miliardo/usd, estendendosi per ben oltre le 100 miglia quadrate.
Anche il cibo fu una priorità. La catena di gelati Baskin-Robbins, ad esempio, aprì il suo punto-vendita assieme ad altri marchi famosi, come “Pizza Inn” e “Burger King”. Col tempo diventò un piccolo paradiso di cibo, shopping e svago.
“È un piccolo frammento d’America nel mezzo della penisola arabica”, commentò entusiasticamente il corrispondente di guerra della CNN Wolf Blitzer, che aveva visitato la base nel Dicembre del 2002, quando le Forze Armate si stavano preparando ad intensificare la loro azione contro l’Iraq”””””.
Suppongo che i sauditi vogliano che noi ci si senta il più possibile a nostro agio per poter combattere una guerra che li avvantaggerà di molto.
Dopotutto, i sauditi e gli iraniani per molti anni sono stati impegnati in una “guerra per procura” e, quindi, i sauditi sarebbero assolutamente entusiasti nel vedere i militari statunitensi che li bombardano.
Il Ministro degli Affari Esteri dell’Arabia Saudita sembra piuttosto ansioso di dare il via all’azione. Adel Aljubeir ha twittato che qualsiasi attacco alla libertà di navigazione è una violazione del diritto internazionale:
“””””L’Iran deve rendersi conto che intercettare delle navi, compreso il recente episodio della nave britannica, è un’azione completamente inaccettabile. La comunità mondiale deve agire per dissuadere tali comportamenti”””””.
Ma, come ho già scritto in un precedente articolo, se il popolo americano avesse veramente capito com’è che sarebbe una guerra contro l’Iran, ora ci sarebbero milioni di manifestanti a Washington D.C. per cercare d’impedirla.
Sarebbe una guerra orribile, sanguinosa e apocalittica che farebbe esplodere l’intero Medio Oriente e che preparerebbe il terreno per scenari da incubo dei quali sono stato inesorabilmente avvertito.
Sfortunatamente, fino ad ora solo una piccolissima parte della popolazione americana sembra allarmata.
Nel frattempo, il Pentagono sta rapidamente preparando la guerra e la base aerea “Prince Sultan” è animata da una frenetica attività militare, per la prima volta dall’invasione dell’Iraq.
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Per i link alle numerose citazioni rimandiamo all’articolo originale
Scelto e tradotto da Franco
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