Encore, regolarmente il Sole 24 Ore ci ricorda che l’evasione fiscale italiana è altissima, facendo passare il messaggio pubblico che il clima di repressione è necessario. Niente di più falso: la tassazione delle PMI e dei dipendenti è a livelli inaccettabili in Italia, i contributi pagati dagli italiani sono altissimi, i servizi ottenuti in cambio scarsi ed alla fine tutto si traduce nel dovere pagare un biglietto solo per vivere in Italia. Parallelamente la concentrazione di ricchezza nel Belpaese sta raggiungendo livelli folli. Va però riconoscuito che con la direzione di Tamburini si sta cercando di evidenziare via via il problema in termini meno aggressivamente pro-tasse rispetto alla gestione Roberto Napoletano (…).
In questo contesto troppi soggetti che pontificano in TV su soluzioni di imposte patrimoniale straordinarie per mantenere lo status quo o simili misure predatorie a danno degli immobili famigliari, o vivono all’estero senza dirlo pubblicamente o come Berlusconi trasferiscono la sede legale delle loro aziende oltre frontiera (a proposito, non è che Berlusconi è residente fiscale in Belgio dal 2019? Lo hanno visto in piazza a Lugano alcuni giorni fa, il dubbio sorge, …).
Chi scrive va controcorrente: io sono per abbassare le tasse, ossia per innescare la crescita economica nazionale con una sorta si supply side economy con riduzione della pressione fiscale, almeno fino a quando esistono ancora aziende manifatturiere in Italia. Ma, riconoscendo che stando nell’EU non è possibile ridurre le tasse, morendo invece di una morte più o meno lenta (a maggior ragione con la nuova direzione diciamo femminile filo-franco-tedesca di EU e BCE, …), semplicemente concludo che dall’euro bisogna andarsene (…).
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Al contrario i leghisti, vi fanno credere che si può contemporaneamente restare nell’euro ma abbassando le tasse (cambiando l’EU dall’interno, utopia pura), impossibile.
Rilevo molte rimostranze per la mia presa di posizione, non diverse da quelle dei Remainers contro i Brexiters, guarda caso, alla fine vedremo chi avrà ragione.
Oggi vorrei riprendere un argomento a me caro: l’economia sommersa italiana e la tassazione correlata. Purtroppo continuo a vedere testate nazionali forviare il discorso. Ossia, come nel caso del Sole 24 Ore, si fa regolarmente – sebbene oggi solo sottilmente, grazie alla nuova direzione Tamburini, più attenta ai fatti – intendere ai lettori che l’Italia può recuperare oltre 100 miliardi di tasse, NULLA DI PIU’ FALSO. Questo sulla base dell’economia sommersa calcolata per fortuna dall’ISTAT e non da Eurostat (il metodo Eurostat è formalmente sbagliato, infatti l’economia sommersa Eurostat è quasi il doppio di quello calcolato dall’ISTAT; argomento provato in precedenti articoli, sebbene il metodo diciamo “duale” sia stato concordato dai governi italiani post 2011, ndr).
Ad onor del vero Il Sole 24 Ore, grazie al bravo Tamburini, dà anche interessanti spunti: ad esempio la Danimarca è uno dei paesi con maggiore evasione; non casualmente ha anche la più alta pressione fiscale, ossia come regola “più alte sono le tasse, più si evade”, è matematico [vedasi la correlazione!] (ossia ad aumentare ancora le tasse in Italia l’evasione aumenterebbe ulteriormente, follia, per una questione semplicemente matematica)
Ora, dire che 100+ miliardi di euro di economia sommersa sottintendono tasse recuperabili al 100% è vero? La Risposta è un rotondo NO, anzi è dichiaratamente FALSO. Anche l’Agenzia delle Entrate britannica – la più avanzata in materia, fatto riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori – ammette candidamente sul proprio sito che non tutta l’evasione fiscale si può recuperare, sarebbe inefficiente oltre che stupido (voler recuperare tutto significherebbe venire meno alla misura, ossia le tasse sono fissate anche sulla base dell’evasione non recuperabile, altrimenti sarebbero più basse, ndr).
Ossia, per calcolare l’evasione recuperabile in Italia bisogna verificare quanto sia la media dell’economia sommersa in EU. Ad esempio, se l’Italia diventasse più efficiente della Germania in tema di limitazione dell’economia sommersa, quante tasse si incasserebbero in più?
Notasi, il metodo Eurostat di calcolo dell’economia sommersa prescrive che, solo in assenza di una valutazione analitica fatta dagli uffici di statistica nazionali (…)(ad es ISTAT, che produce una sua valutazione), ci si debba rifare ai valori stimati da Eurostat, che per l’Italia sono quasi il doppio (così da permettere di fare più deficit e più debito – essendo il PIL “taroccato” al denominatore, ecco perchè i governanti di qualsiasi colore fanno finta di non vedere l’incongrienza)
Il conto è presto fatto, ecco il metodo da seguire: dalle ultime stime l’Italia è al 12,6% di economia sommersa rispetto al PIL mentre la Germania è circa al 10,4% del PIL (Fonte: Institute for Applied Economic Research at the University of Tübingen, rilevazioni ultime del 2017). Diciamo 2,1% punti percentuali. Ossia detta economia sommersa italiana sarebbe pari a circa 32 miliardi di euro (2.1%xPIL). Applicando lo stesso metro usato dal Sole 24 ore (il 50% del sommerso equivale alle tasse non pagate su tale economia “non dichiarata”, viste le varie aliquote di tassazione nazionali oltre che l’IVA), potremmo recuperare 16-17 miliardi di euro di tasse (2.1%xPILx50%), una somma che non farebbe certo la differenza visto che solo la manovra che l’EU vuole dall’Italia solo nel 2019 (entro fine anno) assomma a circa 40 miliardi di euro.
Se poi invece immaginassimo che l’Italia possa invece diventare il paese più efficiente di tutta l’EU nella riduzione dell’economia sommersa, arriveremmo a circa l’8% di sommerso contro il 12,6% attuale. Ovvero, rifacendo i calcoli, potremmo pensare, a fronte di un gap di sommerso “attaccabile” del 4,6% del PIL, di recuperare circa 36-37 miliardi di euro all’anno (4.6%xPILx50%), sempre una cifra che non fa la differenze visti i vari deficit statali italiani, pur ipotizzando di diventare il paese con meno sommerso in EU (una utopia, con la complessità delle leggi italiane, ndr).
L’evasione fiscale italiana stimata dall’EU – riportata anche dal Sole 24 Ore – è sballata! Perchè i gialloverdi non fanno i conti e contestano il metodo? (Qualcuno vuole forse convincervi che c’è evasione per giustificare tasse future?)
La conclusione è semplice: aumentare le tasse o aumentare la repressione fiscale NON è un game changer, anzi sembra chiaramente non portare alcun vantaggio concreto rispetto a ridurre un’imposizione fiscale ormai eccessiva. Ovvero, a diventare più repressivi si riduce ulteriormente il vigore economico del Paese, riducendo la crescita, richiedendo dunque nuove tasse, oltre ad aumentare formalmente l’evasione teorica (sempre più teorica, …). Fino all’implosione.
Certo, Il Sole 24 Ore è il giornale della Confindustria, ossia di proprietà di quella entità economica nazionale che vede come fumo negli occhi l’uscita dall’euro in quanto i patrimoni degli imprenditori esportatori verrebbero trasformati in deboli lire; non capendo per altro che una lira debole farebbe esplodere la competitività nazionale dell’export massacrando ad esempio i produttori tedeschi, a nostro vantaggio (per altro gli imprenditori metalmeccanici del nord non è che brillino di intelligenza se non hanno fatto una piega quando si è preso l’indirizzo di favorire l’auto elettrica, che come conseguenza annichilerà l’80% del settore, ossia gli imprenditori stessi, guardate nel cofano di una auto elettrica e capite cosa intendo, ndr).
In tutto questo io mi chiedo: la democrazia presuppone forse fare l’interesse dello 0,1% più ricco della popolazione o quello del 99,9% restante, sebbene non multimilionario?
Si sappia che lo scrivente non è certo un sinistrorso, per inciso. Ma non per questo desidero andare verso il neofeudalesimo.
Mitt Dolcino
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