Redazione: Possiamo accettare che l’Italia sia “contributrice netta” dell’UE. Ma che Lussemburgo e Belgio siano invece “prenditori netti” ci sembra eticamente scorretto, anche scontando una nostra minore efficienza.
Ma ci sarà senz’altro una qualche Legge Europea a dirci che è giusto che sia così. Come è stato giusto, ad esempio, contribuire al MES ….. per salvare la Grecia, ovviamente, e non le banche tedesche, come sostenuto da qualche malalingua.
Stiamo pensando a quante cose potremmo fare con 4 miliardi (grafico a seguire) e, al contrario, a cosa non potrebbero fare, senza, alcuni paesi dell’Est. Ad esempio incentivare le imprese italiane a trasferirsi da loro.
Singolare quel tal Valdis Dombrovskis, Commissario lettone. Con una mano prende oltre 500 milioni l’anno (che sono tanti in proporzione al Pil) e con l’altra scrive lettere sdegnate sulle nostre finanze.
Passato lo sfogo resta un problema. La Brexit ci sarà e, con essa, l’UE perderà il secondo contribuente netto, la Gran Bretagna: quasi 7,5 miliardi l’anno.
Si ridurrà il bilancio dell’UE, oppure questa cifra verrà ripartita fra gli altri paesi? Così fosse, con quali criteri? Nessuno ce l’ha ancora detto ma, come al solito, vorranno fregarci.
I franco-tedeschi, furiosi, vogliono che il Regno Unito versi qualche decina di miliardi, una specie di buonuscita, per soddisfare “precedenti impegni”. La May disse di “sì”, Johnson ha invece detto di “no” ….. ed anche Trump è d’accordo. Bella questione, vero?
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Arthur Lyons per Voice of Europe
Una delle principali questioni irrisolte dell’Unione Europea è che non tutti i suoi Stati membri contribuiscono allo stesso modo. E’ stato questo uno dei principali fattori che hanno portato gli inglesi, nel 2016, a voler lasciare l’Unione.
La domanda su quali Stati membri dell’UE stiano pagando più contributi, rispetto a quelli che invece più ne stanno usufruendo, è e resterà una questione controversa.
Il bilancio dell’UE per il 2017 [l’ultimo disponibile] ha rivelato che, in termini di contributi monetari diretti, ci sono dieci Stati membri che stanno contribuendo in misura maggiore rispetto a quanto stanno ottenendo.
Statistica ha rilevato che il Regno Unito è al secondo posto in termini di contributi netti, con circa 7,5 miliardi di euro. La Germania è in cima alla lista — versa 12,8 miliardi di euro in più di quanto riceve.
Francia, Italia e Paesi Bassi sono arrivati rispettivamente in terza, quarta e quinta posizione.
La Polonia è stata di gran lunga la principale beneficiata dell’Unione Europea, ricevendo 8,2 miliardi di euro in più di quanto ha versato. La Grecia è arrivata seconda con 3,7 miliardi, la Romania terza con 3,4 miliardi e l’Ungheria quarta con 3,1 miliardi.
È interessante notare che, tuttavia, essere in cima all’elenco dei contributori netti non ha indotto tutti i paesi a voltare le spalle all’Unione. Il sostegno al progetto europeo rimane piuttosto elevato in Germania.
Uno studio condotto dalla Fondazione Bertelsmann ha rivelato che, nonostante i contributi al bilancio comunitario superino i benefici finanziari diretti al paese, il mercato unico dell’UE ha aumentato il reddito medio tedesco di oltre 1.000 euro, rispetto un aumento medio nell’UE di 840 euro [19% in più].
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Link Originale: https://voiceofeurope.com/2019/07/report-the-european-unions-largest-givers-and-takers/
Scelto e tradotto da Franco
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