Redazione: Un lettore ci ha inviato un articolo con le sue considerazioni sulla crisi del governo giallo-verde che, volentieri, pubblichiamo.
Questa crisi è frutto della volontà di Matteo Salvini, o il Vicepresidente si è semplicemente allineato ad una volontà esterna? Il nostro autore ha ben pochi dubbi al riguardo.
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Grunt Von Grunf per www.mittdolcino.com
L’argomento che più tiene banco in questi giorni assolati – solitamente dedicati al riposo dopo uno sfibrante anno di lavoro – è la situazione governativa dopo la decisione di Matteo Salvini di porre fine al governo giallo-verde.
Sui giornali, nei dibattiti e sui forum ho letto e sentito di tutto, ma credo che l’elemento-base per inquadrare l’attuale contesto politico, e prevederne la futura evoluzione, venga deliberatamente omesso dai media e sia comunque sfuggito all’attenzione della grande maggioranza dei commentatori.
Lo troviamo in quest’articolo del Corriere della Sera pubblicato in tempi non sospetti (7 Agosto), in cui si anticipa esplicitamente la rottura di Salvini:
Un’altra importante considerazione è relativa alla pesante interferenza che gli Stati Uniti hanno esercitato sulla politica italiana, sopratutto estera ma anche domestica, quando lo hanno ritenuto necessario.
Intendiamoci, nulla di cui scandalizzarsi. Alla fine del discorso questo status deriva dalla disastrosa sconfitta militare in una guerra che fummo noi a dichiarare. Normale amministrazione, quindi, nella storia di tutti i tempi.
Inoltre, la politica internazionale presenta un contrasto sempre più forte degli Stati Uniti verso la Cina e l’Unione Franco/Tedesca (definizione molto più appropriata del termine “UE” per cui, d’ora in avanti, lo userò come sinonimo).
Una situazione conflittuale che l’America è obbligata a risolvere se vuole continuare ad essere il punto di riferimento mondiale, sia politico che economico.
E’ in questo contesto che s’inserisce l’Italia, alleata degli Stati Uniti fin dal 1945 e ancora utilissima come quinta colonna all’interno dell’UE – e preziosissima anche nello scontro con la Cina.
E’ quindi necessario che a Palazzo Chigi ci sia un esecutivo che, senza alcun tentennamento, sia apertamente schierato con Washington.
Di tale esecutivo, palesemente, non possono più far parte i grillini che, con il loro atteggiamento filo-europeo e a favore di una maggiore apertura alle aziende cinesi (si veda solo la posizione sulla Huawei per il 5G), sarebbero di pesante intralcio.
Lo stesso discorso può essere fatto con il PD, troppo legato ai DEM statunitensi (e smaccatamente favorevole ad un ruolo servile dell’Italia rispetto all’Unione Franco/Tedesca) ed apertamente contrario alle politiche strategiche ed economiche dell’attuale inquilino di Pennsylvania Avenue.
Del tutto inaffidabile, quindi, agli occhi di Trump.
E’ questa la ragione per cui non scommetterei nemmeno il classico cent. su un esecutivo a guida M5S-PD, che moltissimi commentatori, al contrario, ritengono la soluzione più plausibile.
Sulla carta i numeri ci sarebbero e ben difficilmente, Mattarella, sarebbe disposto ad indire un’elezione che darebbe ai sovranisti di Salvini –da lui apertamente inviso – l’indiscussa maggioranza.
Ma ritengo che una semplice telefonata da Via Veneto possa essere sufficiente a fargli radicalmente cambiare opinione e costringerlo a sciogliere le Camere, indicendo nuove elezioni.
Impensabile, infine, che Salvini abbia voluto aprire la classica “crisi al buio”, che lo costringerebbe a passare il resto della legislatura sui banchi dell’opposizione, nel completo anonimato.
Certo, potrebbe aver parlato, con Bannon, di donne, calcio e motori (argomenti che hanno pur sempre il loro fascino), dimenticandosi di farsi dare solide garanzie sull’appoggio statunitense.
Tutto è possibile in questo nostro mondo, ma continuo a credere che sia molto improbabile.
P.S. – Alcuni giorni fa è stata pubblicata su questo sito la notizia (che ho letto solo oggi) di un certo Mike Pompeo che è arrivato a Roma per portare fiori sulla tomba del padre del Presidente Sergio Mattarella.
Probabilmente la ‘Greta’ avrebbe qualche rimostranza da fare, visto che una telefonata produce molto meno CO2 di un volo privato intercontinentale …..
Chissà che Mike Pompeo non abbia veramente voluto rendere un omaggio personale alla memoria di Bernardo Mattarella.
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