Brillante analisi di Mike Shedlock sulla futura Brexit. Sostanzialmente, applicando mirabilmente la teoria dei giochi, viene dimostrato come l’ipotesi di lavoro del post comunista Corbyn avversario politico di Boris Johnson, ossia quella di prevedere un secondo referendum che escluda il “
No Deal “(che invece ci sarà, a fine novembre con Boris Johnson a Downing St.) sarà alla base della sua stessa sconfitta prospettica. Infatti il popolo britannico non è come quello italiano, che accetta gli eventi tutti, ossia non ammette di essere preso bellamente in giro dai propri politici. Il popolo britannico pretende correttezza e non ambiguità (leggasi, bugie) dalla propria classe dirigente, imponendo che gli impegni presi vengano mantenuti. Encomiabile. Conosco molti italiani che hanno acquisito il passaporto britannico.
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Dunque, con una brillante dissertazione che vi lascio (al
LINK), Mike analizza la situazione concludendo che, dopo troppi politici “British” che hanno tentato di andare contro il volere popolare, a Boris Johnson alla fine basterà mantenere la parola data ossia fare la Brexit ad
Halloween. E poi immediatamente passare all’incasso indicendo le elezioni che la Regina (
l’equivalente a cui ambiscono i presidenti della Repubblica italiani da Scalfaro in avanti, ndr) non si sognerebbe nemmeno di “cercare di evitare con tutti i mezzucci e tutte le scuse possibili”. Infatti le pestilenze post “Brexit-No Deal” nella perfida Albione in realtà sono pura propaganda filo-tedesca (anzi di matrice tedesca), ovvero filo-EU, nel solco della sfida geoeconomica che da secoli contrappone via via Parigi, Berlino, Londra e Mosca per il dominio del continente Europeo.
Sugli aspetti pratici c’è poco da dire:
un Brexit No Deal con gli USA ed il mondo anglosassone a supporto non avrebbe nessuna influenza negativa per Londra (mentre sarebbe mortale per Berlino e per i suoi esportatori); si avrebbe anzi una benefica emancipazione dalle logiche burocratiche EU che, grazie ad un nuovo asse anglosassone planetario (che oggi vediamo attivo nella ex colonia, Hong Kong) semplicemente creerebbe un polo dominante anglosassone con un baricentro più verso gli USA ed escludendo dunque l’EU franco-tedesca. Chiaramente le destabilizzazioni interne all’EU seguirebbero a ruota sulla falsa riga di quanto accaduto ad Hong Kong.
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Nell’ultima frase sopra ci sono tutte le conseguenze possibili per l’Italia, la creatura anglosassone nell’Europa continentale che ha fatto perdere ben due guerre mondiali ai tedeschi. Infatti, nelle more della corrente crisi globalista, è inevitabile che Londra vorrebbe andare a dominare direttamente la “colonia Italia” facendola diventare fonte di suo proprio sostentamento e nel n di sostentamento franco-tedesco. Ossia dopo le elezioni britanniche di novembre prossimo cambierà il mondo. E cambierà l’Italia.
Cosa stanno facendo gli avversari di Washington per porre rimedio agli eventi avversi? Sostanzialmente
la coalizione globale anti USA che rappresenta oggi il mondo anglosassone (EU franco-tedesca) sta coordinando una recessione precisamente prima dell’elezione di novembre 2020 in USA, sperando che Trump cada. A costo di mettere a rischio la propria economia. Ben sapendo che senza Trump, Londra anti-EU non andrà lontana. Parimenti Trump dovrà far svalutare il dollaro e farà di tutto per tale fine.
La Cina nel mentre, con la cassa, andrà manipolando a più non posso i mercati evitando la svalutazione del dollaro per evitare –
appunto – che Trump vinca.
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In conclusione,
l’EU da novembre prossimo sarà a rischio, principale obiettivo della fronda USA-UK. L’Italia sarà a particolare rischio destabilizzazione, non prima però di essere oggetto di un tentativo di annientamento preventivo da parte di Berlino e Parigi per evitare la formazione di un asse con Italia da parte anglosassone (infatti la recessione a orologeria voluta dagli avversari di Washington è pianificata come rischio calcolato). Da qui la certezza che l’austerità EU non verrà limitata strutturalmente, anzi il contrario. Magari con un governo tecnico in Italia di estrazione filo EU diretto da un ex commissario EU (Prodi?) o de un ex banchiere BCE (Draghi?) che aumenti ulteriormente le tasse e svenda i residui asset strategici italiani agli EUropei, arricchendo i politici nostrani. Stessa storia da 20 annI.
Il partito di maggioranza italiano, governata purtroppo da un
politicamente inetto per il ruolo che per aggiunta si comporta pure come fosse ricattato (…), parlo della Lega di Salvini, in realtà ha poco da offrire al patto anglosassone visto che la sua base elettorale nordista vuole stare economicamente nell’euro e dunque con la Germania (supportando dunque il progetto franco-tedesco), sebbene alla maggioranza numerica degli italiani convenga uscire dalla moneta unica mimando i passi della Brexit.
Il fatto che gli USA lascino fare i politici romani –
che infatti stanno suicidando il paese, spero vi siate accorti che Salvini in pratica non va mai contro il PD, a partire da quando ha deciso di non sostituire i ministeriali di sinistra dai ministeri, per finire con il tentativo di Renzusconi oggi ancora sotto traccia – è un segno di massimo allarme in quanto può assolutamente essere che la Penisola venga ormai considerata come irrecuperabile, governata da caos interno ed infiltrata da spie francesi e tedesche. Per cui sia già stata decisa lato USA una forma radicale di destabilizzazione italica per indebolire la potenza franco-tedesca via EU o con una spartizione in vari tronconi del Paese, soluzione già per altro preconizzata ai tempi di Hilary Clinton alla Segreteria di Stato (…).
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Salvini in particolare, dopo la presa in giro agli italiani delle sue dimissioni
farsa dal governo, molto probabilmente andrà a prendere a novembre uno dei seggi europei che si libereranno con la Brexit mettendosi al riparo dalla magistratura italiana (
che rischia di essere per lui il minore dei problemi), avendo (
forse) semplicemente lui stesso voluto la caduta del governo per cercare di scappare dai suoi compiti e soprattutto dai suoi impegni irrealizzabili
RESTANDO NELL’EURO, di fatto facendo andare al potere un governo tecnico “
non per colpa sua” che possa fare il lavoro sporco della mega imposta patrimoniale voluta dall’EU come strumento franco-tedesco (
a cui Salvini di fatto rischia di rispondere in forza materna, …) di annientamento italico. Con la vacua promessa di tornare a palazzo Chigi lui stesso, dopo [
se ci crede lui…]
Questo forse è quanto appunto forse gli fu promesso.
Poi l’annunciata visita di Pompeo a Mattarella ha mandato tutti nel panico sparigliando il mazzo. Visita che avverrà “poi”, lasciando nel mentre gli italiani “nell’incertezza” ossia a farsi male per terrore di cosa stia realmente bollendo in pentola (basta rammentare che mezza classe politica italiana storicamente rischia di essere annientata nottetempo con un dossier pubblicato su
4Chan o grazie ad uno scoop di qualche nipote degli oriundi italoamericani diciamo
storici, …, ndr).
Deve infatti essere chiaro che Salvini non ha più la fiducia degli USA, dopo l’accordo BRI con la Cina, l’accordo con Alibaba e l’affaire Huawei (
Salvini nel bene del Paese dovrebbe farsi da parte, ma sappiamo tutti che non lo farà).
Mitt Dolcino
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