Dunque, stiamo ai fatti che non mentono mai: Donald J. Trump prima ha bollato il governo M5S+PD come sgradito, anzi aggiungendo anche un nemmeno troppo velato messaggio di “governo comunista” (e LINK), che ormai non ha senso vedere visti i tempi. Ricordo a tutti che ai tempi in Italia veniva riservata la sperimentazione sul campo del manuale Westmoreland per combattere il rischio comunismo, con tutti gli annessi e connessi del caso (…). Oggi il presidente USA ha anche aggiunto in merito all’Italia attuale la benedizione a Giuseppe Conte primo ministro, ma non al governo giallo-rosso.
Dunque, considerando che la lega e Salvini ultimamente ci sono andati giù davvero pesanti con Giuseppe Conte – traditore ecc. ecc. – tutto questo sembra significare solo una cosa: che il problema per gli USA è Matteo Salvini, per ragioni che non sappiamo ma che certamente hanno a che fare con la firma dell’accordo BRI con la Cina, del supporto a Geraci e dell’approvazione della sede di Huawei dagli USA a Milano (il caso Metropole dovrebbe dirci molti, forse). Oltre a Renzi naturalmente, colpevole agli occhi dei repubblicani USA – e anche secondo le notizie di stampa, oltre che le indagini in corso in USA – di aver permesso durante il suo governo a che un paese amico come l’Italia si sporcasse le mani nelle elezioni USA avallando il boicottaggio di Trump a favore di Hillary Clinton; simpatia Clinton-Obamiana per altro mai smentita dall’ex primo ministro, ex segretario del PD ed ex sindaco di Firenze (attenzione che non si aggiunga qualche altro ex a breve, …). [nel caso, sarebbe la prima volta in assoluto che questo accade, dai tempi dello Zimmermann telegraph]
Attenzione, qui non stiamo parlando – nel caso delle influenze anti-Trump avvenute durante il governo renziano – di supposizioni, ma di qualcosa di più, ossia di atti parlamentari USA al vaglio degli organi competenti, non essendo state le notizie di stampa correlate per altro smentite da chicchessia. Rischiamo infatti che non ci sia stato un Russiagate ma invece un Italiagate, contro Trump. Meglio detta, e qui torniamo al titolo, nel caso sarebbe un Renzigate; vedremo come si svilupperanno le indagini ma temo ci sarà da ballare per qualcuno. Da bravi osservatori, appunto, osserveremo. E nel caso riporteremo.
Per intanto vi invito a non trarre conclusioni affrettate ricavabili dalle parole di Trump di ieri, aspettate. Ricordando che fino al Brexit tutto sarà al rallentatore, poi le maniglie con il M5S degli inglesi saranno ben più evidenti (…). Restiamo per altro dell’idea che alla prima curva un eventuale governo “neocomunista”, per citare Trump, si schianterà. Certamente chi scrive non parteggia per tale coalizione rossastra, anzi (notasi: abbiamo una linea e, giusta o sbagliata che sia, la manteniamo, non siamo bandieruole; le critiche fatte in passato alla Lega furono infatti contestualizzate su fatti specifici e non sul posizionamento strategico del partito che con Salvini rischia purtroppo di aver perso supporti essenziali all’estero, supporti che nessun sondaggio gonfiato può far resuscitare nottetempo, ndr).
Reiteriamo dunque il messaggio: da quanto leggiamo Salvini non ha la fiducia USA, dunque è meglio che si faccia da parte. Lo ringraziamo per aver fatto quello che ha fatto ma non è più la persona adatta al ruolo (comunque vada, verrà ricordato come colui che ha distrutto troppi ponti, senza costruirne; e non parlo del ponte Morandi, …, ndr). Chi scrive ritene per altro che i consulenti di Salvini abbiano colpe importanti negli errori salviniani, colpe che a dover essere riassunte in un soggetto andrebbero identificate nella persona di Claudio Borghi, ossia verso la sua insipienza nell’applicazione di misure economiche anche solo a livello mediatico (…). Ma questa è un’altra storia, che eventualmente approfondiremo.
Sappiate per altro che vedremo volentieri, nel bene dell’Italia, della Lega e dello stesso Salvini, come già detto in passato, Giulio Tremonti come leader della coalizione di centro-destra, l’uomo giusto per le complesse sfide che ci aspettano.
Mitt Dolcino
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