Negli scorsi giorni una grande rivista scientifica, Science, ha finalmente scoperchiato il pentolone dicendo l’ovvio: il modo alla gran lunga più efficace – e più economica – per ridurre la concentrazione di CO2 in atmosfera è piantare alberi. Questo eviterebbe al mondo di dover ricorrere a trucchi assurdi per truffare sui conti della CO2, stile dieselgate. Ben ricordando che ad una maggiore CO2 non corrisponda necessariamente un riscaldamento globale, ossia la causa del riscaldamento attuale potrebbe ragionevolmente essere un’altra (…). Ho aspettato qualche mese per vedere se qualcuno ne parlava sulla stampa mainstream italiana: a quanto ne so, nessuno lo ha fatto…
Restiamo però ai fatti: l’articolo di Science, ripreso dal Guardian, ha ipotizzato che, piantando alberi sulle lande disponibili per la piantagione, ossia 1.7 mld di ettari, si potrebbe raggiungere la massa critica per l’eliminazione della CO2 dall’atmosfera. Il costo sarebbe molto interessante e davvero basso, solo 300 mld di USD a livello globale, ipotizzando un costo ragionevole di 0.30 USD per albero piantato (sulla terra esistono 8.7 mld di ettari disponibii, di cui 5.5 mld di ettari ha già alberi, 1.5 ha serve per l’agricoltura ed il restante 1.7 sarebbero disponili per la piantagione (conti di Science). Il paper è stato considerato nelle sue recensioni diottimo livello, avendo il plauso di una amplissima platea. Tra i critici citiamo alcuni scienziati che hanno evidenziato potenziali di assorbimento di CO2 troppo elevati, sebbene il campo opposto abbia evidenziato che le piantagioni agro-alimentari come caffè, cacao e bacche non siano state comprese nel computo per cui i potenziali di assorbimento sarebbero raggiungibili. Tutti hanno evidenziato il fatto che il mix di colture, evitando la monocultura, sia comunque essenziale.
Parimenti, il punto critico sarà come far convivere le lande destinate al pascolo con la piantagione di alberi, che sarebbero nel caso a bassa densità. Nonostante ciò, ipotizzando una parte di landa impiantata a cacao, caffè e bacche si potrebbe raggiungere gli obiettivi indicati.
Il punto critico di tutto però è un altro: oggi Cina, India ed Africa stanno moltiplicando la loro popolazione ossia stanno succhiando una quantità di risorse incompatibile con la sussistenza dello status quo attuale. Parimenti l’Occidente non fa più figli. Dunque, tirando una linea, l’Occidente sarà fra 25 anni in minoranza non solo numerica devastante rispetto ai paesi emergenti (…).
In tutto questo va stigmatizzato come numeri del riscaldamento globale non siano credibili per come ce li hanno presentati, come dimostrato dal taroccamento sistematico dei dati sul clima del Climagate da parte delle stesse università che per anni, più o meno durante la presidenza Obama (su tutte NorthUmbria University), uno scandalo convenientemente mai ricordato dai media (i dati di riscaldamento furono bellamente manipolati per indicare falsamente un riscaldamento globale nei trend, ndr). Addirittura Michael Mann, il professore della Penn State University ha perso la scorsa settimana la causa di diffamazione ossia è stato dimostrato dalle corti canadesi che i dati sul riscaldamento globale da lui forniti erano bellamente taroccati (LINK, LINK), dimostrando un riscaldamento che in realtà non c’è, ossia utilizzando metodi tenuti volutamente segreti che si sono poi dimostrati fallaci. E’ un peccato che la stampa italiana abbia ignorato questa sentenza.
Alle prove di cui sopra si aggiungono anche le analisi del prof. Bernie Levin, ben spiegate nel suo documentatissimo “Searching for Catastrophe Signal“, dove viene provato come il panel dell’ONU sul cliamate change abbia usato dati falsati per spingere appunto sul “Climate Change” ovvero per convincere sull’emergenza del riscaldamento globale, quando invece gli stessi dati non lo dimostravano. Uniamo a questo fatto i sospetti fondati su un attivismo di interi governi per riscaldare l’atmosfera con l’iniezione di solfati, fatto dimostrato da numerosi studi di primarie università mondiali, tra cui Harvard, dove si sta deliberatamente studiando l’uso di spray in alta troposfera (dove viaggiano i jet commerciali per intenderci) per modificare il clima: molti infatti suppongono che le scie chimiche siano proprio a base di solfati e servano per alzare le temperature! Ciò deriva da studi USA degli anni’70 secondo cui un lieve aumento di temperatura avrebbe incrementato i consumi , migliorando il clima ossia permettendo maggiori attività fuori casa ovvero consumi privati (…), oltre che a facilitare alcune colture.
Tralascio il fatto che i dati scientifici mostrano in modo incontrovertibile come l’incremento di temperatura sulla terra sia primariamente legato alla presenza o meno di macchie solari, oggi siamo ai minimi (ma, curiosamente, in parallelo le scie chimiche sembrano moltiplicarsi, con una correlazione che sembra diventare imbarazzante tra periodi di assenza di scie chimiche e tempo che diviene quasi immediatamente perturbato quando scompaiono, fateci caso, …).
Tornando ai nostri giorni, siamo al punto in cui vengono proposte le più grandi fesserie per ridurre la CO2, dai motori elettrici senza computare nei conti sulla CO2 che essi usano la stessa energia fossile dei cicli termici per essere alimentati, fino ad arrivare a improbabili metodi di accumulo di CO2 scavando buche per terra. Ma senza pensare al metodo più semplice, le piante. Ricordo infatti, per dare qualche numero, come gli aberi assorbano ca. 28KG di CO2 per anno in dipendenza del tipo e della dimensione; essi possono accumulare fino a 3 tons di CO2 nel tronco. La validazione del metodo nel paper di Science sopra citato prevede numeri leggermente diversi ma la matematica non è una opinione ed i conti tornano.
E’ curioso che oggi tutti i governi dei paesi EU vogliano spingere la propria popolazione a credere nell’aumento di temperatura, oggetto su cui non voglio discutere, ma imponendo come soluzione assurda come l’auto elettrica (vedasi LINK), ovvero una non-soluzione in quanto considerando anche l’impatto delle batterie e del loro smaltimento, inquina più di un auto diesel, vedasi anche la perdita di energia per il trasporto dal luogo di produzione al luogo di consumo dell’elettricità. Ben sapendo che le energie rinnovabili hanno un limite fisico di disponibilità con le tecnologie attuali pari a ca. il 25% dei consumi globali (…).
Vedasi il video del TG della NBC del 1980 che indicava come le scie dei jet fossero la soluzione voluta dai governi per rendere il clima meno nuovoloso (ossia per scaldare il pianeta, ma non a causa della CO2…)
Insomma, il riscaldamento globale resta – almeno nell’EU – intimamente legato alla spinta politica verso le energie rinnovabili e soprattutto ad imporre la sostituzione forzata delle auto a ciclo termiche con quelle elettriche, anche se queste ultime producono più CO2 di un’auto diesel (vedasi LINK). Lo scopo, in fondo, è sempre il solito: farvi consumare, senza i vostri consumi lo status quo è insostenibile. Ca va sans dire che Francia e Germania vogliono avere il monopolio o quasi della nuova tecnologia da imporre ai cittadini EU via Bruxelles, una loro creatura, nata sulle spoglie di Vichy.
Ovvero qualcuno deve pur pagare per mantenere intonse le immense ricchezze miliardarie in mano a pochissimi eletti (sinistra e destra sono ampiamente superate in EU, stiamo andando verso un nuovo feudalesimo, non è un caso che il termine EURSS stia ormai prendendo piede ….).
Mitt Dolcino
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