Redazione: Più volte abbiamo parlato del progetto di divisione dell’Italia in due-tre parti. Francamente, non sappiamo attribuire percentuali alla sua riuscita, ma di una cosa siamo sicuri: esiste!
Non solo esiste, ma crediamo che sia stato sviluppato parallelamente a quello del MEC prima e dell’UE/Eurozona poi.
In tal senso, proponiamo uno straordinario studio del gruppo “Leap 2020” (che a differenza nostra si compiace delle sue conclusioni) che a suo tempo lo scrivente tradusse, in cui è papabile l’esistenza di una struttura parallela legata alla Regione Alpina, ma estesa a tutto il nord Italiano.
Con una nuova premessa, lo studio è stato rilanciato da “Leap 2020” nel 2017, senza alcuna variazione perché attualissimo. I progetti avviati sono stati semplicemente portati avanti.
Leggendolo, il lettore scoprirà un mondo di cui pochi sono a conoscenza. Ma che è reale, operativo ed influente.
La spaccatura dell’Italia è già fra di noi perché è parte integrante del progetto UE. Ma ne siamo consapevoli?
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Nota di “Leap 2020” inserita il 28/12/2017.
Il 21 Dicembre 2017 i Catalani hanno rieletto il loro Parlamento e la maggioranza dei seggi, anche se non quella dei voti, è tornata alle liste separatiste.
All’inizio di questa settimana il Governo Austriaco, sulla base di una proposta dell’FPÖ, ha rilanciato la questione dell’Alto Adige, offrendo un passaporto austriaco agli abitanti di lingua tedesca (e ladina) della provincia di Bolzano …
Qualunque sia il suo livello, è davvero una crisi “sistemica” quella che sta affrontando l’Europa.
Una crisi rilevata da Christel Hahn nell’articolo che pubblicammo nell’Aprile del 2013, dopo l’incontro dei Presidenti delle Regioni Alpine avvenuta nell’Estate 2012 a Bad Ragaz, in Svizzera.
Le idee contenute in questo documento sono importanti oggi come ieri. La crisi in Alto Adige, in particolare, dimostra che la strategia di uno “spazio alpino” avrebbe senso per rispondere ai crescenti conflitti.
Davvero, perché non cercare una cooperazione con Svizzera, Liechtenstein, Baviera e Baden-Wuerttemberg, intesa come parte di una “governance a più livelli”?
Sarebbe senz’altro un nuovo passo per rafforzare in modo costruttivo la Regione Alpina.
Al Governo Austriaco Christel Hahn ricorda che Visegrad è importante, ma che lo sono anche le Alpi, vero cuore dell’Europa.
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Christel Hahn – Aprile 2013
La scorsa Estate i leaders delle regioni alpine si sono incontrati a Bad Ragaz, in Svizzera. Apparentemente, non è stato che uno dei consueti incontri che si sono tenuti anche in passato.
Ma, in realtà, si è trattato di un meeting eccezionale, sia per il numero delle regioni che vi hanno partecipato, sia perché fra di esse c’erano i rappresentanti della Lega Nord italiana, ragione per cui l’incontro ha ricevuto una certa attenzione da parte della stampa europea.
L’incontro è stato così sintetizzato dal suo Presidente (Willi Haag, St. Gallen): “Vogliamo trasformare le Alpi nel cuore pulsante dell’Europa”.
Il meeting appena citato, ovvero la “Conferenza delle Regioni Alpine”, si è tenuto in occasione della periodica conferenza dell’”Arge Alp” (Associazione delle Regioni Alpine, fondata 40 anni fa, molto prima Trattato di Schengen e dell’Euro).
In questa conferenza è stata adottata una risoluzione basata su un documento strategico finalizzato a sviluppare una strategia macro-regionale europea per le Alpi.
Questa risoluzione è stata il risultato finale dei continui contatti tenuti fra i gruppi di lavoro e le organizzazioni transalpine, durante le diverse fasi del processo d’integrazione europea.
UE: DIECI STORICHE TAPPE
1951: Fra sei paesi viene fondata la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio.
1957: Il Trattato di Roma istituisce il Mercato Comune Europeo.
1973: La Comunità si espande fino a nove Stati membri e sviluppa politiche comuni.
1979: Si tengono le prime elezioni dirette del Parlamento Europeo.
1981: Il primo allargamento verso il mediterraneo.
1993: Completamento del Mercato Unico Europeo.
1993: Il trattato di Maastricht fa nascere l’Unione Europea.
1995: L’Unione Europea arriva a 15 Stati membri.
2002: Vengono introdotte le banconote e le monete europee.
2004: Altri dieci paesi aderiscono all’Unione Europea.
LE ALPI: IL NETWORK
> Gli sforzi per proteggere la natura alpina sono ovviamente più vecchi dell’integrazione politica e portarono, nel 1952, alla CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi).
> Durante la prima fase dell’integrazione europea (che comprendeva la Comunità Europea a sei membri e l’EFTA, costituita dalla maggior parte dei restanti paesi dell’Europa Occidentale) — e precisamente nel 1972 — fu fondata l’Arge Alp, l’Organizzazione dei Presidenti delle Regioni site al centro delle Alpi.
> La prima rinascita europea, quella del 1985-1992 (coincidente con la dissoluzione della Cortina di Ferro), vide anche l’istituzione (1989) della “Europaregion – Tirol-Sudtirol-Trentino”, un’area transnazionale costituita da quelle parti del Tirolo che erano state separate dal “Trattato di Saint-Germain” dopo la 1a Guerra Mondiale.
> Nello stesso periodo in cui fu creata l’Unione Europea, i maggiori Stati alpini firmarono la “Convenzione delle Alpi” (1991). L’incontro regolare che si tiene fra questi Stati viene chiamato “Conferenza delle Alpi”.
> Dopo la sua istituzione, l’Unione Europea mise in atto lo “Alpine Space Programme” (inizi del 1997) nell’ambito della cosiddetta politica di coesione.
> Ora, tutte le regioni alpine si sono riunite con l’obiettivo comune di dar vita ad una strategia macro-regionale per le Alpi.
Tutti i networks che abbiamo descritto, coesistendo, cooperando e scambiandosi progetti ed esperienze, formano un unico grande “network alpino”, dove i funzionari che lavorano ai progetti transnazionali hanno già creato un feeling da “Famiglia Alpina” (Bernard Soulage, Vicepresidente della Regione Rhône-Alpes, ha dichiarato: … e tutta la famiglia è coinvolta nel progetto per una strategia macro-regionale alpina).
Il legame fra queste regioni europee è dovuto alla geografia, per come essa si è formata quando il continente africano si scontrò con quello europeo.
Quella collisione creò non solo delle alte montagne, ma anche i bacini circostanti, come provato ad esempio dal Matterhorn (Monte Cervino), con il suo picco costituito dallo gneiss proveniente dal continente africano.
Come è stato recentemente dimostrato da Martin Freksa, con il suo “Genesis Europas, Berlino …”, i popoli centro-europei si sono espansi partendo dalle montagne europee (ovvero le Alpi e le catene montuose scandinave ed est-europee).
Nonostante l’area del Mediterraneo abbia visto fiorire culture altamente sviluppate da circa 5.000 anni, un tale sviluppo ebbe inizio, a nord delle Alpi, solo da circa 2.500 anni.
In quel periodo (cultura di Hallstatt, espansione dell’Impero Romano attraverso le Alpi, cristianizzazione dell’Europa Centrale), le pianure a nord delle Alpi (ed in particolare la zona intorno al Lago di Costanza, con il vescovo di Costanza ed i monasteri di San Gallo e di Reichenau) erano il centro politico, culturale e spirituale dell’Europa Centrale.
Dopo questa breve escursione su epoche lontane nel tempo, torniamo agli sviluppi della politica attuale.
LA FAMIGLIA ALPINA
1. CIPRA. Si tratta di una ONG che da 60 anni lavora in favore di uno sviluppo sostenibile delle Alpi.
Si tratta di un network costituito da circa 100 organizzazioni, con rappresentanze in Germania, Francia, Italia, Liechtenstein, Austria, Svizzera, Slovenia e Sudtirol (Alto Adige), mentre la sua sede è nel Liechtenstein.
La CIPRA è stata protagonista della creazione della “Convenzione Alpina”, che funziona attraverso la doppia strategia del top-down (Convenzione delle Alpi) e del bottom-up (progetti e iniziative).
2. ARGE ALP. Quest’organizzazione è stata la prima associazione europea fra Stati ed Entità Autonome (ad un livello inferiore, quindi, delle associazioni fra gli Stati-Nazione) ed è fondamentalmente un’organizzazione composta da dirigenti regionali.
Fu fondata 40 anni fa per iniziativa dei leader del Tirolo (Eduard Wallnöfer) e del Sudtirolo (Silvius Magnago) ma, in una certa misura, anche del leader della Baviera (Alfons Goppel).
La sua fondazione concluse la fase calda del conflitto sudtirolese fra l’Austria e l’Italia (che aveva coinvolto le Nazioni Unite ed aveva impedito, fino a quel momento, l’adesione dell’Austria all’UE).
Le Regioni interessate sono: Baden-Württemberg, Baviera (D), Salisburgo, Tirolo, Vorarlberg (A), Trentino, Sudtirolo, Lombardia (I), San Gallo, Ticino, Grigioni (CH). Il Trentino aderì nel 1973, San Gallo nel 1982, il Ticino nel 1988 ed il Baden-Württemberg, nel 1992.
3. EUROPAREGION. L’Europaregion Tirol-Südtirol-Trentino è la fusione di queste tre regioni in un’unica area transnazionale e, nel 2011, adottò la forma giuridica di un EGTC (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale – Una struttura giuridica creata dalla UE).
E’ un altro risultato dell’”europeizzazione” del conflitto sudtirolese ed inoltre, come si può vedere dalla sua storia, l’Arge Alp può essere considerato il nucleo centrale dell’integrazione alpina, come d’altro canto l’asse Francia/Germania può esserlo per la costruzione europea.
4. CONFERENZA ALPINA. Consiste nella riunione ordinaria che viene tenuta fra gli Stati che hanno aderito alla “Convenzione Alpina”.
La prima “Conferenza Alpina” ebbe luogo nel 1989, mentre la “Convenzione Alpina” fu firmata nel 1991 e ratificata negli anni successivi. Il territorio compreso dalla “Convenzione Alpina” ha una superficie di 190.600 kmq con una popolazione di 13,9 milioni di persone.
5. CONVENZIONE ALPINA. E’ un Trattato Internazionale concepito per la protezione integrale e lo sviluppo sostenibile delle Alpi, tra l’UE e gli 8 Stati alpini, ovvero Germania, Francia, Italia, Liechtenstein, Austria, Svizzera, Slovenia e Principato di Monaco.
6. PROGRAMMA PER LO SPAZIO ALPINO. Nell’Unione Europea abbiamo da un lato il Consiglio Europeo (riunione dei Capi di Stato) e dall’altro le Istituzioni che fanno capo direttamente all’UE (Commissione, Parlamento …).
Queste ultime hanno concepito per le Alpi il “Programma per lo Spazio Alpino”, che è un programma di cooperazione transnazionale (parlando nello stile UE: una ETC, Cooperazione Territoriale Europea) inserito nella cornice della “politica europea di coesione” (una politica volta a ridurre le disparità tra le regioni europee).
La politica di coesione dell’UE ha espresso una serie di piani settennali ed impegna circa 1/3 del bilancio totale dell’UE.
La maggior parte di questo denaro è posto sulla coesione (vale a dire il finanziamento delle regioni “arretrate”) e solo una piccola quantità sulla cooperazione territoriale. Per le Alpi questa cifra equivale a 130 milioni per il periodo 2007-2013.
Gli inizi del “Programma per lo Spazio Alpino” datano 1997, mentre gli Stati-partner sono quelli della “Convenzione Alpina” (esclusa Monaco).
Quest’ultima, però, copre solo l’area centrale delle Alpi (ovvero l’arco alpino), il “Programma per lo Spazio Alpino” comprende anche le pianure circostanti — incluse alcune importanti aree metropolitane (come Monaco di Baviera, ad esempio, ed inoltre Vienna, Lubiana, Milano, Lione e Zurigo) — e copre una superficie di 390.000 kmq, con una popolazione di 70 milioni di persone.
Ha un segretariato permanente con sede a Innsbruck ed una filiale a Bolzano.
7. STRATEGIA MACRO-REGIONALE. Visto che l’UE deve ridefinire se stessa (a causa della crisi globale) e prepararsi per i prossimi 7 anni (ovvero concepire il piano 2014-2020 della politica di coesione), prendiamo atto che si sta imponendo un nuovo approccio operativo, che nel gergo dell’UE viene chiamato “Strategia Macro-regionale”.
Essa viene definita come “un quadro integrato che possa meglio consentire all’Unione Europea ed agli Stati-membri di individuare le esigenze e di allocare in modo migliore le risorse disponibili”.
La “Strategia Macro-regionale” è un primo passo per uscire dalla pianificazione centralizzata ed attuare una programmazione decentrata.
L’Unione Europea ha già due “Strategie Macro-regionali”: quella per la regione del Mar Baltico (approvata dal Consiglio Europeo nel Giugno del 2009) e quella per la regione del Danubio (Dicembre 2010).
I lavori per poter sviluppare una “Strategia Macro-regionale” per le Alpi sono stati effettuati nel 2009 dall’”Arge Alp” — e mirano a coinvolgere 40 regioni di 7 paesi diversi, con una popolazione di 50 milioni di persone.
VERSO UNA “STRATEGIA MACRO-REGIONALE” PER LE ALPI
Nel Maggio del 2010 è stata firmata una dichiarazione fra le regioni del Tirolo, Salisburgo, Vorarlberg, Sudtirolo, Trentino, Grigioni e Baviera.
I leaders regionali dell’”Arge Alp” hanno lavorato su questa strategia in occasione delle loro conferenze annuali [la 41a ad Eppan (Giugno 2010); la 42a a Zell am See (Luglio 2011); la 43a Bad Ragaz (Luglio 2012)].
In occasione dell’11a “Conferenza Alpina” (Brdo, Marzo 2011) è stato insediato un gruppo di lavoro [11] che ha sottoposto la sua relazione alla conferenza successiva (Poschiavo, Settembre 2012).
Il “Programma per lo Spazio Alpino” sta portando avanti una procedura (dal Maggio 2011) per convincere l’UE a deliberare una “Strategia Macro-regionale per le Alpi”, che consiste nell’elaborazione dei documenti (redatti da esperti esterni) che saranno alla base del dialogo fra le parti interessate.
Altre regioni si sono unite al Programma in occasione delle “Conferenze Alpine” di Bruxelles (Novembre 2011), di Grenoble (Gennaio 2012) e di Bad Ragaz (Luglio 2012) — ma anche della “Conferenza delle Regioni Alpine e degli Stati”, tenutasi per la celebrazione del 40° anniversario dell’”Arge Alp” a Innsbruck (Ottobre 2012).
Per le Alpi, il 2012 è stato un anno di ricerca e di dibattito e, di conseguenza, il network si è ampliato.
E’ stato definito l’ambito geografico della “Strategia Macro-regionale”, ne sono stati sviluppati i contenuti ed è stata esercitata tutta l’influenza possibile, sulle Istituzioni europee e sui Governi nazionali, per arrivare alla sua deliberazione.
L’Austria e la Francia si sono attivate per porre questa proposta all’attenzione del successivo “Consiglio Europeo”.
Un primo risultato visibile è previsto a Primavera, quando le parti interessate terranno una conferenza relativa allo “Spazio Alpino” (21 Febbraio 2013 a Milano).
I tre obiettivi della “Strategia Macro-regionale per le Alpi”, concordati a Bad Ragaz, sono:
> La promozione dell’innovazione e della competitività nell’area.
> Le strategie comuni per l’acqua, l’energia, l’agricoltura, la silvicoltura, l’ambiente ed il clima.
> Lo sviluppo di soluzioni riguardo l’aumento del traffico transalpino e l’accessibilità alle regioni di montagna isolate.
In conclusione, si è visto che la “Strategia Macro-regionale per le Alpi” offre una cornice “che consente la collaborazione di tutti i livelli essenziali dei Governi e delle Amministrazioni locali”.
In realtà questa governance multi-livellare è già attiva.
Visto che le Alpi e le pianure circostanti sono una parte relativamente prospera dell’Europa, non sorprende che, considerando la crisi mondiale ed europea, i leaders regionali abbiano posto grande attenzione alla tutela dei risultati raggiunti da queste regioni.
Conseguentemente, hanno deciso che questa tutela debba essere l’obiettivo principale della “carta” di Bad Ragaz.
D’altra parte, la CIPRA e la “Conferenza Alpina” si stanno impegnando perché i loro risultati, culminati nella “Convenzione Alpina”, non vengano diluiti e che la Commissione Europea non cerchi di gestire l’ingestibile.
Tutti i protagonisti, inoltre, sono preoccupati di come sarà distribuito il denaro nel periodo 2014-2020.
Per illustrare questo processo riportiamo, a seguire, tre opinioni:
Luciano Caveri, ex-Presidente della Valle d’Aosta: “la macroregione alpina è un passo che va oltre la Convenzione Alpina ed i fondi dell’UE: le regioni cominceranno ad aver voce“.
Un comunicato stampa della CIPRA: “La trasformazione della “Convenzione Alpina” nella “Strategia Macro-regionale per le Alpi” deve ora essere rafforzata. I valori acquisiti per mezzo di questo Trattato Internazionale devono essere applicati come standard minimo per la protezione e lo sviluppo sostenibile della regione alpina … E’ necessaria una nuova solidarietà fra le regioni dell’arco alpino e le aree metropolitane delle regioni che circondano le Alpi “.
Johannes Hahn, commissario Ue per la politica regionale: “Le regioni alpine hanno acquisito una lunga esperienza di lavoro in comune e hanno alcune fra le migliori e consolidate amministrazioni europee. Sono in grado di portare avanti da soli qualsiasi nuova forma di cooperazione che le coinvolga. Non c’è alcun bisogno di dare un ruolo formale alla Commissione Europea “.[18]
TENDENZE CHE MODELLANO IL PROCESSO MACRO-REGIONALE
LA NECESSITA’ DI TENERE IN EQUILIBRIO I SISTEMI ECOLOGICI, NELLA TURBOLENZA DEI NOSTRI GIORNI
La necessità di tenere in equilibrio i fragili ecosistemi alpini è (ed è stata) una delle più forti ragioni per la cooperazione e l’integrazione regionale.
L’attuale crisi sistemica globale, inoltre, porta grandi turbolenze (instabilità politica, insicurezza economica .….) che non possono che fortificare questa necessità.
Conseguentemente, nel mondo che sta emergendo dalla crisi, non basta far affidamento sui processi esistenti. Crediamo nella necessità di metodi e soluzioni completamente nuovi, provenienti da un’intensificata consapevolezza.
L’ARCO ALPINO E’ MODELLATO DALLA SUA STORIA
Il 1919 ha visto lo smantellamento dell’Impero Asburgico che aveva avuto origine ad Asburgo, in Svizzera, e che si ampliò successivamente a diverse regioni dell’arco alpino (Baden-Württemberg, Vorarlberg, Tirolo, Slovenia, Lombardia, Franche-Compté).
L’Impero trasferì poi il suo centro politico in Austria (dopo che gli svizzeri riuscirono a liberarsi), diventando la principale potenza dell’Europa Orientale (Austria-Ungheria), fornendo la maggior parte degli imperatori tedeschi — a partire dalla fine della dinastia degli Staufer e fino al termine del Reich.
Nel 1919 il Südtirol fu dato all’Italia, con il Trattato di Saint-Germain.
Poiché l’Austria, dopo la 2a Guerra Mondiale, era in una posizione di maggior debolezza rispetto all’Italia, il Sudtirolo rimase con quest’ultima, fatto che bloccò la realizzazione dell’autonomia che era stata contrattata.
La situazione peggiorò con il ricorso al terrorismo (con il “possibile” coinvolgimento della cosiddetta “Gladio”) e fu risolta nel 1972 attraverso i continui negoziati e la pressione internazionale sul Governo italiano.
I leader regionali, che hanno dovuto rinunciare alla riunificazione all’interno dell’Austria, hanno però raggiunto l’unificazione del Tirolo nell’ambito dell’Europaregion.
La dinamica della soluzione al lungo conflitto ha fatto di questa regione il motore dell’integrazione alpina.
L’UNIONE EUROPEA VA AL DI LA DEI SUOI CONFINI
L’Unione Europea, come entità politica, ha dei confini ben definiti, ma questi vengono superati sia dalla sua politica di coesione che dalle sue strategie macro-regionali, che includono molte regioni che non fanno parte dell’UE.
Questo è senz’altro vero per le “Strategie Macro-regionali” tutt’ora esistenti (le regioni del Mar Baltico e del Danubio), ma anche nelle Alpi ci sono Stati come la Svizzera ed il Liechtenstein che sono parti integranti e proattive di tutte i networks alpini, i quali traggono da queste presenze una forza supplementare.
LA PRESSIONE PER STRUTTURE PIU’ FEDERALI E DECENTRATE
Le numerose frontiere, le piccole dimensioni dell’Austria e della Svizzera, ma anche alcune specifiche questioni che devono pur essere risolte, spingono i leaders regionali ad agire come “Capi di Stato”, con una propria rete di “relazioni esterne”.
Questa tendenza è incoraggiata dalle strutture federali/decentrate di Svizzera, Germania, Austria ed Italia. Il sistema politico più federale e più a “democrazia diretta” è la Svizzera, dove ai Cantoni viene permessa una “piccola politica estera” (kleine Außenpolitik).
Svizzera, Germania ed Austria hanno una seconda Camera Parlamentare, i cui membri sono nominati dai Länder/Cantoni.
In Italia è in atto un processo per convertire la Costituzione in una di tipo federale, ma il sistema è stato comunque decentrato. Negli ultimi anni le Regioni Autonome trattengono il 90% delle loro entrate fiscali.
In Francia c’è una pressione crescente perché ci si muova in questa direzione, come si può vedere dal potenziamento del suo network alpino.
LA PROSPERITA’ DELLE REGIONI ALPINE
Le Alpi sono costituite da alcune regioni europee con una struttura economica relativamente omogenea, dovuta ad un ambiente naturale anch’esso relativamente omogeneo.
Tipiche di quest’area non sono le grandi produzioni di massa, ma l’innovazione tecnologica che passa attraverso le Università ed i networks di industrie di medie dimensioni.
Molti fattori hanno contribuito a questa prosperità: la stabilità politica (ed il conseguente afflusso di capitali), la forza che deriva dal dover superare delle sfide “naturali”, la posizione al centro dell’Europa ed infine delle specifiche condizioni storico-politiche.
Tutto ciò ha portato l’Italia e la Germania ad alcune situazioni nell’ambito delle quali i leader delle regioni settentrionali italiane e di quelle meridionali tedesche hanno contraddetto i rispettivi Governi nazionali.
L’italiana “Lega Nord” e la “CSU” bavarese sono molto diverse nei loro programmi politici, ma sono molto simili su questo punto, e danno continui mal di testa ai loro rispettivi Governi nazionali.
[ …..]
Christel Hahn
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Note:
[1] Source : PressEurop, 03/07/2012
[2] Sources : Arge Alp, 29/07/2012 ; Arge Alp, 29/07/2012
[3] I am using here the English names for states, but for the regions I stay with the genuine or the German name.
[4] Geschichte der österreichischen Bundesländer seit 1945, Liebe auf den zweiten Blick von Herbert Dachs, Ernst Hanisch und Robert Kriechbaumer von Böhlau, Wien 1998
[5] 40th anniversary of Arge Alp, see video
[9] Source : Alpine-Space.eu
[10] Source : Alpine-Space.eu
[11] Source : Alpine Convention
[12] Source : Alpine-Space.eu
[13] Source : Bayerisches Staatsministerium für Umwelt und Gesundheit
[14] Source: Alpine-Space.eu
[18] Source : Alpine-Space.eu
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Link Originale: https://www.leap2020.net/etats-nations-europe-regions-et-macro-regions-le-retour-des-habsbourg-christel-hahn/?lang=en
Scelto e tradotto da Franco
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