L’apparente apertura di Jorge Bergoglio alla possibilità per i preti di sposarsi – in particolare anche quelli della Curia romana, vedremo se solo dopo una certa età… – mi lascia interdetto [Lucio Dalla ne “L’anno che verrà” mica diceva fesserie, anzi, vedasi oltre]. Agli albori della Chiesa effettivamente tutti i preti potevano sposarsi, era permesso a certe condizioni, fino a Concilio di Trento. Poi, ufficialmente per mantenere la perfetta continenza, una volta presi i sacramenti si decise di passare al celibato sacerdotale, che non è quindi un dogma e quindi sembra tecnicamente superabile.
La verità secondo lo scrivente è molto più terra terra, soprattutto a livello di Curia romana, dove si concentra il vero ed enorme potere ecclesiastico, da millenni. Va infatti ricordato come lo Stato Pontificio nei secoli si sia cimentato in innumerevoli conflitti armati, sulla base di spicciolo potere temporale, dell’arricchimento materiale e per l’ampliamento dei propri territori confusi con la propria difesa, a vantaggio materiale delle nobiltà papaline. Utilizzando addirittura l’arma della tassazione, imposta alle genti residenti nello Stato Papale (vedasi il caso del pane azzimo, teoricamente impuro per decomposizione interna – l’ostia è pane senza sale – in realtà un’occasione per imporre tasse sul pane; da ciò si dice nacque l’escamotage ideato dalla popolazione dell’Italia centrale [Umbria] per sottrarsi all’imposta sul pane salato decretata nel 1540 da Paolo III – lo stesso che autorizzò la fondazione dei Gesuiti di Ignazio di Loyola -, in un mix di compromessi, interessi e dogmi applicati a strattoni). Una innata tendenza al potere appunto temporale dello Stato Pontificio per diversi secoli, di molto sospetta, non precisamente qualcosa di cui andare fieri per uno Stato che dovrebbe rappresentare il messaggio di pace cristiano in Terra che dite? (…).
Il Papato per secoli ebbe un esercito che si cimentò in diverse guerre, non solo difensive. Il vero lavaggio della coscienza nel paese che ospita il Soglio di Pietro avvenne solo con la breccia di Porta Pia, quando lo Stato Pontificio terminò la connessione col potere temporale statale, “permettendo” finalmente alla Curia di occuparsi delle anime.
Storicamente il fatto di non potere sposarsi era più propriamente collegato alla necessità non tanto della continenza quanto a non avere l’opzione di potere lasciare eredi, a cui fare appunto ereditare potere, denaro e privilegi. Il fatto di separare il nesso di sangue dalla carriera ecclesiastica per secoli ridusse drasticamente la possibilità di tramandare direttamente il potere personale soprattutto curiale, sebbene le famiglie di appartenenza, quasi sempre le stesse, rivaleggiavano ferocemente per far eleggere i loro Papi, un surrogato alla discendenza di sangue.
Cadute le nobili famigliari papaline, restano le caste (anche) in Vaticano, che per definizione fino ad oggi si sono rigenerate solo con la comunanza di idee. Tale fattualità si può condensare nel detto storico “Papa che muore sceglie Papa che vive“, a meno di eventi traumatici. In effetti la frattura di tale faglia ideale tra i Papati ed i loro indirizzi da tramandare – non i loro averi, di norma – sulla base di una salutare lentezza in ogni cambiamento (fonte di estrema resilienza), si è evidenziata dopo secoli con l’ultimo Papa italiano, Giovanni Paolo I, secondo molti – compreso il sottoscritto – un vero Santo. Dalla morte certamente improvvisa – e molto dubbia – del Papa del Sorriso si è passati forzatamente a Papi geopolitici non italiani: prima Giovanni Paolo II e poi, via traghettamento di Benedetto XVI costretto a dimettersi per gravi motivi (e rischi per la Chiesa che il Papa tedesco ha paventato ma non enunciato), si è passati ad un altro Papa con ideali addirittura più globalisti che geostrategici, appunto Papa Francesco. Con l’ “aggravante” – permettetemi – di essere pure passati per una lesa Maestà nei confronti del ruolo di Vicario di Cristo in terra, vedasi due Papi tecnicamente facenti funzione, fatto mai successo in duemila anni (…).
Oggi il primo Papa gesuita della storia, il cd. Papa nero, l’argentino Jorge Bergoglio, è al soglio di Pietro, proveniente da un Ordine – come ebbe a dire Umberto Eco – che per tre volte venne scomunicato ed altrettante venne reintegrato nella famiglia cattolica. Proprio tale Papa (gesuita) sta oggi paventando la ricongiunzione del vincolo di sangue nella Chiesa permettendo ai preti di sposarsi e, di conserva, avere figli. E dunque di tramandare quanto possibile a livello personale.
Anche Nostradamus temeva il Papa Nero (vedasi LINK)
Curioso: proprio oggi, momento storico senza precedenti nella storia in cui la lotta tra le elites globaliste – lo zerovirgolaqulcosa della popolazione, ossia gente che ha accumulato immani patrimoni – e il restante 99%+ del popolo che invece fa fatica ad arrivare a fine mese è al calor bianco, un Papa (gesuita) sembra voler avallare la possibilità anche nella Chiesa di sposarsi ed avere figli, ossia di poter dunque tramandare averi, potere e privilegi alla propria progenie. Guarda caso andando anche a livello cattolico verso una casta curiale tramandata, verrebbe da dire come da desiderio dei globalisti in altri ambiti [ma sempre di potere si tratta]. Pensandoci bene, è proprio lo stesso desiderata dei suddetti globalisti: rendere eterno il loro privilegio ossia consolidare ad aeternum gli interessi dello zerovirgolaqualcosa della popolazione e/o della Curia, al diavolo la democrazia ed il voto popolare. Facendo in modo di non permettere che nessuno dal basso possa mettere in discussione i privilegi di casta della cuspide….
Esiste il partito dei Gesuiti?
Sono sicuro che cogliete la “linea” di pensiero che sto cercando di evidenziare.
Faccio presente che chi scrive, cristiano, è pur sempre un fervente sostenitore dello spirito animale di Adam Smith, che premia il merito di chi si impegna, rischia, lavora e costruisce valore, anche per la società oltre che per sè stesso. In una parola, meritocrazia (che è il contrario di tramandare la casta e/o il potere con il sangue invece che col merito). Infatti se il sistema venisse “blindato” dai globalisti impedendo a chiunque sia fuori dalle elites di avere successo, questo significherebbe che per la massa non sarebbe più possibile concretizzare il disegno di crescita dal basso. Ossia Adam Smith lo potremmo cancellare assieme all’ascensore sociale che guarda caso si è già fermato da tempo (…).
Jorge Bergoglio, il Papa Gesuita, felice di ospitare in Vaticano il paladino dei sovranisti, Donald J. Trump
Per tutto quanto sopra lo scrivente è purtroppo scettico rispetto all’intento di Jorge Bergoglio di permettere ai sacerdoti di sposarsi. Fa pensare che proprio un Papa gesuita di fatto possa avallare potenzialmente la conservazione delle caste al potere anche nella Chiesa, in aggiunta ad una certa dose di ipocrisia che mi duole rilevare nell’accoglienza a tutti i costi e senza di fatto limiti dei diseredati migranti da ospitare in seno a società cristiane a cui culturalmente non appartengono,implicando un unicum nella storia, l’assenza di difesa dei confini, una primizia millenaria, con la casuale, innegabile conseguenza di cancellare ogni minaccia “dal basso” per il potere concentratissimo detenuto dalle elites al potere (…, forse tutto torna?).
Mai come oggi abbiamo bisogno più che della Provvidenza, direttamente dello Spirito Santo (sperando di evitare – per il bene di tutti- che venga tirato in ballo per cose terrene l’Arcangelo Michele, quello riconosciuto dai Cristiani, dagli Ebrei e dall’Islam).
Mitt Dolcino
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