Alan Dershowitz per The Hill
Il voto della Camera, volto a fissare le procedure per un possibile impeachment del Presidente Trump (con due Democratici che si sono opposti e nessun Repubblicano a favore), rappresenta esattamente quello che Alexander Hamilton temeva, nel discutere le disposizioni sull’impeachment da inserire in Costituzione.
Hamilton aveva avvertito di un grande pericolo: che la decisione di portare avanti l’impeachment “potesse essere regolata più dalla forza comparativa delle parti che dalle reali dimostrazioni d’innocenza o di colpa”.
Temeva che gli strumenti dell’impeachment potessero essere esercitati dalle “fazioni più astute o semplicemente più numerose”, senza la “necessaria neutralità nei confronti di coloro la cui condotta sarebbe stata oggetto di voto”.
È come se questo “padre fondatore” avesse guardato dall’alto il voto della Camera dei Rappresentanti — che ha appena approvato le regole per l’indagine sull’impeachment di Trump — per poi descrivere quello che è accaduto.
L’impeachment è uno strumento straordinario da utilizzare solo quando non vengono soddisfatti determinati criteri costituzionali. Questi criteri sono assolutamente limitati ed includono solo “tradimento, corruzione o altri gravi reati”.
Secondo Hamilton, dovevano essere “di natura politica e con la proprietà peculiare di riferirsi principalmente ai danni subiti dalla società stessa”.
L’uso del termine “politico” è stato ampiamente frainteso nel corso della storia. Non significa che il “processo d’impeachment e rimozione” debba essere “politico” nel senso di “partigiano”.
Hamilton, infatti, definì nettamente la natura dei “crimini costituzionali”, insistendo sul fatto che il “processo d’impeachment e rimozione” dovesse essere scrupolosamente “neutrale e non di parte”.
Pertanto, nessun impeachment dovrebbe essere portato avanti senza il sostegno bipartisan.
Si tratta di un ordinamento decisamente “elevato” per la nostra epoca, caratterizzata da una politica iperpartitica, in cui la lealtà verso il Partito lascia poco spazio alla neutralità.
I sostenitori della risoluzione votata dalla Camera sostengono che questa si riferisce alle sole procedure — non è una dichiarazione d’innocenza o di colpevolezza — e che ulteriori indagini potrebbero convincere alcuni Repubblicani ad anteporre il “principio” al “Partito” — e quindi a votare per l’impeachment, mentre alcuni Democratici potrebbero votare contro.
Tutto questo è possibile, ma il voto della Camera [sulle procedure] rende estremamente improbabile qualsiasi forma di neutralità.
Non importa quanto approfondita sarà l’indagine, non importa ciò che dovesse scoprire ….. quasi tutti i Democratici voteranno per l’impeachment e quasi tutti i Repubblicani voteranno contro di esso.
Tuttavia, un voto di parte negherebbe in re ipsa la legittimità costituzionale dell’impeachment.
Fu per timore della partigianeria della Camera che i Legislatori lasciarono al Senato la decisione definitiva sulla rimozione.
I Legislatori credettero che il Senato — che al momento della stesura della Costituzione non era eletto dal popolo — potesse essere meno di parte e comportarsi, di conseguenza, un po’ più da Giudice.
L’inserimento di un ulteriore elemento giudiziario — il Presidente della Corte Suprema presiede il “processo di rimozione” del Presidente in carica — dimostra il desiderio dei Legislatori di fare giustizia senza alcun riguardo al Partito o alla persona.
Tuttavia, in entrambi i precedenti “processi di rimozione”, quelli dei Presidenti Johnson e Clinton, la Giustizia svolse un ruolo meramente simbolico.
Se il Presidente Trump fosse messo sotto accusa, è certamente possibile che i suoi avvocati chiedano al Giudice Supremo, John Roberts, di svolgere un ruolo più sostanziale.
Se le ragioni dell’impeachment delineati dalla Camera includessero criteri quali la “cattiva amministrazione”, i suoi avvocati potrebbero chiedere al Giudice Supremo di respingere le accuse perché incostituzionali.
Dopotutto, i Legislatori la respinsero esplicitamente come motivo d’”impeachment e rimozione”.
James Madison, il padre della nostra Costituzione, sosteneva che criteri troppo ampi avrebbero conferito al Congresso un potere troppo grande nella rimozione di un Presidente debitamente eletto.
Temeva che avrebbero trasformato la nostra Repubblica in una Democrazia con il Presidente asservito al Parlamento, potendo essere rimosso con un semplice “voto di sfiducia”.
Quante volte abbiamo sentito dire dai Democratici, riferendosi al Presidente Trump, che “nessuno è al di sopra della Legge”?
Questo è vero, ma giova sottolineare che nemmeno il Congresso è al di sopra della Legge. Non può sostituire i propri criteri a quelli previsti dalla Costituzione.
Il voto della Camera per stabilire le procedure è stato un atto costituzionalmente necessario.
Ma la palese partigianeria suggerisce che potrebbe essere all’orizzonte quello che Alexander Hamilton considerava il pericolo più grande — un voto basato non su “reali dimostrazioni d’innocenza o di colpa”, ma piuttosto sulla “forza comparata dei Partiti”.
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Link Originale: https://thehill.com/opinion/judiciary/468483-a-partisan-impeachment-vote-is-exactly-what-the-framers-feared
Scelto e tradotto da Franco
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