Vi voglio lasciare con l’assurdo questo week end. Leggo oggi che la Procura di Milano apre un fascicolo per valutare il rispetto dell’interesse pubblico sull’ILVA, ormai in chiusura da parte dei francesi. Forse non avete capito ma l’ILVA chiuderà a fine anno. E se chiude l’ILVA questo peserà per almeno 1% di PIL, in discesa naturalmente. Con enormi impatti sull’occupazione del sud e non solo. Ossia tale chiusura, studiata nei tempi in modo maniacale da parte di una azienda francese (Arcelor), manderà l’Italia in recessione…
Ecco dunque che la Procura di Milano, quella che si occupa spesso di reati economici, si è improvvisamente attivata: per vostra informazione è la stessa procura da cui scaturì Tangentopoli, un processo alla prima Repubblica che oggi abbiamo capito porto’ come eredità un attentato al benessere economico nazionale conducendo in breve alla svendita del Paese ex IRI, anche Francesco Saverio Borrelli nelle sue memorie disse che “non ne valeva la pena” (chi scrive considera malissimo l’operato di Borrelli, ndr). E’ pure la stessa Procura da dove proveniva Diego Curtò, che incassando una tangente, assieme alla moglie Antonia Di Pietro, fece indebitamente fallire Montedison poi venduta ai francesi di EDF, ossia direttamente al ministero della difesa di Parigi (il giudice Curtò fu condannato a scontare la pena in cella singola e TV a colori, pur avendo “nascosto qualcosa”, ossia permanendo il dubbio che il pagamento della stecca fosse stato effettuato da un conto di una banca svizzera, filiale di un gruppo francese ormai sparito, magari normalmente usata dai servizi segreti d’oltralpe, …). Ed è anche la medesima procura dove operava come procuratore ai tempi della acquisizione di Edison un soggetto che era casualmente cugino di un famoso giurista che fu Direttore dell’Ufficio Legale di Edison S.p.a. ai tempi dell’acquisizione francese, stesso cognome. Sì, Milano è anche la procura che non scarcerò l’ex presidente dell’ENI Cagliari, determinandone il “suicidio” in carcere, curioso che il giudice in questione sia uno di quelli coinvolti nelle indagini su Finmeccanica degli ultimi 5-6 anni ; oltre ad essere la stessa Procura che indagò l’on. Lupi durante il repulisti dei berluscones cattolici milanesi che fece da corollario al 2011, facendolo di fatto uscire dalla politica per un reato – con indagini congiunte, udite bene, con la procura di Firenze dove sempre casualmente lavora/lavorava la moglie di un famoso procuratore di Milano – che poi si scoprì non aveva commesso in quanto “avevano interpretato male le intercettazioni“.
Bene, questa stessa procura ora indagherà su ILVA, siamo felici di questo, finalmente, siamo davvero curiosi di capire cosa verrà fuori. Non conoscendo gli atti resta solo da chiedersi quale sia l’interesse nazionale che verrà indagato… (esisterà?)
Infatti ciò che andrebbe valutata è la casualità: nel 2012 vennero attivate casualmente con Monti al governo denunce vecchie di lustri sull’inquinamento dell’ILVA, casualmente proprio post golpe del 2011 contro l’Italia, memento i risolini Merkel+Sarkozy post mortem di Gheddafi, quello con la mamma italiana (almeno Gheddafi aveva la mamma italiana, importanti soggetti politici nordisti sembrano ce l’abbiano invece tedesca, …). E facendo un enorme piacere a ThyssenKrupp, la stessa dell’incendio di Torino rimasto impunito, che aveva sbagliato (Krupp) ai tempi a costruire un enorme polo produttivo in un sito umido in Brasile e dunque stava fallendo, infatti nel 2012 fu salvata dall’aumento del prezzo dell’acciaio determinato proprio dal blocco del sito Riva di Taranto. Ci fu un attacco franco-tedesco, ai tempi, a danno dell’Italia, inutile nasconderlo (anche Arcelor è una azienda francese, MAI dimenticarlo).
Nel 2012 venne annientata una dinastia industriale italiana, quella dei Riva, con un modus operandi molto ma molto simile all’annientamento dei Gardini nel 1994 con l’attacco a Enimont e poi Montedison (vedasi anche la morte di Emilio Riva), ossia per via giudiziaria. E con un cambio di passo della magistratura di un tempismo impressionante, cause ferme da lustri in procura – e nel caso infondate come per il fallimento Montedison inopinatamente decretato da Curto’ – vennero improvvisamente impugnate dalla magistratura con risultati drammatici. Senza dimenticare la sempre casuale esplosione dello scandalo Ilva ceduta alla francese Arcelor e poi chiusa in contemporanea alla cessione di FCA ai francesi di Peugeot, che guarda caso chiuderà gli impianti italiani – si dice – ossia cancellando uno tra i principali clienti di acciaio di Ilva in Italia (FCA)…. Nessuno nega l’inquinamento di Taranto, che sia chiaro: alla fine è questione di scelta, cambiare lentamente il sistema industriale chiaramente inquinante o chiudere l’apparato industriale cancellando enorme occupazione ed anche distruggendo la filiera industriale del Paese? Nel mezzo ci sono enormi mancanze dello Stato, soprattutto a Taranto (…), senza – faccio notare – una vera e pianificata riconversione industriale, mai iniziata.
Forse la Procura di Milano vuole indagare i giudici di Taranto, i cui ranghi vennero rinforzati con soggetti esterni appena prima della decisione del 2012 di bloccare il sito di Taranto? O magari la procura di Milano vuole indagare sul perchè fino al 2012 nessuno si sia mosso per bloccare il sito produttivo di Taranto per inquinamento… O i giudici milanesi vogliono capire perchè nessuno prima del 2012 ebbe il coraggio di bloccare un’azienda come l’ILVA che rappresentava e rappresenta almeno l’1% del PIL nazionale oltre che la colonna vertebrale del sistema che industriale nazionale con l’acciaio da minerale e non da rottame? E che con tale PIL si pagano anche gli stipendi dei giudici? O vuole indagare la Francia, che da decenni attinge al benessere industriale ed imprenditoriale italiano?
Mi viene il dubbio che i giudici di Milano alla fine vogliano solo capire la stessa cosa che interessa tutti gli italiani: perchè le loro pensioni future non verranno pagate integralmente, causa crack dell’Italia… troppo tardi per porre rimedio ormai (forse i giudici milanesi scopriranno che parti della magistratura sono state corresponsabili della debacle economica nazionale? Ah, a saperlo….)
Dunque ben venga l’indagine su Ilva e sui “mancati interessi nazionali”. Sarebbe bello finalmente che un’indagine importante sugli interessi di Stato arrivasse in fondo senza essere fermata prima. Almeno capiremo se esistono ancora gli interessi nazionali!
Bescapè insegna. Basta solo che i giudici capiscano che se l’Italia farà crack anche le loro grasse pensioni non verranno pagate.
Mitt Dolcino
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