Ogni tanto mi stupisco di come gli italiani si facciano abbindolare dai media. Pensano – nel caso, permettetemi, vedasi oltre, alcuni “italopitechi” – di essere furbi, evidentemente. Che lo siano davvero non spetta a me dirlo. Io posso, come massimo, evidenziare la realtà dei fatti e l’assurdità della situazione. Lascio a voi trarre le conclusioni del caso.
Or dunque, è vero che l’inquinamento uccide, anche in Italia. Parimenti, non bisogna accettare di farsi uccidere per il lavoro e per lo sviluppo industriale, sebbene in passato spesso sia successo. Ossia bisogna evitare di farsi avvelenare per il lavoro – come ad esempio succede in Cina, dove molte produzioni qui illegali, là sono legali, vedasi i pannelli fotovoltaici al silicio, che inquinano immensamente -.
I perbenisti i diranno che è l’evoluzione del mondo,orima inquinavamo noi, oggi tocca alla Cina. Sì, ma quando noi crescevamo non vendevamo i nostri prodotti ai cinesi, o forse sbagli? Appunto, i perbenisti possono dire così fin tanto che hanno la pancia piena e le loro pensioni pagate alla fine di ogni mese; quando avranno fame e resteranno senza pensione temo cambieranno di opinione. Meglio sarebbe programmare per bene lo sviluppo industriale di ogni paese, anche relativamente ai propri partners commerciali, che dite? Sta di fatto che l’ILVA rappresenta un esempio di sviluppo economico macchiato all’inquinamento ambientale, dove la gente muore di cancro a causa dell’incidenza dei tumori. E forse, aggiungo io, anche a causa di una sanità non all’altezza, ad esempio se paragonata al nord Italia dove – forse – l’inquinamento è ben maggiore (e nessuno o quasi lo dice) ma si muore di meno a causa di una sanità che ti tiene in vita più a lungo. A pegno di quali sofferenze – e di quali costi per il Sistema Sanitario Nazionale – nessuno lo dice…
Sto forse esagerando? Fate voi, leggete oltre e mi direte..
E qui vi propongo un collage di immagini e titoli di articoli. Faccio presente che i dati del registro tumori nazionale non sembrano accessibili ai privati (non li ho trovati, se qualcuno riesce a trovarli prego spedirceli, …), sembra sia necessario farne richiesta come audience autorizzata e ritengo specializzata (…).
Forse tali dati sono difficile da reperire nella loro interezza perchè potrebbero svelare segreti indicibili? Come ad esempio che magari più del 50% dei casi di tumore in zone prealpine italiane di persone sotto i 40 anni di età sono state contratte da soggetti che non hanno mai fumato una sigaretta? (una siffatta contingenza, che purtroppo non sono stato in grado di verificare, mi è stata paventata tra le righe durante una conversazione con l’oncologa che ha seguito gli ultimi giorni di vita di mio padre, perito per un tumore polmonare, appunto…). Ah, a saperlo….
Anche il primo partito di zona, la Lega, ben sapeva….
Sta di fatto che una seria meditazione sul significato dello sviluppo industriale dell’Italia del III. millennio sarebbe auspicabile, alla luce della necessità di trovare un equilibrio tra sviluppo industriale, crescita economica interna e dei paesi partners commerciali e salute pubblica.
Certo, a leggere i dati di Brescia dove le diossine sembrano aver raggiunto un livello anche 1’000 volte superiore a quello di Taranto senza che nessuno, nemmeno i leghisti, avessero chiesto la chiusura delle attività industriali locali, fa davvero pensare. Soprattutto oggi che un bella fetta di Italia afferma che l’Ilva va chiusa a tutti i costi causa inquinamento, lasciando a casa decine di migliaia di famiglia (…).
Chissà allora a Brescia cosa bisognerebbe fare, bisognerebbe deindustrializzarla per tagliare l’inquonamento? Anche perchè sembra che l’inquinamento bresciano non derivi solo dalla Caffaro – che è vicina al centro della Città – purtroppo…
Parimenti bisognerebbe meditare sul fatto che in Cina vengono permessi inquinamenti massivi, sacrificando la salute pubblica dei lavoratori cinesi sull’altare del benessere che scaturisce dall’export di prodotti che poi vengono consumati da coloro che nel caso deindustrializzano, senza pensare che magari l’acciaio cinese importato in sostituzione alla produzione dell’Ilva inquina più di quello di Taranto. Ma che forse uccide anche di più….
Resto dunque allibito dalla parzialità e dalla scelleratezza dei discorsi mediatici sulla chiusura dell’ex Ilva di Taranto causa inquinamento. O meglio, a questo punto se la ragione della chiusura dell’Ilva è che inquina ed uccide, allora dovremmo deindustrializzare quanto meno il bresciano se non mezza Pianura Padana.
O Sbaglio?
Mitt Dolcino
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