Mike “Mish” Shedlock
Quasi un quarto delle aziende tedesche che producono in Cina sta abbandonando il paese — e quelle statunitensi dovrebbero fare altrettanto.
L’indagine annuale condotta sulle 526 aziende tedesche ha rilevato che il 23% ha già deciso di ritirarsi in toto o in parte dal paese, o sta prendendo in considerazione questa possibilità.
Un terzo di queste società ha pianificato di lasciare completamente la Cina. Le altre hanno affermato che trasferiranno parte del business e della produzione altrove, soprattutto nei paesi asiatici a basso costo.
Delle aziende che hanno deciso di andarsene del tutto, o che stanno pensando di farlo, il 71% ha puntato il dito contro l’aumento dei costi di produzione, in particolare quelli per il lavoro.
I partecipanti al sondaggio hanno anche affermato di avere una visione piuttosto “cupa” del futuro, attribuendo il loro pessimismo al rallentamento dell’economia cinese e alle continue tensioni commerciali con Washington.
La guerra commerciale USA-Cina ha influenzato direttamente o indirettamente l’83% degli intervistati.
Le aziende tedesche in Cina hanno affermato che le loro principali sfide sono legate agli ostacoli per l’accesso al mercato, alle incertezze legali e ai requisiti per i trasferimenti tecnologici.
Oltre un terzo degli intervistati ha dichiarato che gli sforzi di Pechino per “livellare il campo di gioco” alle società straniere sono “insufficienti”.
Parità di condizioni
Fra le principali lamentele che Trump ha espresso contro la Cina, la parità delle condizioni e il furto di tecnologia sono assolutamente corrette.
Ma non aspettatevi risultati da un accordo commerciale raffazzonato.
Futuro oscuro
Dan Harris del “China Law Blog” ha scritto su come si fa a condurre affari con le aziende cinesi, in particolare quando vedono davanti a loro un futuro oscuro [https://www.chinalawblog.com/2019/11/how-to-conduct-business-with-chinese-companies-that-see-a-dark-future.html].
È il miglior articolo sull’argomento che abbia mai letto. Harris ha affermato che:
“la Cina di oggi è molto simile alla Russia degli anni ’90. I miei clienti avevano stretto degli accordi di lungo termine con alcune società russe, che però quasi sempre andarono a male perché quest’ultime ‘arraffavano’ tutto il denaro disponibile e poi sparivano”.
La stessa cosa sta accadendo oggi in Cina:
“Ho l’impressione che molte società cinesi siano pessimiste riguardo il loro futuro e agiscano di conseguenza. I nostri avvocati cinesi ne vedendo le prove dappertutto”.
“Praticamente, ogni settimana uno dei nostri avvocati cinesi riceve una e-mail o una telefonata da qualcuno che aveva acquistato prodotti dalla Cina senza ricevere nulla in cambio — o, a volte, niente di simile a ciò che aveva effettivamente ordinato”.
L’invio di “spazzatura” al posto del prodotto acquistato si è diffuso a quasi tutti i settori. Ordinare dai siti online comunemente ritenuti affidabili non fornisce alcuna protezione.
Il senso di tutto questo
• Queste cose accadono spesso quando si ha a che fare con aziende cinesi che vogliono vendere qualcosa all’estero prima di chiudere e scomparire. Pensate solo ai profitti derivanti da tre vendite da 350.000 usd/cad per le quali inviano o niente o un pessimo prodotto. Ora, immaginatevi l’incentivo che hanno le aziende manifatturiere cinesi a “vendere il niente” alle compagnie straniere, prima (o subito dopo) di chiudere definitivamente le porte.
• Spesso, la società cinese che commette la frode non esiste nemmeno. Non è registrata in nessuna parte della Cina o, se è registrata come una vera azienda, lo è per qualcosa come ad esempio la “riparazione delle cucine”, e non per la produzione di un qualsiasi prodotto che ha venduto.
• Questi truffatori sono intelligenti e ci sono buoni motivi per cui spendono soldi per inviare qualcosa invece che niente. Perché diranno, inizialmente, di voler rimediare al problema, guadagnando tempo. L’invio di prodotti, anche se davvero scadenti, ha meno probabilità di comportare accuse penali rispetto al mancato invio. Possono dire alla polizia di aver inviato il prodotto ordinato e non è colpa loro se gli americani/gli europei/gli australiani sono così esigenti.
Prendi i soldi e scappa
Ci sarebbe un senso, ovviamente, anche se fosse sempre stata una truffa.
E ce ne sarebbe uno anche se pensassero che stanno per perdere l’affare a vantaggio di un qualche concorrente di un altro paese. Cercherebbero di rubare tutto quello che possono dall’ultimo affare.
Truffe sui marchi
Harris parla anche delle truffe sui marchi.
Le aziende cinesi si appropriano del vostro prodotto e del vostro marchio per il mercato interno, se voi non lo avete fatto per primi. Dopodiché, vi faranno causa per averlo usato. Harris ha scritto che:
“Se la vostra fabbrica cinese non è convinta [di continuare a produrre per voi], può fabbricare i vostri prodotti per altri tre anni. Sa che può fare più soldi realizzandoli per sé stessa e vendendoli ovunque sia possibile. Nell’ultimo anno sempre più aziende straniere sono venute da noi, dopo che il produttore cinese aveva “rubato il prodotto” (assieme alla proprietà intellettuale), senza averne mai realizzato nemmeno uno per loro”.
I dazi non risolveranno il problema
I dazi non risolveranno il problema.
I paragrafi precedenti hanno spiegato perché i dazi hanno peggiorato le cose [sono aumentate le truffe].
E non aspettatevi nemmeno che un accordo commerciale possa fare molto per il furto della proprietà intellettuale.
Cosa fare?
Per oltre un anno, un amico ha continuato a chiedermi: “cosa faresti al riguardo?”.
La mia risposta, allora come oggi, è: “niente”.
Non è una questione che Trump possa risolvere. Le aziende devono decidere autonomamente se valga la pena fare affari con la Cina.
Alcune delle aziende più grandi, come Boeing e Apple, non sviluppano alcuna tecnologia critica in Cina. Altri che ci hanno provato potrebbero avere, o stanno già avendo, enormi rimpianti.
Un maledetto pezzo di carta firmato da Xi e Trump non servirà a niente.
Manifestare il dissenso
Le società tedesche hanno deciso di gettare la spugna.
E’ questo è l’unico modo per risolvere il problema, perché è l’unico che può costringere la Cina a cambiare.
Se la Cina vuol fare affari con gli Stati Uniti e con la Germania, il problema si risolverà. In caso contrario, sono le aziende che devono decidere, a livello individuale, se il gioco vale la candela.
Disastro tariffario
Nel frattempo, i dazi di Trump sono stati un disastro.
Le esportazioni statunitensi in Cina sono diminuite molto più delle importazioni. In particolare, sono stati penalizzati gli agricoltori statunitensi.
Nemmeno le società siderurgiche statunitensi ne hanno beneficiato. Chi vuole, può dare un’occhiata qui: Trump Tariffs Help Sink US Steel: Investigating a Trump “Big Win”.
È iniziata una recessione globale e — come nel caso delle tariffe Smoot-Hawley nella Grande Depressione (solo su scala molto più ridotta) — i dazi ai cinesi hanno peggiorato le cose.
Tanto dolore e nessun guadagno
I dazi di Trump hanno portato molto dolore e nessun guadagno.
Resta il fatto che sono una tassa sia per i consumatori che per le imprese che hanno bisogno d’importare.
Comprendere il deficit commerciale
Molti problemi di oggi hanno le loro radici nel 1971.
Sul perché i dazi non possono riparare il deficit commerciale, date un’occhiata qui: Nixon Shock, the Reserve Currency Curse, and a Pending Dollar Crisis.
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Link originale: https://moneymaven.io/mishtalk/economics/german-firms-abandon-china-us-firms-should-do-the-same-kDI4vOGB0U-78MI8gXlRbQ/
Scelto e tradotto da Franco
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