Redazione:
Una notizia apparentemente secondaria negli schemi proposti dai media mainstream, ma in realtà gravida di conseguenze: Kalifa Haftar è volato in Grecia per accordarsi con Atene, recentemente cooptata dagli USA quale baluardo NATO verso l’Europa.
Haftar fu il Colonnello che tradì Gheddafi nelle vicende relative al bombardamento USA del 1986. Non volle mai tornare in Libya e si mise sotto protezione americana in svariati paesi africani. Dal 1996 al 2007 andò negli USA dove visse protetto nei pressi della base CIA di Langley, Virginia. Dal 2007 lo rivediamo in Libya, nei prodromi dell’elezione di Barack Obama.
Uomo vicino a Hillary Clinton, si sospetta un suo coinvolgimento anche nella morte dell’Ambasciatore Stevens, quest’ultimo ben conscio — si suppone, come capocentro CIA nel Paese — dei traffici di armi verso la Siria per favorire la nascente ISIS, con armi libiche (e oro di Gheddafi, poi sparito nel nulla).
Sempre legato agli USA, sfuggente e mai allineato, approfittò della volontà francese di sostituirsi all’ENI, salvo essere sfidato dall’interno da Al Serraj, di etnia turca, candidato dall’ONU a governare la Libya — vicino a quel Ghessam Salamè, ex rettore dell’Università Science Po’ di Parigi, cui successe l’ex Primo Ministro italiano Enrico Letta (non a caso, secondo molti …).
Oggi G. Salamè è l’inviato speciale dell’ONU in Libya, dopo le tenenze fallimentari di due padsdaran filo EU tedeschi (uno in realtà spagnolo, ma legatissimo alla Germania: un vero avatar tedesco, B. Leon).
Definire il quadro con precisione è assai difficile, ma sembra chiaro che le mosse preventive USA per armare Atene (si vedano le svariate visite di Pompeo e dei massimi ranghi militari d’oltreoceano, oltre che dello stesso Sergio Mattarella in veste pro-USA, ruolo ormai inusuale per il primo Presidente della Repubblica siciliano …) contro le ingerenze turche nell’area siano da collegare alla volontà di arginare — speriamo non fomentare — il caos nell’area.
Non è ancora arrivato il momento dei grandi eventi, evidentemente.
Certo è che gli USA, da sempre vicinissimi ad ENI nelle sue avventure petrolifere nel medio e vicino Oriente, abbiamo cambiato “cavallo” a fronte di un governo italiano diventato incredibilmente filo Pechino (…).
Da qui il possibile scambio di figurine, “tu mi lasci operare in Iraq e Siria, io ti dò in cambio la Libya visto che l’Italia ormai sta con Pechino“. Viene da pensare che questo equilibrio sia altamente instabile e tendente all’implosione, vedremo.
Forse, la visita di Haftar ad Atene è frutto di quello che ancora non è accaduto ma che potrebbe accadere, a tempo debito.
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Haftar va in Grecia ad incontrare il PM Mitsotakis
Theodore Karaoulanis per EURACTIV.gr
Il Primo Ministro Greco Kyriakos Mitsotakis ha criticato con notevole durezza la decisione della Germania di non invitare la Grecia al vertice di domenica 19 gennaio, che si terrà a Berlino sulla crisi libica.
Ha detto che ne aveva già parlato con la Cancelliera tedesca Angela Merkel e che lo avrebbe fatto ancora oggi.
Mitsotakis ha avvertito che, se il Memorandum of Understanding (MoU) fra Turchia e Libia sulle “zone marittime” non venisse revocato, la Grecia respingerebbe qualsiasi soluzione che verrà proposta per risolvere la crisi libica — mettendo il veto in seno al Consiglio dell’UE sugli Affari Esteri.
Prima di recarsi in Germania, il Gen. Khalifa Haftar — leader dell’Esercito Nazionale Libico con base a Tobruk — sarà oggi ad Atene (17 gennaio) per incontrare il Primo Ministro Greco e il Ministro degli Esteri Nikos Dendias.
Per ragioni di sicurezza, l’atterraggio dell’aereo di Haftar è avvenuto ieri sera con estrema segretezza e, subito dopo, si è tenuto un incontro privato fra il Generale e Dendias in un hotel di Atene. Oggi, infine, Haftar vedrà Mitsotakis.
Dendias ha detto che: “Abbiamo avuto una lunga conversazione con il Gen. Haftar su tutte le questioni: la conferenza di Berlino, la situazione in Libia e in tutta la regione. Vogliamo il cessate il fuoco, l’evacuazione dei mercenari e la cancellazione dei memorandum illegali”.
Dendias ha aggiunto che la Grecia è pronta fin da domani ad aiutare la Libia, “con tutte le sue forze”, contribuendo a monitorare il “cessate il fuoco” e l’embargo sulle armi: “Tutto questo è un contributo al futuro del popolo libico. Vogliamo che sia un moderno paese democratico”.
All’inizio di questa settimana Haftar si era opposto alla decisione di Berlino di non invitare la Grecia — respingendo, ritenendolo illegale, il “protocollo d’intesa” firmato fra la Turchia e il Governo di Accordo Nazionale di Faiez el-Serraj sostenuto dalle Nazioni Unite.
Berlino ha affermato di non poter rivelare in pubblico la ragione per cui la Grecia non sia stata invitata alla Conferenza, il cui obiettivo principale sarà quello di mettere fine al conflitto libico attraverso l’embargo sulle armi ed il “cessate il fuoco”.
La Commissione Europea, che parteciperà alla Conferenza, ha ammesso che è stata Berlino a fissare l’”ordine del giorno”.
Nel frattempo, a seguito di una domanda della corrispondente francese di EURACTIV, un Portavoce del Governo Francese ha ribadito l’opposizione di Parigi al “protocollo d’intesa”.
Sulla questione, Atene sembra far molto affidamento su Parigi, considerando che il Presidente Emmanuel Macron è stato l’unico leader dell’UE a sostenere pubblicamente la Grecia sia a livello NATO che a livello UE.
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Link Originale: https://www.euractiv.com/section/all/short_news/athens-libyas-haftar-in-greece-to-meet-mitsotakis/
Redazionale di Mitt, traduzione di Franco
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