Redazione: Se c’è una cosa di cui non abbiamo bisogno è che qualcuno venga a descriverci la situazione politica italiana: la conosciamo benissimo.
Ma l’opinione di un grande e seguitissimo columnist come Tom Luongo può essere utile per sapere cosa si pensa dell’Italia nei paesi anglosassoni, al di là delle correnti contumelie.
L’autore bisogna prenderlo per quello che è. Grandi intuizioni e qualche ingenuità. Ma ci dice alcune cose di grande interesse, assieme ad altre che non condividiamo — ad esempio certe singolari agiografie.
Quanto alla “performance art” del Parlamento Italiano, il pulpito di Luongo è decisamente quello giusto, visto che ha descritto il Parlamento Britannico in occasione della Brexit e quello Statunitense in occasione dell’impeachment di Trump!
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Tom Luongo
L’Italia è da sempre un buon teatro politico. Ricordo un mio amico, anni fa (quando ero interessato più alla poesia che alla politica), che diceva: “Tom, sul serio, ti stai perdendo qualcosa, il Parlamento italiano è meglio della TV via cavo”.
E, ai primi tempi della “reality TV”, aveva probabilmente ragione.
Quella grande tradizione del Governo Italiano di essere più vicino alla “performance art” piuttosto che alle politiche pubbliche continua ancora oggi.
Sto facendo un po’ lo spiritoso, è vero, nonostante questo gioco sia mortalmente serio.
L’Italia è il fulcro dei grandi sogni della “Gente di Davos”, volti al dominio sociale ed economico globale. Quindi, ciò che accade politicamente nel Belpaese è di vitale importanza per il resto del mondo.
E, visto che il meeting annuale di quegli aspiranti “sovrani mondiali” sta avendo luogo proprio ora, a Davos, è normale che si stiano verificando dei cambiamenti nel panorama politico (sempre fluido) dell’Italia.
Dal crollo del “Governo Populista” lo scorso agosto — quando il Leghista Matteo Salvini cercò di forzare una nuova elezione che avrebbe vinto in carrozza — la situazione a Roma è rimasta tesa, per non dire altro.
Il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha tradito Salvini pur di restare al potere, stringendo un accordo con i globalisti Democratici (PD). Ma Di Maio ha tradito molto di più che il suo ex compagno di coalizione.
Perché, per il M5S, il motivo principale della sua esistenza era quello di opporsi all’ulteriore sottomissione di Roma a Bruxelles e all’Unione Europea.
Ha tradito la “sinistra tradizionale” Italiana che l’aveva votato abbandonando il PD, che negli ultimi decenni l’aveva data per scontata.
Analogamente ai Democratici negli Stati Uniti e ai Laburisti nel Regno Unito — che davano per scontato il “voto sindacale”, pensando che non sarebbe mai andato ai “conservatori” — il PD si è lasciato quelle persone alle spalle per perseguire un’ulteriore integrazione nell’UE.
Parlare a quelle (ma anche alle altre) persone era lo scopo del M5S. È stato il motivo per cui ha ottenuto quasi il 35% dei voti alle elezioni del marzo 2018.
È per questo che il Presidente Sergio Mattarella sciolse il Parlamento all’inizio di quell’anno, per prevenire un aumento ancora maggiore di entrambi i Partiti populisti, M5S e Lega.
Quando l’M5S ha tradito la Lega per stringere un accordo con il PD, dissi che quel Governo non sarebbe durato.
Che i numeri dei Cinquestelle sarebbero diminuiti, che quelli della Lega si sarebbero fermati e che la Coalizione sarebbe lentamente caduta nelle mani delle “forze globaliste” dell’establishment politico italiano, che ne avrebbero ripreso il controllo.
Oggi siamo davanti a questi numeri — 10-17 Jan. ’20 [http://europeelects.eu/italy]:
LEGA-ID: 32%
PD-S&D: 20%
M5S-NI: 15%
FdI-ECR: 11%
FI-EPP: 8%
Inoltre, avevo detto che Di Maio avrebbe finito con il trovarsi nella stessa posizione di un altro “riformatore”, dopo che aveva tradito il suo paese nel 2015: il greco Alexis Tsipras.
Per ricordarlo a tutti, Tsipras è ora fuori dai giochi ed è una delle persone più odiate in Grecia. Così totale fu la svendita del popolo greco, che a luglio è tornato al potere un Governo di centrodestra.
Oggi Di Maio non è più a capo del M5S ed il Movimento è in subbuglio. Resta come Ministro degli Esteri solo perché ha svenduto il suo Paese e il suo Partito.
Il suo lavoro è finito e, quando l’opposizione tornerà al potere, l’M5S affonderà nell’irrilevanza. Sta flirtando con il temuto baratro del 16% che, una volta infranto, sarà il segnale che il popolo lo ha lasciato.
L’oscuramento del M5S ha avuto un suo costo. In questo frangente ha perso quasi 20 Deputati. Gli ultimi tre (metà dicembre) sono passati alla Lega.
Ora la coalizione è aggrappata ad una maggioranza di 5 seggi e l’opposizione sta diventando irrequieta. E’ il voto di questo fine settimana nella culla del comunismo italiano, l’Emilia Romagna, che sta spingendo l’attuale Governo sull’orlo della crisi.
Con Di Maio che accusa apertamente Salvini di aver corrotto i Senatori perché lasciassero l’M5S, il dramma sta raggiungendo livelli di falsità ed auto-illusione raramente visti al di fuori di Washington D.C.
Ad ottobre, la coalizione di centrodestra aveva ottenuto la vittoria in Umbria, un’altra ex roccaforte della sinistra. La presenza del M5S è ridotta quasi allo zero in Emilia Romagna — un sondaggio lo dà al 5% circa.
Se Salvini riuscisse a ottenere la vittoria in quella Regione, direbbe chiaramente che l’Italia è letteralmente “occupata” da questo Governo e quindi aumenterà la pressione sul Primo Ministro Giuseppe Conte [in realtà sul PdR] perché sciolga il Governo.
Ma Conte, registrato da un microfono “caldo”, aveva promesso alla Cancelliera tedesca Angela Merkel che avrebbe consegnato l’Italia a Bruxelles — e quindi resterà al potere il più a lungo possibile.
I sondaggi in Emilia Romagna dicono che fra i due gruppi sarà una lotta all’ultimo voto. Tuttavia, sembra di essere tornati ai tempi della Brexit e delle elezioni di Trump nel 2016.
I lavoratori della classe media Italiana continueranno a sfogare la loro rabbia e la loro frustrazione contro le élite Italiane sorde e cieche, oppure si lasceranno dominare dai vecchi pregiudizi?
Se le elezioni britanniche di dicembre fossero indicative del livello di malcontento in Europa, fra un paio di mesi non vorrei essere nei panni di Conte.
Perché le uniche cose che tengono insieme i mercati obbligazionari italiani sono la fragile coalizione di Roma e l’impegno della BCE a sostenere la valutazione del rischio all’interno dell’Eurozona.
E’ questo il motivo per cui il teatro politico italiano non è più uno spettacolo secondario, ma la principale attrazione dello show sull’implosione dell’Europa.
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Link Originale: https://tomluongo.me/2020/01/24/italy-slouches-towards-new-elections/
Scelto e tradotto da Franco
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