I tradimenti non portano voti, caro Salvini…
Sono disilluso ormai. Sebbene abbia mantenuto il silenzio nelle scorse settimane per non favorire la sinistra complice dell’EU tra il 2011 ed il 2017, quando ho visto il truce in Emilia suonare il campanello alle undici di sera ad una famiglia che lui aveva deciso fosse di un sospetto spacciatore, ovvero quando l’ho visto prendersela con un dislessico pro-sardine, ho capito che in Emilia il Salvini NON voleva vincere. Infatti ha vinto Bonaccini, un renziano. Precisamente la medesima cricca che durante le intercettazioni nel caso Palamara “beccava” il Lotti, come riportarono i media dei tempi, ad affermare che venivano da lui attinte informazioni sulle intenzioni di Salvini grazie alla supposta fidanzata di Salvini, la figlia di Verdini. Quasi un diavolo che si mangia la coda, di più, un cerchio (magico?). Sappiate che personalmente speravo comunque la sinistra non vincesse, una specie di miracolo non avvenuto…
Facciamo un po’ di ordine: se uno vuole vincere in Emilia deve prima di tutto evitare di suonare i campanelli la sera ai votanti decidendo che si tratta di uno spacciatore, ossia mostrando rispetto alla popolazione della Regione, sapoiamo infatti che è gente che ci tiene molto. E soprattutto non bisogna prendersela con un dislessico: fare questo nella civilissima Emilia corrisponde a perdere una buona parte dell’elettorato. Ossia, la logica mi dice che tali mosse sono state un suicidio politico, temo voluto da quanto grossolane sono state (ben sapendo che l’Emilia non è paragonabile alla Calabria come livello imprenditoriale e come tasse pagate, ossia anche come esigenze sistemiche dell’elettorato).
Come fonte mediatica, un giornale non nemico di Salvini, il milanese “Il Sussidiario”
Parallelamente, come al solito, durante la campagna elettorale non avete sentito da Salvini proferire nessuna parola sulle ricette economiche per uscire dalla crisi che attanaglia l’Italia danni. Tradotto, evidentemente non si vuole uscire dalla crisi. Ci vorrebbe infatti un drastico cambio di passo per modificare lo status quo e evidentemente Salvini NON lo vuole, il cambiamento, quello vero. Il cavallo di battaglia del Salvini restano i soliti migranti, una distrazione di massa, ossia ormai sappiamo tutti che non sono loro il vero problema italiano, intendo quello a breve ed a medio termine, al limite lopotranno essere nel lungo termine, quando però saremo già morti. Avete per caso sentito gli economisti leghisti dire qualcosa in riguardo a ricette economiche per salvare il paese ossia per abbassare le tasse ovveroper uscire dalla crisi? No eh..? L’unico che aveva elaborato una teoria valida, con la sua politeia, era Paolo Savona, poi ostracizzazto dagli stessi leghisti, evidentemente messi alle strette dall’establishment hanno preferito cedere e “vendersi allo status quo”, derubricando il progetto Savona.
Infatti – e qui sta il punto – senza uscire dall’euro NON è possibile abbassare le tasse, al limite si possono solo modificare le tasse, spostandole da una categoria all’altra, NON ridurle! Questo vi deve essere chiaro. E la Lega lo sa benissimo!
Mi sono reso conto che la Lega è ormai normalizzata, mentre i M5S si stanno estinguendo come da programma definito fin dalla nascita: erano nati per essere un kamikaze nelle istituzioni italiane e dunque stanno scomparendo, sono stati ingegnerizzati per fallire ossia come assembramento politico, nulla più. Ma almeno, proprio perchè destrutturati, impreparati e bisognosi di stipendio basico, non ambivano a molto. Ossia non erano diciamo esosi…
Un altro cabarettista della politica…
Ora in Emilia, ricordiamolo, ha vinto un renziano, Bonaccini. Ovvero Matteo Renzi, nella sua posizione, fa win-win: ci ha provato con Salvini col renzusconi, poi si è messo di mezzo Trump e gli USA hanno bloccato tutto a fine agosto scorso, dopo aver collaborato con Obama per abbattere l’attuale presidente USA Renzi NON può andare al governo. E dunque l’ex sindaco ha iniziato a fare il sommergibile, fa i suoi affari ma senza farsi vedere, poi mette una zampata qua ed una là, vedi il suo Bonaccini in Emilia, vedi la contropartita della nomina -passata sotto silenzio – dell’altro Renziano Ruffini all’Agenzia delle Entrate. E intanto piazza i suoi aspettando tempi migliori…
Sappiate che anche io ho amici a Roma, che non si fanno problemi a passare da Forza Italia, ai grillini, a ruoli nelle Istituzioni italiane. Alla fine è un lavoro, non bisogna formalizzarsi….
Avete capito spero, nulla è come sembra. Qui siamo al più classico dei doublespeak di orwelliana memoria, si dice che si vuole cambiare ma in realtà non lo si fa. Anche lato Lega e di quel che non resta del sovranismo vale lo stesso. Alla fine è un lavoro.
Volete un esempio plastico della presa in giro sovranista targata Salvini? Guardate il caso emblematico di Francesca Donato, presidente di EUREXIT (costei si presentava già con la Lega come indipendente nel 2014, per inciso). Dunque, il progetto EUREXIT era per uscire dall’euro. Poi, una volta eletta nella Lega l’anno scorso – a Strasburgo – abbiamo visto la Donato il cambio di direzione. Tanto che anche Marco Mori, che stimo, è arrivato a definirla una traditrice, su twitter. Guardate i fatti e avrete una idea compiuta della presa in giro 3D che state vivendo. Non commento oltre, se non che la Donato ormai fa coppia fissa con l’altro ex alfiere romano dell’uscita dall’euro, l’altro fenomeno della politica post-sovranista Antonio Maria Rinaldi.
Alla fine rendetevi conto di una semplice cosa: fare il parlamentare è un lavoro, anche ben remunerato. Ovvero NON una missione. Non stupitevi di quello che succede…
Sapete quale è il problema? Purtroppo oggi è diverso, il Paese sta affondando e questi ballano come se il Titanic non stesse affondando. Si, invece, sta il Titanic Italia affondando. Ed il conto lo pagherete voi, con tasse sempre più alte, pensioni sempre più basse e tarde, patrimoniali su chi ha poco ma NON nulla. E salvando invece i grandissimi capitali dalle imposizioni, ossia si torna ai tempi di Don Rodrigo, protetti ad esempio dalla legge sui reimpatriati, cd. sui Paperoni, o anche Legge Ronaldo voluta guarda caso da Renzi, quella ha permesso non necessariamente il tesseramento del calciatore luso a Torino ma anche e soprattutto l’accettazione popolare di una legge assurda (chi ha tanto paga nulla e chi ha poco paga moltissimo) che tra l’altro ha permesso di far rientrare a costo quasi zero un po’ di membri della famiglia torinese padrona del calcio italiano, tanto pagate voi per loro.
Alla fine sono solo lavoro e interessi, mai dimenticarlo (saremo anche l’ultimo dei mohicani, ma noi continuiamo a ritenere che dall’euro bisogna uscirne asap e con un piano preciso, che però oggi non c’è; ossia senza essere sbattuti fuori “dagli eventi”…).
Povera Italia!
Mitt Dolcino
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