Andrew Moran per Liberty Nation
La Casa Bianca ha cancellato con successo Giappone, Cina, Canada e Messico dall’elenco dei Trattati Commerciali da implementare.
Il prossimo paese sull’agenda è il Regno Unito. A prima vista sembrerebbe un Trattato facilmente raggiungibile in pochi giorni.
Ma, sfortunatamente, quella che poteva sembrare una situazione benigna si è improvvisamente trasformata in un episodio tragicomico che coinvolge simultaneamente un Primo Ministro ribelle e un’ex fidanzata piena di rancore che non ce la fa ad andarsene lasciandoti in pace.
Questo è ciò che succede quando i “pianificatori centrali” sovrintendono alla conclusione dei patti commerciali.
MNUCHIN SUL TRATTATO COMMERCIALE
Dopo più di tre anni in cui i Deputati britannici hanno giocato una partita a “ciapanò”, sembra che il Regno Unito stia finalmente saltando giù dalla nave che affonda, conosciuta con il nome di Unione Europea.
Il Primo Ministro Boris Johnson è pronto a mantenere la promessa sulla Brexit, che metterà fine alle manovre dei Remainers e consentirà a Westminster di passare ad altre questioni che riguardano gli Inglesi, compreso il commercio.
Il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha recentemente incontrato Sajid Javid, il Cancelliere dello Scacchiere britannico, confermando che Washington era “pronta a dedicare molte risorse” ad un patto commerciale da stringere entro l’anno, aggiungendo che il Presidente Donald Trump aveva posto il Regno Unito “in cima alla lista” per il 2020.
“Avevamo già detto che il nostro obiettivo – il vostro obiettivo – era quello di stringere entrambi gli accordi commerciali entro quest’anno. Dal punto di vista americano siamo pronti a dedicarvi molte risorse” — ha detto Mnuchin — “Visto che il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno economie molto simili, con una grande attenzione ai servizi, credo che questa nostra relazione possa diventare molto importante”.
Mnuchin ha comunque sottolineato alcune divergenze sul digitale, che costringerà gli Stati Uniti ad imporre una nuova sanzione che entrerà in vigore ad aprile.
Il Governo Britannico applicherà una tassa del 2% sui ricavi generati da motori di ricerca, social network e mercati digitali — ma Javid ha chiarito che il prelievo sarà solo temporaneo e durerà fino a quando non ci sarà un accordo globale che regoli la valanga dell’online.
Tuttavia, Mnuchin ha osservato che la nuova tassa è “discriminatoria”, “non appropriata” e “viola i nostri trattati fiscali”.
Ha anche minacciato d’imporre nuove tariffe sulle case automobilistiche britanniche, come strumento per incoraggiare l’Inghilterra a rinunciare all’imposta.
L’altro problema è la Huawei. Il Governo Britannico ha annunciato che è stato concesso alla Huawei di fornire parti della sua infrastruttura 5G, chiarendo che sono state inserite forti restrizioni per limitare possibili minacce alla sicurezza nazionale.
Il Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport (DCMS) ha confermato che alle imprese considerate “ad alto rischio” sarà vietato svolgere attività sulla rete 5G in aree sensibili, come ad esempio le basi militari e le centrali nucleari.
Questa decisione scatenerà un forte dispiacere negli Stati Uniti. L’Amministrazione aveva recentemente avvertito la Gran Bretagna che “sarebbe una follia” utilizzare la tecnologia Huawei nello sviluppo della rete 5G.
Il Senatore Lindsey Graham (R-SC) ha twittato che la decisione “potrebbe complicare notevolmente l’accordo di libero scambio USA-Regno Unito”, mentre l’ex Presidente della Camera Newt Gingrich l’ha definita “una grande sconfitta per gli Stati Uniti”.
Mark Angelides, Managing Editor di Liberty Nation ed estimatore del Regno Unito, ha definito la mossa “un’idea terribile”:
“Non tanto perché penso che la Cina possa utilizzare le piattaforme per spiare (cosa che comunque farà), e nemmeno perché danneggerà le nostre ‘relazioni di sicurezza’ con altri importanti soggetti (capiterà anche questo), ma perché sono scioccato dal fatto che la Gran Bretagna non abbia le capacità o le risorse per farlo da sé”.
E POI C’E’ L’UE
Come una rancorosa ex fidanzata che apparentemente non ce la fa a lasciarti in pace, l’Unione Europea continua a mettere il naso negli affari sovrani del Regno Unito.
Il Times ha svelato un “documento diplomatico interno” di Bruxelles, secondo cui l’organismo chiederà alla Corte di Giustizia Europea d’imporre l’applicazione dei termini dell’accordo commerciale sulla pesca e sulla sicurezza.
In sostanza, all’UE rimarrebbe il controllo dei diritti commerciali della Gran Bretagna, anche nel periodo post Brexit.
Fonti di Downing Street affermano che il Governo Johnson respingerà la proposta, conseguenza della nota parzialità della Corte Europea.
I Brexiteers, nel frattempo, stanno esortando il Primo Ministro a non partecipare nemmeno a questi negoziati respingendo semplicemente le richieste di Bruxelles.
Perché c’è questa sensazione che l’UE non lascerà mai andare via del tutto il Regno Unito? Anche fra 20, 30 e forse 50 anni, l’UE (se sarà ancora in circolazione) continuerà a reclamare indefessa il suo amore perduto!
È appropriato che Michel Barnier, capo-negoziatore UE sulla Brexit, si sia comportato come un ragazzino petulante affermando che Bruxelles “non potrà mai, mai e poi mai” compromettere l’integrità del Mercato Unico?
Era certo che il Regno Unito avrebbe affrontato il “giorno del giudizio” ritirandosi dall’UE:
“Lasciare l’UE, lasciare il Mercato Unico, lasciare l’Unione Doganale ….. è questa la scelta del Regno Unito ed avrà pesanti conseguenze. Quello che ho visto, in particolare nell’ultimo anno, è che molte di queste conseguenze siano state sottovalutate e mal spiegate alla gente del Regno Unito. Ora dobbiamo essere concreti ed affrontare la realtà”.
Questo tipo di allarmismo si è dispiegato costantemente prima, durante e dopo il circo della Brexit. Ma cos’è successo davvero?
Il tasso di occupazione, ad esempio, è il più alto da quando i dati vengono registrati [1971]. I salari sono cresciuti. Sono aumentati gli indici PMI ed anche le vendite di autoveicoli (3,4% su base annua). Anche la sterlina inglese ha reagito sorprendentemente bene.
L’unica tendenza deludente del Regno Unito è quella dell’industria manifatturiera — ma è la stessa cosa in tutto il mondo.
Ci era stato promesso, al contrario, che il Regno Unito si sarebbe metastatizzato in una terra desolata abitata da razzisti che mangiano “fish and chips” e che si ubriacano di birra nei pub assieme a Nigel Farage!
VIVERE SENZA L’UE
I Remainers non vorrebbero altro che il Governo Johnson litigasse con quello di Washington.
La sinistra britannica troverebbe piacevole vedere Londra incapace di ratificare accordi commerciali che possano avvantaggiare uno dei più grandi paesi del pianeta.
I media, forse, avrebbero colto l’opportunità per incolpare la Brexit anche nel caso ci fossero scandali che coinvolgessero Cina, Huawei e Gran Bretagna.
Indipendentemente da ciò che potrebbe accadere, il fatto rimane: il Regno Unito prosperava prima della nascita dell’UE e prospererà anche dopo essersi tolto la “bombetta” [tipico copricapo] rivolgendo un educato “cheerio” [ciao] al Blocco Commerciale.
Mentre, le persone contrarie alla Brexit, potranno continuare a cantare “Non posso vivere senza l’UE”
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Link Originale: https://www.libertynation.com/the-tragicomedy-of-the-uk-us-trade-deal/
Scelto e tradotto da Franco
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