Per confondere il volgo basta un semplice trucchetto: inondare i media di informazioni, vere e false, in una direzione giusta ed in altre forvianti. Lasciando dunque libero sfogo ai media i quali, fatti in gran parte di gente se non ignorante diciamo appunto “media”, ossia che ha come caratteristica peculiare – nella gran parte dei casi,fortunatamente non in tutti – quello di dover arrivare a fine mese, in un personalissimo delirio di onnipotenza scrive di tutto e di più, anche in buona fede, anche con il plauso dell’editore (…). Il risultato è che la gente non capisce più nulla. Quando lavoravo per una grande aziende facente parte di ministero straniero me lo dicevano ripetutamente, (in azienda) i “fessi” servono moltissimo, basta metterli nei posti giusti per lo scopo…
Si è detto anche che il virus derivi arrivi anche dai pipistrelli, che sono usati per una succulenta zuppa nel mondo cinese
Ora, sintetizziamo e filtriamo le informazioni ed i fatti.
- il coronavirus (COVID-19) è spesso pericoloso ma quasi solo per gli asiatici, i cinesi in particolare;
- questo a causa della presenza di un recettore, denominato ACE2, particolarmente numeroso nei polmoni della popolazione cinese ma presente in tutti gli organi, anche nel cuore, anche nel sistema cardiocircolatorio (…)
- Tale virus sembra aver legami nella struttura e negli effetti con virus precedenti, ad es. di peste suina avvenuta in Messico nel 2008-2009, con la SARS e anche con l’HIV, soprattutto negli esordi cuna una “cytokine storm“, che determina una patologia simil-influenzale molto forte, un po’ come durante la sieroconversione dell’HIV dentro il corpo dell’ospite di norma molti giorni dopo il contagio (…).
- il ceppo caucasico ha molti meno recettori ACE2 per cui, oltre alla minore mortalità, sembra esordire e passare come una semplice influenza
- gli occidentali sembrano anzi essere in grado serbatoi del virus, ossia anche degli untori se volete, che infettano coloro che hanno i recettori adatti per molti giorni
- il virus si manifesta dunque nella malattia conclamata, mortale sembra in circa il 10% dei casi (ma non si sa la vera proporzione in quanto il governo cinese tace sull’argomento), dopo anche 24 giorni dal contagio, potendo permettere la diffusione della malattia anche durante i molti dei giorni di incubazione
- il governo cinese non permette agli esperti americani di andare a Wuhan, ossia il ground zero, per le verifiche del caso
- è stato recentemente scoperto come addirittura siano possibili reinfezioni successive del virus (…), che quindi non dà immunità in quanto evolve, causando morte successiva per attacco cardiaco dopo l’indebolimento della prima guarigione, andando ad attaccare di nuovo i recettori ACE2 soprattutto nel cuore (…).
Morti per strada per coronavirus in Cina
Deriviamo quindi che gli occidentali in genere, se il virus non evolve, dovrebbero stare abbastanza tranquilli in termini di salute fisica. I cinesi invece restano a rischio, ovunque si trovino e forse a maggior ragione nell’occidente (detta meglio, i cinesi che si mettono volontariamente in quarantena ad es. a Prato rischiano di essersi messi autonomamente messi in disparte non per evitare di contaminare gli occidentali ma piuttosto per non venire contagiati dagli occidentali, che sono praticamente – molto spesso – immuni agli effetti patologici secondari gravi del coronavirus).
Come ben capite una peste del genere non può fare altro che spaventare a morte i cinesi, che infatti se ne stanno rintanati in casa – e rischiano di rimanerlo per mesi, con effetti devastanti per l’intero sistema economico globalista del tipo illustrato di seguito – sperando che il caldo della primavera faccia indebolire il virus (fra 2 mesi), visto che gli effetti ambientali sono di norma un killer per i virus, materialmente poco “protetti” fuori dall’ambiente dell’ospite.
Quello che non si considera nella ottusa e poco focalizzata cronaca proposta dai media, è che la Cina, vera fabbrica globalista a basso costi di prodotti e semilavorati, rifornisce mezzo mondo. Anche le industrie occidentali, soprattutto quelle. E dunque anche la Fiat in Serbia, che infatti deve chiudere perchè mancano i pezzi necessari per costruire le auto, pezzi che arrivano guarda caso dalla Cina e più specificatamente da Wuhan, dove gli abitanti stanno in casa bloccando le fabbriche (e qui capiamo perchè l’occupazione in stabilimenti automobilistici e di componentistica in Italia sia così bassa ed in costante discesa: direi perchè si assembla in Serbia con pezzi che vengono fatti in Cina, non in Italia, altro che la colpa della crisi italiana è degli italiani che non consumano ed evadono le tasse…).
Facile derivare le conseguenze per noi tutti noi, occidentali, di quanto sopra. Conseguenze – gravi – che non sono patologiche e di ssalute pubblica ma prima di tutto economiche, che lascio a voi derivare.
Come vedete il problema non è quello di essere spaventati dal coronavirus e dalla malattia correlata, soprattutto per gli occidentali, ma dai suoi effetti, soprattutto economici. Che quasi nessuno ha capito, nemmeno fra i giornalisti.
Gli unici che hanno anticipato il problema, spostando per tempo produzioni industriali a casa propria, sono gli USA. Che ancora una volta cadono in piedi…
Il vostro compito, di tutti noi, è capire le conseguenze personali di quanto accade in Cina, oggi; ossia dove si produce circa il 50% dei prodotti di consumo che vi circondano. Un dovere il vostro, fare i compiti a casa. Compiti che tutti devono fare, senza copiare o chiedere aiuto al vicino di banco: è vietato! quando la soluzione della propria esistenza è ormai diventata questione di salvamento personale, bisogna infatti essere persone cresciute per stare a questo mondo.
In effetti la situazione dell’EU ed in particolare dell’Italia, entità di grandi esportatori, è assolutamente da manuale. Soprattutto per l’Italia, paese senza statisti, con politici che la storia ci ha dimostrato mediamente non tirarsi indietro quando si tratta di prendere la stecca, con un familismo amorale diffuso soprattutto in politica, in un paese in crisi economica decennale. Paese per altro vecchio ed in depopolamento, che è sotto attacco economico di francesi e tedeschi che si stanno spartendo le sue aziende spesso per poi delocalizzarle o chiuderle, lasciando da pagare pensioni e debito a quelli che restano, sempre meno. E in tutto questo in presenza di abitanti italici che mediamente fanno poco o nulla per cercare di capire dove sta andandola barca, tanto meno per scegliersi un condottieroall’altezza, ho sentito gente di stirpe tedesca affermare che gli italiani pur in crisi continuano coi soliti spaghetti e mandolino (finchè dura…, mi è toccato dargli ragione), visto che in pochi sembrano sforzarsi per capire dove porterà domani i loro stessi figli.
Mitt Dolcino
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