Michael Curtis per The American Thinker
I terremoti politici sono rari, ma il risultato delle Elezioni Generali nella Repubblica d’Irlanda, l’8 febbraio 2020, ha stupito l’establishment politico per l’incredibile performance del Sinn Féin (Noi Stessi), l’ex ala politica dell’Esercito Repubblicano Irlandese, l’IRA.
Nonostante avesse presentato solo 42 candidati, il Sinn Féin (S.F.), ha vinto in 37 dei 160 “collegi elettorali” con il 24,5% dei voti, mentre Fine Gael (Tribù degli Irlandesi), il Partito del Primo Ministro Leo Varadkar, ha ottenuto 35 seggi e il 20,9% dei voti, mentre il Fianna Fáil (Soldati del Destino) ha ottenuto 38 seggi e il 22,2% dei voti.
S.F. aveva condotto una buona campagna elettorale con delle importanti proposte: le “case popolari”, il congelamento degli affitti, il miglioramento del sistema sanitario, l’aumento della spesa pubblica ed infine il cambiamento climatico.
Tuttavia, a prescindere dalla sincerità di queste promesse, il vero obiettivo dello S.F. continua ad essere l’unità dell’Irlanda attraverso un referendum.
S.F. è diventato un Partito importante nel Parlamento della Repubblica d’Irlanda ed è anche il secondo nell’Irlanda del Nord. E’ anche per questo che ha inserito l’unificazione dell’isola nella sua agenda politica.
Il risultato elettorale è stato deludente per il 41enne Primo Ministro Leo Varadkar, 41 anni, apertamente gay, di razza mista (indiano-irlandese), cresciuto come Cattolico e formato come medico.
Sotto il suo mandato l’Irlanda è cresciuta a grande velocità ed è vicina alla piena occupazione, dopo alcuni anni di austerità e di mancanza di alloggi a prezzi accessibili.
La sua controparte, nello S.F., è la Presidentessa del Partito, Mary Lou McDonald, 50 anni, personalità affascinante e buona oratrice, che aveva sostituito Gerry Adams (Presidente dal 1983), per lungo tempo “volto” dello S.F.
Nel 2018, Gerry Adams si era dimesso anche da Presidente dello S.F. dell’Irlanda del Nord.
Il Partito ha avuto un andamento brillante soprattutto fra gli elettori più giovani, che presumibilmente non hanno un ricordo personale delle drammatiche vicende del passato.
Lo S.F. ha ottenuto 1/3 del “voto giovane”, ma solo il 12% del “voto degli ultrasessantacinquenni”.
Come si fa a ripristinare la stabilità dopo un tale terremoto? Ci sono tre possibilità:
— La prima, anche se non è molto realistica, è che lo S.F. formi un “governo di minoranza”.
— La seconda è che venga convocata un’altra elezione, perché possa esserci un quadro politico più chiaro.
— La terza è che lo S.F. faccia parte di un “governo di coalizione” con uno degli altri due Partiti. Ma quest’opzione è già stata respinta per motivi politici, alla luce della memoria storica.
Al centro di tutto c’è una differenza fondamentale: lo S.F. della Repubblica d’Irlanda è l’unico Partito risolutamente impegnato a favore dell’unità dell’Irlanda.
È anche il Partito storicamente legato all’IRA: alcuni dei suoi membri, autodefinitisi “Continuity IRA”, avevano pianificato un attentato terroristico (usando un camion) il 31 gennaio 2020, il giorno della Brexit.
Le storie delle due entità politiche irlandesi sono molto diverse fra loro.
Il 10 aprile 1998 l’”Accordo del Venerdì Santo” pose fine a vent’anni di guerra civile — che era costata la vita di 3.600 persone nelle sei Contee dell’attuale Irlanda del Nord — ed anche, seppur non completamente, agli oltre duecento anni d’ostilità fra l’Irlanda (oggi Repubblica d’Irlanda) e la Gran Bretagna.
La lunga ostilità nacque dall’opposizione alla violenta repressione del popolo irlandese, che ebbe inizio nel XVI secolo e che si rafforzò dopo la conquista di Oliver Cromwell, nel 1649.
Nonostante il tempo passato, Cromwell è tutt’ora una figura molto più che odiata ….. per la sua brutalità, per i massacri di Drogheda e Wexford ed infine per le conseguenze della carestia [attribuita alle politiche agrarie imposte dagli Inglesi], che portò alla diffusione di malattie come la peste, alla decimazione della popolazione e alla distruzione delle infrastrutture economiche.
Il punto di partenza per risolvere questa montagna di problemi è la valutazione delle azioni presenti e future dello S.F., il Partito Nazionalista Radicale — fondato nel 1905 e rimodellatosi nel 1970.
Ricordando che il Partito è attivo sia nella Repubblica d’Irlanda che nell’Irlanda del Nord, due sono le sue caratteristiche principali:
— S.F. è il più radicale fra i Partiti Politici esistenti ed è sempre stato collegato all’IRA, l’Esercito Repubblicano Irlandese (che in passato ha avuto nomi diversi).
— A differenza degli altri Partiti lo S.F., fin dai suoi inizi — e al grido di “home rule” [autogoverno] — si è sempre opposto all’esistenza di un’entità politica separata [Irlanda del Nord] e di un qualsiasi Governo britannico sull’isola, chiedendo una sola Repubblica per tutta l’Irlanda.
Ciò premesso, negli anni ’80 il mainstream dello S.F. cominciò ad assumere una posizione più moderata, entrando a far parte del “sistema”, prendendo il suo posto in Parlamento, accettando il cessate il fuoco del 1994 e poi l’”Accordo del Venerdì Santo”, condividendo il potere nell’Irlanda del Nord, dopo essere entrato a far parte di una “coalizione di governo”.
Ma è ancora favorevole ad un referendum sull’unità dell’Irlanda: l’irriducibile “sentimento” dello S.F. è che l’Irlanda del Nord debba far parte della Repubblica Irlandese e non del Regno Unito.
Eppure, nonostante l’impatto dell’”Accordo del Venerdì Santo” e l’atmosfera generalmente pacifica che si respira dal 1988, le due comunità, Protestante e Cattolica, restano separate, se non totalmente divise, sia nelle scuole che nelle loro residenze.
Due sono i fatti pertinenti riguardo l’unificazione dell’Irlanda:
— Il primo è che la Repubblica ha 4,8 milioni di abitanti ed è per lo più Cattolica, mentre l’Irlanda del Nord ha 1,9 milioni di abitanti con la componente Cattolica che, per la prima volta, è più numerosa di quella Protestante.
— Il secondo è costituito dall’imprevedibile effetto della Brexit: la maggioranza, per lo più Cattolica, ha votato contro, mentre la minoranza, per lo più Protestante, ha votato a favore.
Ma le differenze sono evidenti anche su altri temi come l’aborto, la contraccezione, i diritti degli omosessuali, i cambiamenti costituzionali, la Bandiera, l’Inno Nazionale e la disparità economica.
Il Sinn Féin, comunque, non è più un “paria politico” e la sua leader, Mary Lou McDonald, ha una personalità formidabile, allo stesso tempo attraente e calorosa.
E’ la personificazione dell’approccio pacifico: non è più prigioniera del passato come il suo predecessore, Gerry Adams.
Ha rotto il duopolio Fianna Fáil/Fine Gael e ha rivendicato una carica politica, definendo “arroganti” i suoi rivali politici per averle negato un posto nel Governo Irlandese.
Tuttavia, considerando le notevoli differenze, è del tutto improbabile che nel prossimo futuro possa emergere un’Irlanda unita.
Il giorno l’unificazione arriverà — e quel momento sarà incredibilmente emozionante — ma, per ora, non c’è davvero alcuna possibilità.
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Link Originale: https://www.americanthinker.com/articles/2020/02/will_ireland_be_united.html
Scelto e tradotto da Franco
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La nostra opinione
Abbiamo difficoltà ad esprimerci sulla questione irlandese, ma non per timore di prendere posizione.
Il fatto è che le questioni sono a tal punto complesse, i morti così tanti, da sembrarci doveroso, senza una profonda conoscenza della situazione, lasciare spazio a chi ne sa più di noi.
Ciò premesso ci sembra, a volte, che la narrazione sia un po’ sbilanciata verso la parte cattolica (ovvero quella dell’unità irlandese). In altre parole, che non si senta parlare quasi mai delle ragioni della parte protestante dell’Irlanda del Nord.
A questo scopo, lo scrivente “riesuma” la traduzione di un articolo del 2013, tratto dallo Spiegel. Un articolo breve, asciutto, drammatico nella sua crudezza.
Lo spirito è ovviamente quello d’informare, di dare ai nostri lettori una visione plurale della situazione. Le conclusioni le lasciamo a chi legge.
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FLAG RIOTS IN IRLANDA DEL NORD: LA MANCANZA DI PROSPETTIVE INDUCE I GIOVANI ALLA VIOLENZA SETTARIA
Christoph Scheuermann per lo Spiegel On Line — 15 Gennaio 2013
Raymond Lavery stava raccontando di quanto fosse disordinata la situazione a Belfast, quando un forte scoppio, probabilmente un petardo, ha lacerato l’aria a pochi metri di distanza.
L’esplosione è stata così forte che qualsiasi persona normale avrebbe chinato la testa per ripararsi.
Ma Lavery non ha battuto ciglio. E’ rimasto in piedi, davanti ad uno dei molti muri della capitale nord-irlandese che separano i Cattolici dai Protestanti.
Questo 52enne lavora per la Inner East, un progetto di solidarietà per i ragazzi e le ragazze della parte Protestante del muro.
Il suo ufficio è vicino ad una delle strade dove i pallet di legno, i bidoni della spazzatura e le auto stanno bruciando da settimane.
“Tutto questo non è più soltanto per la bandiera”, ci ha detto.
Il 3 Dicembre 2012, il Consiglio Comunale di Belfast ha votato affinché la bandiera britannica non sventolasse più, ogni giorno, sul Municipio. D’ora in poi la “Union Jack” sarà esposta solo per le occasioni speciali.
I Protestanti hanno considerato questa decisione come un’altra sconfitta, inferta loro dalla sempre più forte comunità Cattolica della città — e così c’è voluto poco perché più di 1.000 Protestanti cominciassero a manifestare davanti al Municipio.
Lavery era fra di loro.
“La nostra bandiera sventola da 106 anni, perché la stanno mettendo via proprio adesso?”, si chiedeva camminando davanti a case che da tempo hanno dovuto sostituire i vetri con il plexiglass — un materiale-simbolo del conflitto.
Se volete sapere se siete in una potenziale “zona calda” di Belfast, basta che diate un’occhiata alle finestre.
PROSPETTIVE DISASTROSE
Lavery, che è cresciuto nella parte orientale della città, è abituato alla guerra, dopo aver vissuto per decenni in mezzo ai disordini fra i gruppi Protestanti, fedeli al Regno Unito, ed i gruppi Cattolici, che vogliono unirsi all’Irlanda.
Fino al 1980 ha combattuto dalla parte Protestante. Per questo gli hanno sparato due volte ed ha anche passato due anni in prigione.
La sua schiena porta le immagini tatuate dei personaggi storici della “Ulster Volunteer Force”, un gruppo paramilitare che attaccava i Cattolici, fin quando la loro lotta si è conclusa, sei anni fa (ufficialmente).
Dopo essere stato rilasciato dalla prigione, Lavery è diventato un Assistente Sociale.
Ora è alla guida di un progetto per i giovani. La maggior parte dei suoi assistiti, provenienti da famiglie in difficoltà, sono compresi fra i 12 ed i 25 anni.
“Molti di loro non potranno mai trovare un lavoro, nella loro vita” — ci racconta — “I giovani provenienti da famiglie operaie sono sempre più frustrati perché devono affrontare prospettive anche peggiori rispetto a quelle dei loro genitori”.
Ma la loro insoddisfazione si è trasformata in rabbia e violenza dopo la decisione del Consiglio Comunale sulla bandiera.
Lavery vorrebbe impedir loro di lanciare pietre e bombe incendiarie contro le case e le auto della polizia, ma il “richiamo della strada” è troppo forte. “Le rivolte sono più eccitanti”, ci ha detto.
Gli Assistenti Sociali hanno cominciato a marciare assieme ai giovani, incapaci di spegnere gli incendi, esattamente come i partiti politici protestanti, il Democratic Unionist Party (DUP) ed il Partito Unionista dell’Ulster (UUP).
Per molto tempo hanno convinto i loro elettori a comportarsi pacificamente, ma di recente hanno perso il sostegno della classe lavoratrice dei quartieri popolari.
E’ anche possibile che le vecchie forze protestanti, lealiste e paramilitari, stiano di nuovo agitandosi tra i giovani.
Il capo della polizia nord-irlandese ha affermato che l’”Ulster Volunteer Force” ha aiutato a confinare le proteste.
“Questa è una sciocchezza”, ha continuato Lavery, aggiungendo che la Polizia ha una parte di responsabilità per quanto accaduto nei disordini. Sostiene di aver visto un Poliziotto picchiare con il manganello un signore che manifestava pacificamente.
QUALCOSA IN CUI CREDERE
Una dozzina di manifestanti, essenzialmente dei giovani, si stanno congelando sotto la pioggia, davanti agli uffici del non-settario Alliance Party, che si trova sulla Upper Newtownards Road.
Sostengono che questo Partito sia responsabile, in parte, del disastro sulla bandiera, perché si è schierato con i Cattolici.
Fra di essi c’è Karl, un sedicenne che gli amici chiamano KD. Frequenta una scuola professionale, anche se spera di studiare sport se dovesse andare all’Università.
Ma in questo momento le cose non sembrano promettere molto. Sua madre lavora in un salone di bellezza ed egli non sa nemmeno chi sia suo padre.
KD è sconvolto dal fatto che la Union Jack non sventoli più sopra il Municipio: “Tutti hanno bisogno di qualcosa in cui credere”.
“Ed allora tu, a che cosa credi?”, gli abbiamo chiesto. “Alla Union Jack”, ci ha risposto.
Accanto a lui Aaron ha dei brividi di freddo. Il corpulento diciassettenne è l’unico della sua famiglia a guadagnare dei soldi, perché lavora come apprendista in una fabbrica di confezioni.
Non si è mai perso una dimostrazione, per poi postare i video su YouTube. Teme che i Cattolici, in Irlanda del Nord, possano diventare forti a tal punto che non potrebbe più esserci spazio, a breve termine, per i Protestanti: “Un giorno si prenderanno tutto”.
Dalle storie raccontate dai più anziani, i due ragazzi hanno appreso delle grandi inquietudini del passato, conosciute con l’appellativo di “The Troubles”.
Sono cresciuti con la consapevolezza che sarebbero stati puniti per la loro identità britannica. Il futuro è grigio, come il cielo sopra a Belfast ..… ma la bandiera britannica, almeno, offriva loro un senso di appartenenza.
Di notte, a Belfast, quando le barricate bruciano, i ragazzi come KD — e con l’età di Aaron — lanciano pietre e bombe molotov.
Queste immagini ricordano quelle del passato solo che, adesso, alcuni di quei ragazzi sono anche più giovani, a volte hanno solo 10 anni.
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Scelto e tradotto da Franco
Link originale andato smarrito. Ce ne scusiamo con gli autori.
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