Sabato sera, nel pieno della crisi da coronavirus, Giulio Tremonti in prima serata su Rete4, non a caso colui che fu l’unico italiano presente all’inaugurazione della Presidenza Trump, si è espresso in modo inequivocabile: “in situazioni di crisi lo stato deve essere autoritario, lo prevede la Costituzione. E le regioni devono eseguire“. Noi siamo totalmente d’accordo con Tremonti: se il coronavirus – come sembra – è diventata incredibilmente una crisi nazionale, è lo Stato che deve intervenire. Anche con l’esercito, come sta ben facendo.
In effetti la storia va raccontata dall’inizio: tutto parte con un virus che sembra circolare da novembre, fonte di ieri, ospedale Sacco di Milano, dott. Gismondi. Ma che è esploso poche settimane fa a seguito dei reiterati e vocianti reclami lombardi e veneti su supposte inadempienze statali nella gestione dei contagiati per coronavirus, contro l’odiato Conte a rappresentanza dell’odiato Governo attuale, vista da nord. Lasciamo perdere che fin dall’inizio della crisi sanitaria non è stato pienamente chiarito se le procedure di tripla conferma dei tamponi lato regionale, con verifica finale dell’ISS siano state seguite correttamete prima di considerare come tale un contagiato, questo fino a circa una decina di giorni fa.
Come la Svizzera fa i tamponi: Zingaretti non sarebbe stato testato in quanto asintomatico!
Lasciamo perdere – anche se forse non dovremmo – che l’Italia ha fatto screening di massa sui contagiati da virus mentre il resto del mondo se ne guardava (e se ne guarda) bene dal farlo. Il risultato è che, mentre nei paesi confinanti con l’Italia addirittura non si prescrivono tamponi coronavirus agli asintomatici (mentre in Italia si), alla fine la Penisola ha visto moltiplicare i casi mediaticamente esposti di contagio, ben oltre i livelli anche cinesi. Incredibile direi.
Il Vice governatore lombardo Sala “chiama” la segregazione economica per la Lombardia? Ossia tenersi il surplus di conto invece di versarlo allo Stato? Ho capito bene?
E qui inizia a sorgere un dubbio: chi poteva avere interesse a moltiplicare i casi dichiarati di contagio da coronavirus, soprattutto al nord? Lasciamo perdere il fatto che le percentuali cinesi di malati rispetti ai contagiati, circa il 3%, sia riferita ad un paese – appunto, la Cina – in cui non ci sono screening di massa per cercare i contagiati, ossia tale proporozione non sembra applicabile in Italia dove invece i contagiati, soprattutto a livello regionale, vengono addirittura “cercati”, come disse la prof.ssa Capua (in Italia la % di malati vs. contagiati dovrebbe essere molto inferiore alla Cina applicando gli stessi metodo cinesi di screening, ovvero nessuno screening in Cina; prova ne è che un contagiato come Zingaretti, a cui in Svizzera ad esempio nessuno avrebbe mai pensato di far fare un tampone in quanto asintomatico, se ne sta paciarotto a casa, a fare vacanza forzata).
Senza manopoera, chi lavora in Lombardia?
Or dunque va compreso il driver di cercare i contagiati a tutti i costi, soprattutto nelle Regioni del nord. Ben sapendo che nella stragrande maggioranza dei casi il virus causa al massimo una sindrome influenzale leggera; resta la follia, come ciliegina sulla torta, di considerare persone morte a 101 anni e degenti terminali in reparti oncologici come periti di coronavirus (…), anche questo è accaduto in Italia, oltre agli screening di massa.
E qui ci vengono in aiuto alcuni eventi assai significativi: ricordiamo infatti il vice del governatore leghista Fontana, quello che spaventava la gente mettendosi la mascherina in diretta (ora abbiamo capito…) a capo della Regione Lombardia, detto Fabrizio Sala, proporre circa una settimana fa di fatto la segregazione economica della Lombardia, che nel caso – si evince – si sarebbe dovuta tenere il surplus economico di bilancio di fatto segregando se stessa e le regioni del nord a lei contigue, materialmente una secessione economica che avrebbe dovuto coinvolgere Veneto, Lombardia e Piemonte, almeno in parte.
E qui le carte iniziano a fare scopa, a raffica: una parte del Piemonte, quello occidentale, sarebbe rimasta fuori dal perimetro, a nord-ovest di Torino, dando eventualmente la stura alle ambizioni francesi sulle aree interessate (cosa che sosteniamo da tempo). E l’Emilia Romagna non sarebbe rimasta off limits rispetto all’ipotetico piano in caso di una vittoria leghista alle scorse regionali, e qui iniziamo a capire gli sforzi leghisti per accaparrarsi a tutti i costi la regione rossa del PD alle elezioni di poche settimane fa.
Parimenti si allunga, lugubre, – comunque – l’ombra sei servizi segreti di qualche paese vicinale all’Italia ma da sempre nei fatti competitor se non direttamente nemico, ad es. la Francia, tra incidenti alla TAV ed acquisizioni di aziende alimentari in zona Codogno, che da secoli ambisce ad estendere il proprio territorio oltralpe. Tutti discorsi teorici ma che sembrano trovare un senso compiuto, almeno nel fine ultimo, come risposta al famoso cui prodest per il caos totamente assurdo nella genesi – se non per perseguire “altri fini” distruttivi – che abbiamo vissuto nelle scorse settimane. A supporto dell’ipotetico piano del Nord Italia “segregato”, a letto con l’asse EU, con l’euro come moneta e separato dal resto d’Italia.
Da qui a derivare un possibile – non ho detto probabile – collegamento tra la Lega filo-EU e pro-Euro ai poteri [a proprio supporto] dell’asse franco-tedesco per creare una enclave filo-EU quanto meno economica nella pianura padana, magari sacrificando allo scopo una parte del Piemonte occidentale concesso alla Francia, il passo sarebbe molto breve.
Chiaro, quanto sopra fino a prova contraria resta pura speculazione ipotetica, che a pensarci bene non risulta nemmeno troppo fantasiosa visto il tentativo materiale, nel caso sempre franco-tedesco, che abbiamo visto nella spinta reiterata per la frammentazione della Spagna separata dalla Catalogna, tentativo reso vano dall’opinione pubblica iberica che si è fermamente opposta all’ipotesi (guarda caso il catalano separatista Puidgemont è stato protetto dai tedeschi, ndr).
Renzi paventa il periodo più buio dell’Italia? O tenta di distaccarsi dall’opera omnia nordista della notte prima, tentativo letteralmente disassato da Giulio Tremonti?
Ultimo indizio è lo strano video di Matteo Renzi sul suo canale Facebook la scorsa domenica mattina, in cui l’ex sindaco lanciava allarmi generici e spaventosi per il coronavirus, alvo poi dissociarsi dopo quanto accaduto nella notte prima, con richieste di misure straordinarie per limitare il contagio ma con lo Stato: è proprio vero che alla fine i risultati non sempre vanno nella direzione sperata, addirittura i fatti fanno capire meglio di mille parole come per avere una strategia buona, affinchè vada in porto, ci vuole comunque uno stratega di spessore e non qualche inetto ed illetterato prestato alla politica (meno male che sono inetti, verrebbe da dire, nel caso …).
In ultimo il colpo di coda, sabato notte, quando hanno fatto scalpore non tanto le notizie fatte filtrare alla bisogna da Roma sul decreto che ha messo sotto tutela dell’esercito la Lombardia, con i blindati ai confini della zona rossa [che si dice verranno dispiegati nelle prossime 72 ore]; quanto piuttosto il tentativo della Lombardia quasi sovrana di superare lo Stato interfacciandosi direttamente, nel caso, con la CNN, sabato notte, attraverso il suo ufficio stampa all’uopo predisposto, con i Dem della CNN a fare un caos da cui nessuno più ha saputo comprenderci alcunchè: alla fine lo scontro in fieri che ha scaldato gli animi nel week end non è stato scoprire chi era stata la talpa xella CNN, quanto se qualcuno avesse realmente voluto avere ambizioni di Stato a se stante superando -cpme Regione – in velocità ed ufficialità Roma nelle comunicazioni ai media internazionali, che dite?
Senza parole: forse l’ultimo atto…
La triste conclusione dell’ipotetico e meramente illusorio nonchè esemplicativo piano testè presentato è che, comunque, nel caso, chi avesse magari ambito ai pieni poteri e alla segregazione economica del nord alla fine ha ricevuto la zona rossa ai confini della regione, blindati sul perimetro della zona di controllo e l’esercito dentro. Più attività dei carabinieri dentro le aree interessate che dobbiamo ancora decifrare nei fini. L’errore finale, o il colpo di genio, dipende da che parte lo si guarda, tutto sommato potrebbe essere stato far contagiare mediaticamente il capo di stato maggiore dell’esercito, gen. Farina, plenipotenziario USA in Italia, ex capo delle armate di terra della NATO in Europa (prima volta in assoluto da che esiste la NATO) con la sua squadra fresca di viaggio in Germania al summit dei generali 4 stelle con il gen. USA Hodges per attivare il piano Defender 2020: questa è stata forse la chiave di volta per convincere chi di dovere che si era andati troppo oltre. Si, perchè un conto è giocare in Italia, un altro è implicare per trame interne che tutti i comandanti di terra degli eserciti europei ed USA in particolare nel Vecchio Continente possano essere stati contagiati da un generale NATO ex capo Brunssum mentre ci si prepara alla sfida alla Russia: tale approccio non è concesso ne ammesso. Dunque lo scherzo è finito.
Anche Giorgia Meloni sta con la Costituzione
Alla fine di questa breve digressione, come avete capito meramente ipotetica – fino a prova contraria -, resterebbero nel caso gli autori da scoprire e, nel caso, punire, senza se e senza ma (a meno di un esilio volontario ma immediato): in ogni caso i Carabinieri, l’Arma, resta sempre e comunque il nume tutelare del Paese, a cui i militari dell’esercito finalmente rispondono, avendo un unico capo in tempo non di pace. Che poi sarebbe sempre il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. Farina.
In ogni caso vedremo le conseguenze del caos italico, possibilmente voluto, ora che l’esercito italiano è operativo nelle carceri e sul territorio per sedare eventuali sacche di criminalità ed intolleranza allo Stato.
Come diceva il nonno, non si può cavare sangue da una rapa.
MD
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