Da oggi in Veneto, camminando per strada o in coda al supermarket, si verrà testati sul COVID19 anche se asintomatici. Ovvero, mentre gli altri paesi europei evitano di fare test se non a chi ha sintomi conclamati, il Veneto, proprio mentre si vedeva un indebolimento del trend di contagi, vuole tenere alta la tensione andando contro gli indirizzi del ministero ossia dell’ISS. A questo punto è chiaro che c’è la volontà di tenere la tensione alta. Come mai succede questo?
Le direttive dell’ISS prevedono tamponi solo ai sintomatici che abbiano avuto contatti con malati confermati di COVID19 o siano andati in Cina
Ormai è chiaro che ci sia qualcosa di grosso dietro a decisioni di tale portata, che come effetto avranno quello di tenere alta la tensione, facendo paura (come il goverantore Fontana che si metteva la mascherina in diretta). Ovvero, i governatori leghisti di Lombardia e Veneto sembra stiano tirando la volata per una di fatto emancipazione delle due regioni del nord dallo Stato Italiano. Stato che, per la gran carità, è gestito assai male, ma è sempre il nostro Stato. Da correggere.
I dati non ci fanno capire il perchè di tale recrudescenza veneta nel fare i tamponi anche agli asintomatici
Ritengo che l’approccio Veneto sia altamente fallace. La colpa del disastro gestionale italiano, basato sull’antimeritocrazia romanocentrica, in fondo non è nè del nord, che ha sempre pagato sovvenzioni, nè del sud, che ha ricevuto solo una minima parte di quello versato dal nord. Il problema è Roma: là, dove si concentrano i ministeri, la cui procura era chiamata il porto delle nebbie, hanno fatto un disastro da quando la monarchia si è estinta.
Boris Johnson dà seguito alle promesse (al vento) rinnegate da Salvini: post Brexit via uffici governativi da Londra, riallocati nei capoluoghi di provincia! Uno statista fa queste cose
Dunque, lasciando in sospeso le motivazioni di Zaia, basti aver fatto capire che dietro c’è dell’altro (…), motivazioni che riteniamo di conoscere nei dettagli ma che comunque non divulghiamo al momento (non si tratta solo di controllare il virus purtroppo, tempo al tempo …), meglio iniziare a portarsi avanti col lavoro e pensare a come correggere lo Stato Unitario. La soluzione è assai facile: spostare i ministeri non correlati alla sicurezza da Roma nei capoluoghi di provincia, suddividendoli equamente nel Paese, da Palermo, a Trieste, a Bari, a Torino…
Come scritto in passato tutti avrebbero da guadagnare da tale scelta, anche Roma, che potrebbe concentrarsi sulla preservazione delle sue enormi bellezze invece di affogare nel mare eterno della politica.
MD
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