Tyler Durden per Zero Hedge
Nella vita, tre cose sono garantite: la morte, le tasse e il mancato accordo nell’Eurogruppo.
Esattamente alle 2 del mattino, quando è arrivata la notizia che i “Ministri delle Finanze” dell’UE non erano riusciti a trovare un accordo per un maggior sostegno alle economie colpite dal Coronavirus, l’EURUSD è precipitato in un una sorta di flashback sulla crisi del “debito sovrano” (2010-2015).
Poco dopo, il Presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, ha twittato dicendo che avrebbe sospeso le discussioni fino a giovedì:
“”Dopo 16 ore di discussioni siamo arrivati vicini ad un accordo, ma non lo abbiamo ancora raggiunto. Ho sospeso l’Eurogruppo e continueremo domani, giovedì. Il mio obiettivo resta immutato: Una forte rete di sicurezza dell’UE contro le ricadute del COVID-19, per proteggere i lavoratori, le imprese e i Paesi. Inoltre, l’impegno per un consistente piano di ripresa””.
Secondo la Reuters, fonti diplomatiche e funzionari hanno rivelato che l’esistenza di una faida fra Italia e Paesi Bassi (sulle condizioni da porre per il credito dell’Eurozona a favore dei Governi che combattono la pandemia) sta bloccando i progressi su mezzo trilione di euro di aiuti.
I Ministri delle Finanze hanno iniziato i colloqui alle 14,30 di martedì e hanno continuato per tutta la notte (con numerose pause per consentire trattative bilaterali), cercando di concordare un pacchetto di misure per aiutare i Governi, le aziende e i singoli individui.
Davanti ad un’Europa che sta lottando contro la pandemia, speravano di concordare un programma da 500 miliardi di euro per attutire il crollo economico e finanziare la ripresa, voltando pagina sulle divisioni.
Ma le faide sono emerse di nuovo e con grande evidenza.
Una fonte diplomatica ha detto che: ““Gli italiani vogliono un preciso riferimento alla mutualizzazione del debito come possibile strumento di recupero, da analizzare con precisione in futuro. Ma gli olandesi continuano a dire ‘no’””.
In altre parole, l’Italia sperava di usare la crisi del Coronavirus per ottenere il tanto agognato obiettivo di federalizzare il debito, ma gli olandesi (e qualcun altro, meno rumoroso, dietro di loro: i tedeschi) hanno detto “no”.
Un funzionario che ha partecipato ai colloqui ha detto che, intorno alle 4 di mercoledì, L’Aia era rimasta da sola a rifiutare l’approvazione del testo, sul quale ci si aspettava che i Ministri si accordassero, per permettere ai 27 leader nazionali [dell’UE] d’implementare una nuova serie di misure economiche.
Il “Ministro delle Finanze” tedesco, Olaf Scholz, così ha twittato:
“”In questa difficile ora l’Europa deve rimanere unita. Insieme a Bruno Le Maire (Ministro delle Finanze francese) chiedo a tutti i Paesi dell’Eurozona di non rifiutarsi di trovare una soluzione a questi difficili problemi ma, al contrario, di facilitare un buon compromesso che possa andare a favore di tutti i cittadini””.
La questione non è certamente una novità: fin da quando ebbero inizio, dieci anni fa, la crisi finanziaria e dell’Eurozona, l’emissione di debiti congiunti è la “linea di battaglia” fra i Paesi del Sud economicamente in difficoltà (come la Spagna e l’Italia) e il Nord “fiscalmente parsimonioso”, guidato da Germania e Paesi Bassi.
Per sostenere le economie gravate dalla pandemia, l’UE ha già sospeso i limiti agli “aiuti di Stato”, permettendo ai paesi-membri di gonfiare il loro debito per poter spendere di più.
Ma Spagna, Francia e Italia dicono che tutto questo non sia sufficiente e hanno lanciato la discussione su un sostegno maggiore, come prova esistenziale di solidarietà che potrebbe “fare” o, in sua mancanza, “disfare” l’UE.
Le altre proposte in discussione comprendono le “linee di credito” del Fondo di Salvataggio dell’Eurozona [MES], che varrebbero fino al 2% del Pil di ogni Paese — ovvero 240 miliardi di euro in totale.
Le condizioni per accedere a questo denaro restano un punto fermo.
Un’altra possibilità è quella di concedere alla “Banca Europea per gli Investimenti” 25 miliardi di euro di garanzie supplementari, in modo che possa aumentare i prestiti alle imprese per altri 200 miliardi di euro.
La terza è il sostegno al piano dell’Esecutivo dell’UE, da implementare per raccogliere 100 miliardi di euro sul mercato, a fronte di 25 miliardi di euro di garanzie da parte di tutti i Governi del Blocco, per sovvenzionare i salari in modo che le imprese possano ridurre l’orario di lavoro piuttosto che licenziare i lavoratori.
Un’altra idea è quella di creare un “fondo di sostegno d’emergenza” che conceda sovvenzioni per le “forniture mediche e l’assistenza sanitaria”, così come la proposta francese di creare un comune “fondo di solidarietà” per finanziare la ripresa a lungo termine.
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Secondo i calcoli della Reuters, se l’Europa trovasse infine un accordo, le risposte combinate dei Governi Nazionali dell’UE potrebbero costituire il più grande programma di sostegno fiscale del mondo, superando quello degli Stati Uniti.
Qui di seguito un riassunto di quello il cui esito ci si aspetta venga presto svelato:
— Programma di disoccupazione: La Commissione Europea ha in programma d’istituire uno strumento di sostegno temporaneo per mitigare i rischi di disoccupazione nei casi d’emergenza (SURE), nell’ambito del quale possono essere concessi prestiti fino a 100 miliardi di euro agli Stati membri (aiuterebbe a contenere la perdita di posti di lavoro nell’Eurozona).
— Supporto aziendale: L’annuncio della BEI d’istituire un “fondo di garanzia paneuropeo” (proposta per 25 miliardi di euro, in aggiunta al pacchetto di sostegno di 40 miliardi di euro annunciato il mese scorso).
— Niente Coronabond: È improbabile che venga concordato un debito emesso in comune per finanziare esclusivamente le misure per superare la pandemia da Covid-19. Pur essendo sostenuto da Spagna, Italia e Francia, c’è una forte opposizione da parte di altre componenti dell’Eurogruppo.
— Questione aperta sulle linee di credito del MES: Sono possibili prestiti tratti dal Meccanismo Europeo di Stabilità con condizionalità alleggerite. “Citi Rates Strategy” osserva che il MES ha attualmente un’inutilizzata capacità di prestito pari a 410 miliardi di euro, ma che un compromesso è oggi improbabile. I paesi dell’Europa Meridionale si sono opposti senza eccezioni, in particolare per l’implicita stigmatizzazione di chi vi ricorre e per le sue condizionalità.
Sullo sfondo di un’UE che non è estranea al protrarsi di questo mercato-delle-vacche, la discussione evidenzia la pesantezza delle fratture presenti nel Blocco e mette ulteriormente a dura prova la sua unità, già danneggiata dalla crisi dell’Eurozona e dalla crisi migratoria del 2015-16, che ha in parte contribuito alla Brexit.
Palese la frustrazione dei Ministri, che hanno discusso in videoconferenza per tutta la notte (con alcuni di loro che, secondo i funzionari presenti, a volte si sono appisolati).
Si dice che Le Maire, ad un certo punto della notte, abbia gridato: “Vergognatevi, vergognatevi davanti all’Europa. Fermate questa pagliacciata”.
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Link Originale: https://www.zerohedge.com/economics/eurogroup-fails-agree-coronavirus-stimulus-after-feud-erupts-between-italy-and
Scelto e tradotto da Franco
Articolo rilanciato. La data originaria della pubblicazione potrebbe essere diversa da questa
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