Cosa non sappiamo del coronavirus forse non è più di quello che non sappiamo della comune influenza. Premesso che non abbiamo ancora informazioni sulla mortalità generale in Italia nel 2020, ossia se sia effettivamente superiore inferiore alla norma, parlo di morti totali nelle prima 12 settimane di quest’anno rispetto agli anni precedenti escludendo casi di cancro e di ictus. Ma alcune cose le sappiamo e vanno divulgate, rifacendoci ad articoli già pubblicati, solo facendo ordine. Questo per evitare che venga imposto un certificato di salute personale che imponga, ad esempio, vaccinazioni di massa (per un virus che muta e di cui gli scienziati dicono di “saperne poco” è una fesseria atomica, ndr) o, peggio, farsi impiantare simil chip sotto pelle per certificare l’immunizzazione.
Vuoto per pieno, stanti 200’000 morti ad oggi nel 2020 secondo italiaora.org (18.04.2020), sulla base dei dati Istat.it l’anno scorso nello stesso periodo ne abbiamo avuti oltre 210’000…
Il rischio infatti è che, nonostante il battage dei media, questa “epidemia” in realtà sia poca cosa, lo vedremo coi numeri precisi della mortalità assoluta della popolazione italiana nel periodo, appena disponibili, a fine anno 2020. Chi scrive ritiene infatti che forse si debba aspettare i fatti ossia i fatti prima di trarre conclusioni affrettate: e se ad esempio la mortalità generale italiana nel 2020 fosse in linea a quella degli scorsi anni? A tale punto forse il panico mediatico potremmo dire che è frutto di ignoranza? O magari tradisce la volontà di nascondere un progetto differente rispetto alla crisi del COVID-19 ad oggi non ancora emerso? (Mai dimenticare chi ha di fatto imposto al paese il “Chiudete Tutto”, parole tanto, troppo simili alle quelle apparse nel 2011 di fatto nei prodromi dell’arrivo di Mario Monti sul sole24ore.it, “Fate Presto”)
Prima di tutto i coronavirus sono molti e sono stati scoperti già negli anni sessanta, risultando per lo più innocui:
Di coronavirus ce ne sono diversi tipi, addirittura ben 7 conosciuti:
Abbiamo esperienza che virus simili in passato sono molto sensibili al caldo. Ad esempio il BMJ – British Medical Journal, uno dei giornali scientifici più famosi e reputati, già nel 2003 arrivò alla conclusione che il clima caldo annichiliva il coronavirus della SARS:
Forse, anche sulla scorta di quanto accaduto per la SARS di cui al paper del BMJ sopra indicato, oggi emergono studi secondo cui l’estate, ossia il clima caldo, porta alla “fine naturale” del virus del COVID-19 che, come dicevamo prima, è della stessa famiglia della SARS (per cui, ripeto, ci sono evidente pubblicate che viene annichilito dal caldo, LINK) vedasi sotto, cfr John Nichollis, Univ. Hong Kong (research papers at LINK):
Parimenti il presidente Trump, un vero Mandrake, già ad inizio Febbraio scorso ci ha detto chiaramente quanto indicato sopra, ossia che il virus sarebbe stato annichilito dal caldo. Dando anche la data, ad Aprile. Puntualmente quanto da lui indicato si è avverato:
Tutto lascia presagire dunque che anche il COVID-19 si comporti come il suo illustre predecessore, che era anche più mortale del COVID-19 ma molto meno contagioso (LINK).
Ora agli effetti sull’uomo. Prima di tutto esistono evidenze in vitro per cui l’attacco avviene utulizzando i recettori ACE2 (LINK) . Tali recettori è stato scoperto essere in percentuale decisamente superiore nella razza cinese, fino a 5 volte di più degli occidentali. Aspetti simili non sono casuali in medicina; ad esempio la sclerosi multipla, si ritiene per questioni genetiche, è rarissima in Giappone; idem per il diabete, dove gli asiatici sembrano assai più suscettibili al diabete di tipo II (LINK).
ACE2 in base alla razza, fonte citata, di cui altri papers citati al (LINK)
Parimenti esistono almeno due ceppi di COPVID-19, di cui uno “Spike” ossia “S” che è molto più virulento e pericoloso. Sembra che sia proprio tale ceppo a causare la maggior parte dei decessi (LINK, LINK)
Ci sono inoltre evidenze in vitro che alcuni antipertensivi (inclusi i sartani) potenzino l’effetto del COVID-19 in quanto agiscono proprio sugli stessi recettori ACE2 (cito “Studi in vitro hanno dimostrato che sia l’ACE-inibitore lisinopril che il sartano losartan possono aumentare significativamente l’espressione“, al LINK). Aggiungo dovutamente che ci sono prove in vitro ma non cliniche, le quali necessitano di più tempo e dunque arriveranno certamente fra qualche mese ossia a fine epidemia per la verifica finale se ci possono essere effetti deleteri collegati all’uso di tali farmaci nel caso del COVID-19. Un medico cauto, agendo come buon padre di famiglia, evidentemente potrebbe sospendere la somministrazione di tali medicamenti fino a quando ci saranno le conferme cliniche, se gli anti-ipetensivi non sono assolutamente necessari, o sbaglio?
Parimenti lo stesso OMS ha indicato che alcuni anti-infiammatori possono esacerbare gli effetti del COVID-19, in quanto agiscono sempre sugli stessi recettori ACE2. Qui l’OMS è stata più chiara: meglio evitare tali antiinfiammatori, incluso l’aspirina. Dunque sembra ci sia un fattore di rischio dimostrato, vedasi sotto.
In ultimo l’eparina: sono emersi oggi, purtroppo a fine epidemia, che l’eparina, un normale anti-coagulante, può dimostrarsi un vero salvavita per i malati in terapia intensiva. Infatti sono state fatte poche autopsie sui morti da COVID-19 in quanto si riteneva pericoloso come l’ebola (…). Dai pochi riscontri effettuati emerge che la morte non avviene solo per la “citokine storm” associata al ceppo “S”, tempesta di citokine, causata dalla risposta del corpo umano all’invasione del virus ma dalla formazione di trombi alveolari che causano di fatto l’asfissia per compromissione dello scambio di ossigeno nei polmoni (fate prima ad andare sul sito di Maurizio Blondet, l’ha spiegato già lui, non saprei fare meglio).
In ultimo ci sono svariate pubblicazioni che correlano l’uso (protettivo) della vitamina D alla protezione dall’infezione di COVID-19 – effetti da confermare definitivamente -, sebbene sia risaputo che la vitamina D è generalmente utile a rafforzare il sistema immunitario. Questo soprattutto per le sue interazioni con gli effetti dell’interleukina-6 (IL-6), un effetto collaterale infiammatorio dell’attacco del virus che ingenera la riposta del corpo umano, infatti sembra essere la potente risposta immunitaria al virus di fatto ad uccidere i pazienti (…) (LINK, LINK, LINK).
Parimenti molti ospedali newyorkesi, seguendo l’esempio cinese, hanno utilizzato abbondanti dosi di vitamina C per curare il COVDI-19 sembra con buoni risultati (LINK, LINK, LINK, LINK, LINK)
In ultimo è risaputo come il COVID colpisca soprattutto soggetti anziani e con patologie; per approfondimenti meglio riferirsi direttamente ad una splendida pubblicazione periodica, quella della Confederazione Svizzera sul “Nuovo Coronavirus”, che spiega quanto sopra con dovizia di particolari (dimenticate quelle italiane, assolutamente insufficienti rispetto a quella QUI proposta).
Come vedete, sul COVID-19 forse sappiamo più di quanto si creda, forse anche più della normale influenza vista l’enorme concentrazione di sforzi e di mezzi di ricerca, fatto mai visto per la semplice sindrome influenzale, che dite?
D’ogni modo l’informazione responsabile, sensata ed attenta resta la medicina migliore per combattere non tanto le malattie – non è il ruolo del deivulgatore fare questo – quanto il panico eventulamente ingenerato dai media, panico comunque sempre utile per applicare la dottrina Goering, seguendo l’insegnamento della storia: “spaventa un popolo, digli che è in pericolo, sotto attacco esterno, e gli farai fare – o credere – quello che vuoi“, più o meno diceva così.
Al 18.04.2020, LINK
A riprova vi ricordo che, al contrario delle pandemie di “semplice” influenza del 1957 e del 1968 che fecero circa 1 milione di vittime non solo tra anziani, ad oggi come decessi per COVID siamo nel mondo a circa 150’000; ossia visto che la stagione calda è alle porte, visto che i coronavirus in genere sembrano molto sensibili alle temperature estiva, verrebbe da dire che ben difficilmente nel mondo si arriverà ad un numero di vittime pari a quelle di 50 o 60 anni or sono!! Va infatti ricordato che il COVID-19 resta una patologia relativamente benigna nel decorso se comparata con la SARS e la MERS, che sembrano essere anche 10 volte più letali rispetto al COVID-19 sebbene molto meno virulente (LINK).
Dunque, la domanda che mi pongo è questa: forse con la scusa della pandemia ci vogliano spingere ad accettare/fare qualcosa che senza COVID-19 non saremmo mai stati pronti ad accettare, ossia senza il “panico da epidemia” magari – nel caso – instillato dai media? Ossia, è possibile che il COVID-19 sia una sorta di sub-paravento per qualcosa d’altro che deve/doveva succedere? Anche in Italia? Anzi, soprattutto in Italia?
Ai posteri l’ardua sentenza (forse anche a breve…)
MD
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